parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «sulle»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
si sentivano colare macinati sulle rotaie; la volontà intorpidita
2
1930
secoli, i campanili elevati sulle case, sparpagliati alla marina
3
1930
marina, stavano sul saluto. ¶ Sulle braccia del molo, immerse
4
1930
diventava sterminato, i fiumi sulle sfociature diventavano d’argento
5
1930
tristo, il ragazzo, teso sulle coltri, popolava di spettri
6
1930
tavole da pane accoppiate. Sulle braccia e sul petto
7
1930
donne rincasate si spraccarono sulle sedie come tante galline
8
1930
benedetto, lo vedevano tapinarsi sulle bocchette e percotere la
9
1930
e percotere la mano sulle colonne urlando: — Maledetta mano
10
1930
La prigione era nuda, sulle muraglie tragittavano tarantole e
11
1930
per delle scalette rampicate sulle fiancate, simili a quelle
12
1930
spazzola, sul naso ricalcato, sulle spalline e i bottoni
13
1930
tartaruga che camminasse ritta sulle zampe di dietro, sul
14
1930
il vano che dava sulle calate del fosso. Da
15
1930
i monti. Tostochè scorgeva sulle scalette del Ponte o
16
1930
seggiolona che la tragittavano sulle trottole, c’era uno
17
1930
con gli occhi schiacciati sulle lenti e con la
18
1930
listoni neri che tragittavano sulle pareti. Gli antesignani sembravano
19
1930
Nei porti essa camminava sulle spalle quadrate dei camalli
20
1930
la gente scorgeva allora sulle occhiaie lacrime aggroppate come
21
1930
colpi del teschio battevano sulle fiancate il ritmo della
22
1930
una cenciaia anneghivano spauriti. Sulle spalle di ognuno c
23
1930
fo lezione di storia sulle piazze, nei giorni di
24
1930
muro. ¶ Il fosso straripava sulle calate, i monti neri
25
1930
d’aver la casa sulle spalle e mi destavo
26
1930
il pane s’intrideva sulle pietre, e disse che
27
1930
distendevano verso l’Alpe; sulle fiancate celesti serenava il
28
1930
voci spaurite della notte. Sulle piante dei gelsi che
29
1930
visi polpi, scarniti, tosate sulle zuccagne dalla rissa o
30
1930
geometriche diacce che lampavano sulle pareti tremende, i tronconi
31
1930
alla vita, avrebbero delirato sulle vie dei santuari miracolosi
32
1930
il loro corpo egro sulle pareti della Casa, come
33
1930
col grand’omero poggiato sulle fiancate dell’Altissimo, come
34
1930
i cavatori che roncano sulle tecchie, quegli uomini dai
35
1930
come lapilli di vulcano. ¶ Sulle fiancate precipiti s’aprivano
36
1930
Svelse malerbe, ricolse sarmenti sulle calocchie, le legò con
37
1930
e le tigri stendono, sulle boscaglie, dei tappeti preziosi
38
1930
volano e si posano sulle ceppaie celesti sotto cui
39
1930
il sacco dei panni sulle spalle, quello degli arnesi
40
1930
finestrino e il viso sulle mani. ¶ Quando il treno
41
1930
ombra rorida, le verdure sulle porche, bianche di rugiada
42
1930
esplodevano, zirlando, le allodole, sulle nuvole bianche le rondini
43
1930
mettevano una stampa nera sulle tombe. Il campo era
44
1930
coccole alate poi cadevano sulle tombe senza suscitare verun
45
1930
Sugli scafi in carena, sulle alberate, sui sartiami i
46
1930
nei saloni della “Navigazione” sulle calate del porto. ¶ Amedeo
47
1930
anche coi propri morti sulle spalle. ¶ Oltre l’antemurale
48
1930
terra. Uno spettro portava sulle spalle il tricolore della
49
1930
portò seco Amedeo. Passarono sulle calate accidentate d’ormeggi
50
1930
viso ebbro e bestiale sulle spalle quartate, cinesi agri
51
1930
gerghi, con della peluria sulle labbra laide come una
52
1930
addormentò col capo poggiato sulle mani annodate. I due
53
1930
nè re nè regno. ¶ Sulle calate, lastricate di piombaggine
54
1930
ambulanti, quelli che speculano sulle calìe, gli spurghi dei
55
1930
A piedi, in carrozza, sulle crucce, in auto, incurvati
56
1930
frammenti di montagna scheggiata sulle case, nuvole bianche impigliate
57
1930
mura, leggeva le epigrafi sulle pietre murate nelle case
58
1930
i pensieri erano aggelati sulle increspature rattratte della fronte
59
1930
egli portava in dono, sulle mani ceree, due noci
60
1930
