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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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le mani, vedevo il suo volto avvampare, pullulare. «Forse
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niente fosse dentro il suo ufficio!» sussurrava la sua
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a darle indietro il suo romanzo?» La guardavo senza
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le braccia, sentivo il suo cuore pulsare, ingigantire. ¶ «Ma
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appena il luccicare del suo scarponcino che si staccava
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da qualche parte il suo scarponcino sformato, scintillare. ¶ «Ecco
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incontrollabilmente «si sposta sul suo asse, si progetta... finché
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non gli arriva sul suo tavolo d’editore una
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a se stesso, al suo destino, adesso che la
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le mani, sentivo il suo scarponcino pestare, sincopare. ¶ «Verranno
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le stradine. Sentivo il suo scarponcino cadere di sbieco
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insieme...» ¶ Sentivo che il suo braccio aveva cominciato a
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alla stanza, sotto quel suo mantello di capelli intarsiati
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una branda, vedevo il suo ventre sbalzare nella stanza
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sul piccolo video del suo terminale. ‘Adesso posso oltrepassare
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lettore possa sfogliarla nel suo letto con gli occhi
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da quella donna al suo fianco che si è
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strada, se tutto il suo lavoro fosse alla fine
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giustificato solo da questo suo gesto di preclusione, per
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piede ogni volta, sul suo taglio. ¶ «Sono ancora qui
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gridava da dentro il suo ufficio. «Sto sguazzando in
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la donna entrava nel suo sgabuzzino, la vedevo uscire
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si distingueva appena il suo guidatore che fumava con
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altre che lasciava il suo scarponcino, sulla neve. Tornavo
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Non rispondeva. Sentivo il suo braccio tremare improvvisamente più
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D’accordo, parliamo.» ¶ Il suo braccio aveva ricominciato a
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po’ «sta segnando il suo territorio su quella campana
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vanno in frantumi al suo interno, ha chiuso gli
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chiuso gli occhi...» ¶ Il suo braccio tremava più forte
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tutti quanti dentro il suo cerchio!” mi dico cominciando
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altra le piante del suo balconcino. Guardava controluce le
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chi è?» ¶ «Sono il suo biografo.» ¶ «Il mio biografo
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piatto di fronte al suo posto, stava già tirando
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era già spuntata dal suo ufficio. ¶ «Vieni, vieni! Mi
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nostri passi, di quel suo scarponcino. ¶ «Che strana faccenda
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le scarpe, sotto il suo scarponcino. Si sentivano appena
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impronta tutta diversa del suo scarponcino. Me la indicava
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hai mai pensato?» ¶ Il suo braccio ricominciava a tremare
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delle immondizie, con quel suo rampino. Oppure a un
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subito dopo sottrarla al suo tempo, destinarla a rimanere
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passanti. ¶ Si vedeva al suo interno qualcosa che andava
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colpo, sta camminando col suo pacchetto di escrementi ancora
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girata, tutta sfigurata. ¶ “Il suo guidatore sta aprendo già
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rimasto in piedi al suo posto, emozionato. ¶ “Dovrà fare
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abbassate per mascherare il suo strabismo...” ¶ Un istante dopo
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è alzata già dal suo posto, sta andando verso
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era già tornata al suo posto, non si capiva
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svuotare l’ossobuco del suo midollo. ¶ “E chi sarà
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dormendo il rumore del suo temperino che staccava pezzi
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Qualcuno dormiva già sul suo sedile, anche il conducente
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uomo che sedeva al suo fianco, incappucciato. ¶ “Chissà perché
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certe piccole pieghe del suo cappuccio, non si capiva
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mi era parso...» ¶ Il suo volto era rasato di
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fianco il contorno del suo copricapo esorbitare. ¶ «Mi portano
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Vedevo le nuvolette del suo respiro ingigantire, mentre veniva
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emozionato. ¶ «Ha finito il suo turno?» si informava. ¶ «Il
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con cura anche il suo variopinto copricapo. Tossiva leggermente
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ero già seduto al suo fianco con i ferri
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scorgevo la sagoma del suo guidatore tutto imbacuccato. Mi
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del tutto, vedevo il suo volto a poca distanza
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tirare le labbra, il suo volto sembrava calzato in
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Ci andava sopra quel suo sorrisino appena accennato, un
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in penombra, dentro quel suo mantello di capelli sfrenato
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elettrica. Si sentiva al suo interno la luce frusciare
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sbarrati. «Non è affar suo tutto questo!» ¶ La porta
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ancora dicendo «seguiamo il suo lavoro da tempo. Dalla
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sono meno cari...” Il suo volto sembrava blu sotto
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successo?» ¶ «Ha trovato il suo manoscritto in mezzo a
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immediatamente a cercare il suo autore!” mi ha ordinato
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di mattina addormentato nel suo ufficio, in poltrona, quando
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mi dicevo rispondendo al suo saluto con un cenno
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a squillare. Sentivo il suo segnale stando appoggiato alla
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fuori di nuovo il suo manoscritto, ha ricominciato ad
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ascensore. Si coglievano al suo interno certi odorini che
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forza di cose dal suo autore, per i festeggiamenti
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chiude per giorni nel suo ufficio» sospirava la donna
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Va a pescare il suo manoscritto, me ne legge
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completamente svestita. Vedevo il suo corpo nudo in quella
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stanza, la rotondità del suo ventre sbalzava, abbacinava. ¶ “Chissà
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strade deserte e il suo guidatore comincia a gettare
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incredibilmente turbato da questo suo continuo tessere trame, da
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tessere trame, da questo suo assediarci... sento le sue
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quando mi porto il suo volto di colpo contro
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è catturato da quel suo romanzo! Se non parla
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per accostare anche il suo orecchio alla cornetta. “È
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le mani, guardavo il suo volto leggermente sfalsato che
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è chiuso dentro il suo ufficio, sta girando intorno
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accoglie quando corro nel suo ufficio dopo averla lasciata
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torre di fronte. ¶ Il suo corpo sbalzava nella stanza
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dentro il secchiaio. Il suo ventre premeva contro il
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sentivo zoppicare dentro il suo ufficio. «Deve dargli il
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quando lo raggiungo nel suo ufficio dopo la sua
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improvvisamente vicino, sento il suo volto lasciarsi andare di
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la vedevo tremare nel suo golfino felpato, quando la
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ovattato. «L’aspetta nel suo ufficio con impazienza!» mi
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smaniare, scorgevo appena il suo volto che mi veniva
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tarchiato, la pelle del suo viso era rossa, non
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doveva essere stato a suo tempo un cacciavite. Mi
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di girare, sentivo il suo rombo tornare come da
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era stato inviato a suo tempo per il reclutamento
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molto stretto perché il suo volto era viola per
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trappola appena messa, col suo bocconcino ancora fragrante, di
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a pianterreno, e al suo retro ingombro di rotoli
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vedevo da dietro il suo collo sottile spuntare da
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portava a visitare il suo stanzino. Bisognava scavalcare una
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mangiare. ¶ «No, ero il suo vice.» ¶ “Lo eri o
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verso il secchiaio, col suo piatto. ¶ Mi accesi una
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qualcuno!» esclamò vacillando. ¶ Il suo stomaco sporgeva bombato oltre
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sua stufetta, anche il suo volto cominciava a prendere
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alzava, e dava al suo volto una luce diversa
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sulla porta. Fissavo il suo cranio rasato, scorgevo tracce
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mentre faceva entrare il suo grosso piede nella scarpetta
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scarpette da ballo. Il suo corpo barcollava un po
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masticare con gusto il suo pezzo di frittata. ¶ «Però
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della donna. Sentivo il suo volto tutto un po
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macchina. ¶ «Dove abita questo suo cliente?» mi giravo per
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facendo passare per il suo autista!” mi rendevo conto
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aveva preso posto al suo fianco. Il sedile accanto
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tranquillamente un braccio sul suo schienale. Il cliente poteva
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fatica a camminare al suo fianco, per fermarla. ¶ «Non
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schiacciati espandersi contro il suo petto, contro quel tatuaggio
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Si scorgeva appena il suo volto contro il pulviscolo
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l’altra attorno al suo collo, alla sua testolina
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pagata!» ¶ Le ossa del suo piede erano ancora tutte
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Mi fermavo vicino al suo letto. Mi chinavo a
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un po’, capivo dal suo sorriso che stava pensando
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professore russo, ero il suo assistente...» ¶ «Ma che mestiere
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si sentiva solo quel suo rumore che non fa
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che stava cercando il suo punto d’impatto nella
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cominciasse a fare il suo effetto...» ¶ «Ma cosa c
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dismisura una mano, sul suo volto. ¶ Mi spostai con
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accettato di stare al suo solito posto, sul cuscino
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appiccicata. Si apriva al suo interno una rosetta, stava