una saponata violacea, tenevano sulle mani tremolanti dei groppi
61
1930
dono vezzi di perle sulle mani contratte. Un nano
62
1930
gli uomini imbalsamati, portava sulle spalle un otre contenente
63
1930
che faceva la mezza sulle braccia di un convitato
64
1930
le perle sfilzate piovigginavano sulle scale come goccie d
65
1930
bella, coi capelli sciolti sulle spalle liscie e vellutate
66
1930
dal rigore del ferro, sulle spalle. Le braccia, scarnite
67
1930
Calme e bonacce traevano sulle onde motte di pesci
68
1930
vapore infernale si sparse sulle sue viscere, le ciminiere
69
1930
scafo è nero ma sulle incinte c’è una
70
1930
strappata sul viso e sulle mani sanguina e passa
71
1930
al dondolìo dell’onde. ¶ Sulle sponde del rio l
72
1930
l’ossame delle barche sulle ceppate; le staminare e
73
1930
Il faro è rimasto sulle secche chè l’acque
74
1930
Tarmito come se consultasse, sulle pagine di un vecchio
75
1930
e con la schiuma sulle labbra. ¶ Inopinatamente entrò nella
76
1930
sopra un pollino fetido. Sulle rezzole, la muffa, il
77
1930
la muffa, il belletto, sulle copertine marmorizzate e viscide
78
1930
come pelle di biacco, sulle pagine tarmolate come le
79
1930
avvisi mortuari erano impastati sulle pareti: “Le Progrés, paraissaint
80
1930
francavano le parole di sulle pagine in un’estasi
81
1930
occhietti abituati a fermarsi sulle muraglie nude e grige
82
1930
rassegnazione e d’agonia sulle labbra miscredenti, moriva friggendo
83
1930
erbe. Sospirando si piegò sulle braccia del Tarmito come
84
1930
quelli che sembravano spirati sulle panchine dei giardini, con
85
1930
la testa indolente, poggiata sulle ossa mascellari, il linguaggio
86
1930
un globo pesante dondolava sulle spalle, gli occhi stralunati
87
1930
stralunati, le mani strapiombavano sulle rotule pese come mole
88
1930
poi s’allontanavano fuggendo sulle pareti delle case, si
89
1930
passare un funerale, risalivano sulle facciate, chiazzavano il cielo
90
1930
che si sviluppavano giganteschi sulle mura di faccia, automi
91
1930
di faccia, automi avvitati sulle panchine che attortigliavano il
92
1930
i tronchi dei carrubi. Sulle querce s’abbarbicavano le
93
1930
testa gli rimaneva pesante sulle spalle come fosse diventata
94
1930
battesse l’ali bianche sulle mani. Si destò: un
95
1930
viti e le ricoglieva sulle calocchie: specchiati! ¶ — Tu sarai
96
1930
la mano si inerpicò sulle fratte scoscese delle Pizzorne
97
1930
di Isaia, nel letto, sulle coltri fredde, freddato in
98
1930
in nota fossero condotti sulle strette del fiume. Il
99
1930
convennero sui cigli e sulle spiagge gente di molte
100
1930
parare le mandre brade sulle pianure sterminate, a inquadrare
101
1930
fuoco dalle narici zampando sulle giovenche. ¶ La casa d
102
1930
sedeva dinanzi al fuoco, sulle gambe, dalla forte ossatura
103
1930
pelle incuoiata, stava saldo sulle labbra aperte e molli
104
1930
mettevano delle nuvole erranti sulle stoppie e l’urlo
105
1930
e di bacche rosse, sulle braccia esili equilibrava un
106
1930
questa direzione? ¶ — Dormivo affranto sulle sponde del Rio a
107
1930
e astratto come Cristo sulle acque. ¶ Isaia quand’ebbe
108
1930
passeggiò a piè nudi sulle prunaie, sui bugnoni delle
109
1930
e lo lanciava, folle, sulle steppaie, l’aria gli
110
1930
alla scimitarra piombavano pesanti sulle ginocchia rattratte. Seduto sui
111
1930
acque del Rio, assommarsi sulle sponde, squassare l’acqua
112
1930
scalata ai Ciamocochi annidatisi sulle piante delle carrube. ¶ — La
113
1930
col ventre bianco punteggiato. Sulle sponde verde agro saltellavano
114
1930
ripiegate leali si adagiavano sulle sponde del Rio come
115
1930
funghi velenosi che vegetavano sulle ceppaie degli alberi che
116
1930
poltigliavano sul limo giallo; sulle sponde dell’insenatura sgrondavano
117
1930
loro foglie morte imputridivano sulle acque. Luciano si arrampicò
118
1930
acque. Luciano si arrampicò sulle piante come una scimmia
119
1930
una pistola furono piantate sulle tempie dell’indiano: ¶ — Confessa
120
1930
i rami spropositati risgrondavano sulle acque torbe. Dalle lame