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lì vicino. Ondeggiava sul suo fondo convesso, si sentiva
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convesso, si sentiva il suo rumorino come di latta
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sala. “Metta pure al suo posto una strisciolina di
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di fumare vicino al suo letto!» smaniava la donna
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un istante, indovinavo nel suo bagliore quegli occhietti sparati
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nuovo, soffocava. Coglievo al suo interno un filo infinitamente
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no non sentiamo il suo rantolino...» ¶ La porta di
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deve pure avere il suo vice!» ¶ Mi girai con
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si era disteso sul suo sedile, aveva chiuso gli
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corsa, mi regalava quel suo largo sorriso privo delle
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anche la forma del suo volto. Sentivo i capelli
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molta dolcezza sotto il suo cappuccio. ¶ «Questa è un
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È ritornato indietro...» ¶ Il suo volto era quasi schiacciato
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brillantina sul contorno del suo volto di cui non
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frammenti rosati incastonati nel suo chewing gum, quando si
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gli occhi socchiusi sul suo sgabellino, in una punta
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poi la macchia del suo volto si perdeva in
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si alzava svogliatamente dal suo sgabellino per recuperarlo. Lo
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gli occhi sotto il suo cappuccio, attraversava la stradina
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un grosso animale al suo fianco. Si era seduto
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vedeva il bagliore del suo volto privo di lineamenti
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altro si addormentava sul suo sedile, per un po
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sotto il porticato, il suo viso sfiorava abbagliante le
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quadrante altrettanto bianco del suo orologio, chinandosi un po
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chinandosi un po’ sul suo polso, impallidiva...» ¶ «E tu
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l’hai ancora il suo indirizzo?» ¶ «Sì, sì, lo
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alla fine. Scorgevo il suo corpo gonfiarsi e sgonfiarsi
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vedeva la nube del suo fiato mentre mi parlava
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parlava. ¶ «Lei è un suo amico?» chiese d’un
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proprio... ho avuto il suo indirizzo da un’altra
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dire. «C’è il suo nome...» ¶ La donna scosse
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la testa, sospirava. ¶ «Il suo nome, i suoi documenti
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sempre in piedi al suo fianco, con l’altra
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sul petto, su quel suo tatuaggio... “Oh, sì, sì
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Perché aveva lasciato il suo indirizzo, gliel’ho detto
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vicina che sentivo il suo corpo sotto il velo
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le braccia, sentivo il suo caldo respiro contro il
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capire niente su quel suo torace tatuato, tutti e
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tavolino. La chiazza del suo volto diventava ancora più
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impossibilitata a mordere il suo volto. Si bloccava un
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a ruotare attorno al suo volto invece che alla
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un pezzo e il suo volto aveva già perso
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perso un po’ del suo chiarore nel buio abitacolo
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impregnasse d’aria al suo interno, li faceva piombare
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ai fogli, anche il suo volto. Sonnolenza cominciava a
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ne sarebbe stato del suo volto se ci fosse
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e da come il suo corpo si muoveva, da
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attesa straordinaria per questo suo comizio!» sorrise indicando la
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con la mano. ¶ Il suo volto emanava ancora un
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E stava facendo il suo ingresso un lunghissimo palo
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perché potevo vedere il suo volto da vicino. Capivo
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costringermi a girarmi. Il suo guidatore rideva un po
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in silenzio, veniva dal suo volto quell’odorino di
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altro!» ¶ Eravamo ormai nel suo ufficio. Si era buttato
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mano sulla guancia, il suo volto appariva un po
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del portone, volava al suo interno come un pulviscolo
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fianco alla rampa, col suo grande telaio di ferro
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ruggine si staccava dal suo telaio, sfarinava. Nel secchiaio
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che era rimasto sul suo fondo. Sentivo i suoi
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così ho equivocato quel suo ultimo gesto della mano
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essere già apparsa nel suo vano perché dal basso
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stare seduto, ma il suo piccolo ventre gonfio d
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dentro agevolmente, solo il suo piccolo ventre gonfio d
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impennarsi. La testolina del suo pilota sbatteva qua e
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la testolina immobile del suo pilota, ancora attonito al
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neanche velarsi, muoveva al suo interno le mani senza
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a piccole ondate sul suo volto, gli cancellavano di
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il Gatto, scorgevo il suo profilo rilassato, mentre dormiva
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se stessa. Apparivano al suo interno oggetti inaspettati, scatoline