121
1930
neri battevano l’ale sulle frappe. Il teschio riposato
122
1930
ali delle civette frusciare sulle frappe. Una luminara di
123
1930
posò il capo bollente sulle erbe per vedere soltanto
124
1930
quello di Nicodemo, poggiato sulle tibie, era nel fondo
125
1930
dei giaracà che svolazzavano sulle carrube, gli rompevano il
126
1930
terra, i raccolti cadevano sulle prode, gli alberi non
127
1930
egli si era assopito sulle sponde del Rio. ¶ La
128
1930
pianger di randagia squilla ¶ sulle tue greggi e lor
129
1930
delle coverte, nelle stive, sulle prunaie, nella melma: senza
130
1930
pronto a tutto osare. ¶ Sulle gruzzaie, al di là
131
1930
vecchietto rattrappito che leggeva sulle pagine di un libro
132
1930
col riso che cuoce sulle labbra del cieco accattone
133
1930
L’acrimonia mordente riaffiorò sulle labbra del Profeta. ¶ — Noi
134
1930
risoluta. I bozzelli volavano sulle sartie, le catene cigolavano
135
1930
investita dal sole, vampava sulle acque, gli occhi di
136
1930
d’Isaia piombava inerte sulle braccia dei portatori. Egli
137
1930
soltanto il capo eretto sulle spalle strapiombate. Quando fu
138
1930
Isaia nei trabalzi dondolò sulle spalle come schiavardato: ¶ — Mai
139
1930
notte le montagne apparvero, sulle loro fiancate non si
140
1930
si parò davanti rattrappato sulle quattro zampe e lo
141
1930
richiamo. Il Tarmito tremotò sulle scale, scattò nella discesa
142
1930
di sè gli scafi sulle cui alberature palpita perenne
143
1930
Quando l’alba lampò sulle fiancate dentro s’udì
144
1930
Nel cimitero del paese, sulle tombe dei navigatori, v
145
1930
acceso. I treni sbuffanti sulle calate: piccoli trenini colla
146
1930
basamento, quelle che portavano sulle mani i ragazzi stucchinai
147
1930
giù sempre in moto sulle pietre. Il mare aveva
148
1930
corte. Ombre gigantesche passavano sulle fiancate comprese di vertigine
149
1930
sotto gli archi, zampavano sulle canale. I viventi uguali
150
1930
carnagione che pareva frattata sulle pareti, con gli occhi
151
1930
di tromba fe’ ruzzolare sulle scale una catasta di
152
1930
tavolo tenevano il testone sulle mani, le scapole come
153
1930
dimembri del capo! ¶ Di sulle calate del porto, il
154
1930
gigantesco. Al di là, sulle aie, recitavano l’Angelus
155
1930
stabbi grugolavano i porci, sulle mucchia del pattume vellutato
156
1930
verde razzolavano le galline, sulle redole umide pasturavano le
157
1930
di buoi si muovevano sulle prode come nuvole bianche
158
1930
steli dei campanili, di sulle aie figure identiche salutavano
159
1930
in nero si scioglievano sulle pareti calcina. Delle acacie
160
1930
di spettri eran passate sulle pareti squallide del casone
161
1930
del casone parve elevarsi sulle prode. ¶ I padronati pingui
162
1930
gettavano le lor creature sulle verghe. Lacrime, lamenti, corpi
163
1930
un ragazzo a spracchicchio sulle spalle quartate. Il ragazzo
164
1930
gli innocenti che di sulle spalle dove erano stati
165
1930
Tutti gli uomini erano sulle frontiere della Patria. La
166
1930
fame e del destino, sulle calate dei porti che
167
1930
il Tarmito aveva portato sulle spalle traverso le vie
168
1930
petti ed erano corsi sulle frontiere: chi ha del
169
1930
tradotta dinoccolava l’ossame sulle rotaie, i canti s
170
1930
che le donne sparpagliano sulle vie il mattino della
171
1930
della falce fienaia tenevano sulle spalle il fucile con
172
1930
macee. Dei soldati riposavano sulle mucchia del concio inselvatichiti
173
1930
in grembo a te. ¶ Sulle ghiaiottole di un rio
174
1930
gelò il sudor diaccio sulle membra indolenzite, la testa
175
1930
i muli, ha dormito sulle strade, ha digrumato l
176
1930
Era giorno largo e sulle quote c’era un
177
1930
radicchi e di radici sulle piane davanti casa mia
178
1930
l’aratro rosso, intelaiati sulle aie quadrate, i pagliai
179
1930
Come dopo il temporale, sulle vie che rasentano la
180
1930
tante faville. ¶ Contr’attacchi. ¶ — Sulle falene cammina la morte
181
1930
il ravoglio della morte. Sulle barelle appoggiate al muro
182
1930
allodole esplodevano dai campi, sulle siepi mattinavano le verle
183
1930
il turchinetto. Le fucilate sulle quote sembravano la cerchiaia
184
1930
crisantemi lunari e piovigginavano sulle quote d’acciaio. Il
185
1930
fe’ alzare l’acqua sulle lame abbozzite. ¶ — Ci voleva
186
1930
feritoie delle trincee aperte sulle sassaie che sovrastavano lo
187
1930
dei fossati prendevano corso sulle erbe. I soldati si
188
1930
l’alito del vento. Sulle strade calcinate v’era
189
1930
gettavano a picco silenti sulle praterie. ¶ Sulla pietraia balenava
190
1930
sopra un lenzuolo partito sulle ginocchia, stecchite, lo cifravano
191
1930
sangue gelo e cagliato sulle calciature del pelame discacciava
192
1930
pelame discacciava i pidocchi sulle cuoia. I cadaveri precipitati
193
1930
cielo, schicciavano l’ossa sulle pietre, le calotte schiacciate
194
1930
ribrezzo di chi passa sulle escrementa insanguinate. Gli insetti
195
1930
inesplose mettevano dei pinelli sulle prunache dei reticolati. Falasco
196
1930
paiolo fiammante folgorava luce sulle ammaccature che un misterioso
197
1930
ganasce prominenti. Egli sedeva sulle mani e con gli
198
1930
di Colui che discese sulle acque tempestose del mare
199
1930
tritolavano sul tagliamare e sulle murate. Il fasciame pareva
200
1930
fatalità verso i fossati. Sulle croci degli Sconosciuti le
201
1930
contano i mesi infernali sulle dita: decembre, gennaio, febbraio
202
1930
L’insalate matureranno bene sulle porche abbeverate. ¶ — Le piogge
203
1930
neri che si aggranfiavano sulle schiezze e volavano bassi
204
1930
dal convesso dell’elmo sulle fosse del viso, per
205
1930
Quelli gravi si trasportavano sulle barelle. Quelli spirati, cammin
206
1930
schizzati di sangue, annerito sulle vestimenta, alcuni bendati d
207
1930
atterrito infilzava gli occhi sulle schiezze e ci ricoglieva
208
1930
il nero degli occhi sulle pagine pisigne. ¶ Quelli dal
209
1930
la tosatura delle pecore. Sulle prode si rimondano i
210
1930
li avevano tenuti afflosciati sulle ganasce. Lo schianto repentino
211
1930
vista d’occhio e sulle sponde lercose sguisciavano i
212
1930
farfalle. ¶ Era primavera scritta. ¶ Sulle macerie, sulle muraglie stritolate
213
1930
primavera scritta. ¶ Sulle macerie, sulle muraglie stritolate, tornarono a
214
1930
ovunque un cruschello arido; sulle frappe, sulle corteccie, sul
215
1930
cruschello arido; sulle frappe, sulle corteccie, sul pietrame. ¶ I
216
1930
capelli vicendevolmente. Alcune sedute sulle pietre a gambe larghe
217
1930
facesse incordare e interire sulle pietre. ¶ Il Tarmito si
218
1930
il nome era scritto sulle braccia maestre delle croci
219
1930
badile e sparpagliato anche sulle mie ossa e se
220
1930
erano abbeverate alle pile. ¶ Sulle vie maestre era cominciato
221
1930
limo. ¶ La sera scendeva sulle pagliole, le intrideva di
222
1930
di essere in equilibrio sulle profondità del Rio sospeso
223
1930
una chiostra ad archetti sulle cui mensole acciocchivano al
224
1930
Gli alberi parevano inceneriti sulle vie maestre: alitati dal
225
1930
fronte sull’acqua corrente. ¶ Sulle vie passavano delle mandriane
226
1930
le percuotevano col bacchio sulle cervici. ¶ — Là trogole! ¶ — Al
227
1930
di bastone i lardi sulle schiene incuoiate. ¶ I carriaggi
228
1930
mettevano dei fantastici funerali sulle vie. Il pezzo, sulle
229
1930
sulle vie. Il pezzo, sulle capriate avanzava tra i
230
1930
bruciavano come foglie secche. ¶ Sulle strade aperte negli avvallamenti
231
1930
sangue fermentato si piantavano sulle zampe, armavano la coda
232
1930
foravano le setole. Rattrappato sulle quattro zampe, col buzzo
233
1930
conducente fermò la bestia sulle quattro zampe. Anche i
234
1930
ferro fitte fitte, come sulle finestre nei paesi della
235
1930
tenebra del piano terreno. Sulle finestre del primo piano
236
1930
letti di ferro e sulle coltri, che non scaldano
237
1930
la sera si coricavano sulle coltri fantasticando l’abbiezione
238
1930
che dipanavano fili neri sulle nuvole agghiomate nel cielo
239
1930
stellato. ¶ I fanti staccavano sulle pietre com’ombre grige