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il passo, quando il suo volto s’irrigidì, vedendomi
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neanche a vedere il suo volto controluce. Con l
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vapore che saliva dal suo piatto ancora pieno di
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mossa all’improvviso dal suo posto, stesse già venendo
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di nuovo verso il suo posto, in fondo al
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nella vecchia costruzione, il suo banco restava vuoto nella
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mancava per ultimare il suo corredo da sacerdote. ¶ Il
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di sapone tintinnare al suo interno, quando tornava dagli
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istante a entrare, il suo volto si era irrigidito
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finestrino abbassato. Seduto al suo fianco, mi pareva di
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con la mano, il suo sguardo passò per un
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si poteva guardare il suo filo incandescente. C’erano
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stava dirigendo verso il suo vecchio posto. ¶ Gli era
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far ruotare tutto il suo corpo, anche la testa
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stato preparato, scorgevo al suo interno le forme incandescenti
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mai del tutto sul suo corpo. Dovevo spostare le
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degli inginocchiatoi che il suo coperchio non stava chiuso
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si sfuocava completamente sul suo corpo, le sue ginocchia
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a mia volta. Il suo viso tremava distintamente dietro
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inclinato sull’altare, il suo tremito si era arrestato
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distanza. Mi inerpicai sul suo zoccolo alto di cemento
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scendesse fin sotto il suo pavimento, entrava direttamente nel
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slanciata dell’aliante, il suo pilota ancora immobile al
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colpo, in verticale. Il suo pilota si buttava in
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e scompariva anche il suo pilota e la piccola
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ogni tanto, sedendosi sul suo nuovo letto un po
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a cambiare, vagavano al suo interno piccoli sciami incredibilmente
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luce del cortile, il suo braccio mi premeva forte
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a certe porte. Il suo volto cambiava colore, quando
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che stavano passando sul suo volto vampate leggere, di
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continuando a gridare, il suo volto fradicio d’acqua
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ancora a girare sul suo fondo. Cercavo di frenare
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la foga crescente del suo gesticolare!» ¶ «Gesticolavo?» ¶ «... e anche
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di parlare, indovinavo il suo profilo un po’ irrigidito
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ciascuna parola dentro il suo contorno, prima di diventare
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gli occhi socchiusi sul suo sgabellino. Il cieco lo
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ricadesse di colpo sul suo gancio allentato. ¶ Anche il
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mentre Sonnolenza aspettava il suo turno seduto su una
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Albino passando fragorosamente col suo carrettino, fumigava già in
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e si restringeva sul suo corpo mentre camminava. Trattenevo
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i soli contorni del suo corpo come radiografati nello
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di colpo sotto il suo calcagno. Il sacco modificava
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avvicinai alla massa. Il suo contenuto traboccava ormai ben
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in perfetto silenzio il suo enorme ventre. C’erano
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lo Ziò. Scorgevo il suo ventre galleggiare dietro i
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faceva ondeggiare a ogni suo piccolo spostamento sulla sedia
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rovesciato nello spazio. Il suo peso doveva essere diminuito
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cuspide, e certo il suo bagliore era visibile già
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1998
occhi dalle fiamme, il suo volto rischiarato dal bagliore
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pareva di cogliere al suo interno l’alone del
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1998
a trovare materia al suo interno. Il Nervo affondava
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fuori di colpo dal suo fronte, andavano a spegnersi
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la linea sottile del suo callo igneo, oppure fermarmi
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igneo, oppure fermarmi al suo interno come se niente
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1998
trovata nelle scuderie. Il suo corpo era diventato trasparente
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1998
zampa di gatto sul suo corpo, neppure durante il
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1998
elettrizzato dei capelli. Il suo vestito d’organza ondeggiava
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1998
Albino stesse sventolando il suo scudo di lamiera per
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1998
manubrio, pianissimo perché il suo morsetto era privo da
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1998
fuori dalla finestra. Il suo biancore sbalzava in punti
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1998
cinta, prima che il suo stesso peso la staccasse
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1998
con gli occhiali, il suo letto era vuoto e
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1998
sua veste e del suo velo, e il vento
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si stava levando al suo passaggio. ¶ Arrivata alla fine
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1998
riuscivo a distinguere il suo volto, perché si era
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contorni tutti scheggiati del suo velo, mi pareva che
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mi pareva che al suo interno non ci fosse
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di sigaretta lasciati a suo tempo dall’uomo con
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riduceva al minimo il suo soffio, mi osservava a
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suono della campanella. Il suo volto si rarefaceva sempre
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1998
perfettamente l’interno del suo corpicino controluce. ¶ Non vedevo
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1998
pareva che tutto il suo corpo e la sua
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1998
aveva già fatto il suo ingresso nell’unica navata
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1998
strisciolina del collare sul suo collo da poco lavato
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croce oscillava sotto il suo peso, mentre due uomini
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avvolgendo assieme sia il suo che il braccio di
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1998
nel cielo con il suo guscio brulicante, saliva e
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1998
si lanciavano già al suo inseguimento, correvano su per
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1998
nella sua mano. Il suo camice bianco abbagliava, e
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attorno come assente. ¶ Il suo corpo emanava ancora il
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trattenersi dal sedere sul suo seggiolino girevole, dopo averlo
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avevo mai visto al suo fianco quel luccicante sidecar
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sentì il rumore del suo coperchio sbattuto con forza
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1998
lamentò una donna al suo fianco. ¶ Solo allora mi
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1998
aveva ormai terminato il suo lavoro, mi era venuta
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zone così lontane del suo volto che li potevo
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vedere più lontano. Il suo sguardo si arrestò per
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gradini che a ogni suo passo non capivo se
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bene i lineamenti del suo volto perché dal catino
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parve di scorgere un suo sorriso di saluto dentro
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fermo e sospeso al suo interno, ormai staccato e
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senza dire niente, il suo volto era nascosto da
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colori sovrapposti ricoprivano il suo giubbotto e i suoi
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mano allungarsi verso il suo tronco, sfiorarne per qualche
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dopo sentii che il suo corpo si stava già
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parti sempre diverse del suo volto e dello spazio
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staccato le mani dal suo corpo. Non mi sembrava
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passava troppo vicino col suo rombo, sollevando polvere e
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imboccatura della grotta, col suo fucile nuovo fiammante tra
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mozzò qualcuno, ma dal suo sguardo preoccupato, da come
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estrema il padiglione del suo orecchio destro tutto annerito
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ormai molto basso, il suo viso non si distingueva
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come una mummia. ¶ Al suo interno restava sempre un
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si richiudevano attorno al suo piede, a ogni passo
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apparso di colpo al suo interno, a poca distanza
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distinguere i contorni del suo corpo persino sul terreno
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trovare proprio sotto il suo corpo nell’esatto momento
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parevano doversi incendiare al suo contatto. ¶ L’Albino l
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notare da lontano il suo leggero bagliore che scaturiva
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punto di frattura, il suo ossicino non si vedeva
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stava vibrando distintamente sul suo zoccolo di vetro. ¶ Non
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visto accostarsi, perché il suo corpo era così chiaro
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sbalzava nel biancore del suo pugno, lo sentivo saltare
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scala. ¶ Non vedevo il suo volto, perché puntava il
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fosse collocata, perché al suo ingresso tutto il lettone
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bicchierino di carta. Il suo corpo sembrava avvitarsi nella
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lenzuolo trasparente. Sotto il suo velo si coglievano moti
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gambe, il baricentro del suo corpo si abbassava ogni
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preparava a spegnerla nel suo consueto spegnitoio. Ero già
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accanto alla voliera. ¶ Al suo interno molti uccellini colorati
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il pinzimonio, o il suo gessetto largo e piatto
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di tempo dopo, il suo braccio mi sfiorava la
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Il Nervo raccolse il suo complesso copricapo, che aveva
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si stagliava eccessivamente sul suo sfondo, spostandosi verso lo
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guardava senza parlare, il suo volto appariva indecifrabile e
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che il resto del suo corpo non riuscisse più
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che una parte del suo corpo s’inclinasse tutta
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maccheroncino esploso sotto il suo corpo mentre era addormentato
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alto, molto inclinato sul suo manico, in un punto
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massa elettrizzata. Anche il suo volto, tirato in su
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continuando a fissare quel suo incredibile fermaglio da un
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punto molto alto del suo braccio, oppure fissata a
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correndo in bicicletta, col suo carrettino traballante. Scivolava sulle
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orinando non visto sul suo fondo, quando gli era
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pregava in silenzio sul suo fondo. E posti segretamente
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silenziosamente la giostra. Al suo interno, quando l’apertura
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punti calcolati. Poi il suo volto riappariva di nuovo
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con cura, ascoltando il suo cigolio nella camerata silenziosa
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dell’altare, avvertivo il suo sguardo sulla mia nuca
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accennò ad alzarsi dal suo posto. Lo scorgevo mentre
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riuscisse a schiodarsi dal suo posto. Singhiozzò, uscì correndo
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Stava già alitando sul suo disegno in rilievo, la
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la piscina, camminando sul suo fondo per un po
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che la linea del suo prolungamento intersecasse qualcuna delle
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a farla penetrare nel suo corpo. Il Gatto, che
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nel refettorio. Era il suo turno di servizio, ma
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Era già tornato al suo posto, non potevo fare
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ogni minima espressione del suo volto, quando mi capitava
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foglio giaceva dimenticato sul suo banco, così in vista
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capitava di scoprirlo sul suo comodino, in dormitorio, oppure
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continuavo a osservare il suo volto che masticava lentamente
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faccia nel piatto. Il suo torace rimbombava, i colpi
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quando si alzava dal suo posto per raggiungere la
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staccarsi dal resto del suo corpo. ¶ Uscimmo dal refettorio
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e accecante. Scorgevo il suo volto irreale in piena
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pareva che tutto il suo corpo continuasse a tremare
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colpo e che il suo contenuto dovesse cominciare a
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Vedevo il materasso del suo letto sussultare, mentre stava
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a sghignazzare. Tutto il suo corpo tremava, si scuoteva
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era ormai vicinissimo al suo volto, lo colpiva con
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tutti assieme. Aggrappato al suo braccio, il benefattore era
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la svuotava. Anche il suo rapporto con gli oggetti
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quasi con furia il suo sacchetto, sparpagliava sul letto
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avvicinava, si metteva al suo fianco contro la ringhiera
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doveva quasi aggrapparsi al suo braccio, per fermarlo. ¶ Poi
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atterriva. Lo rimisi al suo posto, chiusi il ripiano
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frazione di tempo il suo sbocco devastante ed estremo
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la perfetta potenza del suo gesto finale assolutorio. ¶ Era
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che potevo scorgere al suo interno i capillari sottilissimi
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tagliente della lama, col suo discrimine rovente. Rimontavo alla
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nera e lucente del suo volto. Mi bloccai con
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dell’acqua immobile nel suo spazio cubico. Tornavo vicino
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era al massimo del suo rombare, si chinò improvvisamente
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contenessero alcun corpo. Il suo volto si stava accigliando
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dalla calotta luccicante. Il suo corpo continuava a ruotare
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veste di ricambio, col suo vecchio collare, anche se
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parcheggiata nel cortile sul suo alto cavalletto, con una
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potevo vedere che il suo labbro inferiore era un
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superare. Allora tutto il suo corpo si distendeva a
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passaggio chiuso, poi il suo rumore si disperse in
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mossi qualche passo al suo interno. Il terreno sprofondava
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montagnola. L’acqua sul suo fondo era nera, piena
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vedono le ossa del suo volto pulsare mentre mastica
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Pesca era tornata al suo posto, si sentiva di
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mano, scorgevo appena il suo braccio levato, un po
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Si scorgeva ancora il suo pilota sempre immobile al
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neanche il vento del suo volo che alzava, che
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si distingue quasi il suo volto mentre passa contro
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Pesca, si vede quel suo fazzoletto rosso fiammante sbalzare
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più vicina, con quel suo vestito sfuocato... È di
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appena le linee del suo collo, delle sue braccia
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su di te...» ¶ Il suo volto sorrideva e slittava
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a scollarsi a ogni suo movimento, a sconfinare...” ¶ Aveva
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Emily sta guardando il suo cavaliere con gli occhi
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testa sulla spalla del suo cavaliere, sembra che stia
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forma tutta sfuocata del suo ventre, mentre stava seduta
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a domandare indicando il suo ventre. «Quando mai ci
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appena i contorni del suo corpo e delle sue
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appena l’alone del suo volto, senza più contorni
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contemporaneamente nel ventre del suo stesso feto” ti starà
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oltrepassi...» ¶ Sentivo solo il suo braccio sulle mie spalle
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Fallo sballare, per il suo bene, fallo ammutolire! Fallo