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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «suo»

nautoretestoannoconcordanza
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il pacco, lesse il suo nome scritto in inchiostro
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si mosse nulla nel suo viso. La richiuse. Allora
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ripigliare in mano il suo cappello e con il
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del personaggio. A modo suo il signor Rail amava
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un pesce sfinito dal suo mare, mare di numeri
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lui lo era stato suo padre e prima di
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padre e prima di suo padre lo era stato
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stato il padre di suo padre e cioè il
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proprio padre e il suo mestiere di contadino per
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anni fa. E il suo primo pensiero fu ¶ “Quella
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così distintamente che il suo secondo e limpido e
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un solo angolo del suo volto si muovesse, e
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e piangeva, in quel suo modo invincibile, quando aprì
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era presa ormai il suo cazzo e con movimenti
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a corricchiare, in quel suo modo stralunato, sembra che
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definisce, ingenerosamente, sconfortanti – del suo ultimo esperimento sulla propagazione
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per l’albergo di suo cugino, Alfred Dallet, a
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Dallet confessare – a un suo collega e non senza
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condivido senza riserve il Suo entusiasmo e la Sua
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mi ha esibito un suo particolare calcolo sulla dispersione
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mi voglia credere ¶ sinceramente Suo ¶ Marius Jobbard ¶ P.S
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di poter accettare il Suo cortese invito al concerto
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dramma. Le prove a suo carico, raccolte nel breve
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festeggiò come giorno del suo ottavo compleanno. Con una
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giorno”. In occasione del suo ottavo compleanno Pekisch gli
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cittadinanza di Quinnipak che suo marito era eroicamente deceduto
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consuetudine con il sottotenente suo marito. Però su quella
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destinazione. Girava avviluppato nel suo destino. Come tutti, peraltro
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tanto si chiudeva sul suo sesso, scivolava su di
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lui, si avvicinò al suo viso. Nella penombra lo
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sua ora, dunque il suo tempo, mille tempi diversi
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diversi, ogni città il suo, se qui erano le
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ogni città con il suo orologio – e la Grand
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e si portava un suo tempo dentro che scivolava
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locomotive, ciascuna con il suo bel nome (a ciò
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come oggetto, l’ultimo suo indimenticato discorso, discorso muto
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quando con delicatezza a suo modo affettuosa disegnarono le
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con un acuto il suo sol personale. ¶ – Grazie, signora
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Elementare. ¶ A detta del suo inventore, l’umanofono presentava
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mai visto entrare il suo sol da quella porta
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e l’altro il suo letto di simil-figlio
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a lui viaggiava il suo assistente, un ometto sorridente
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nessuna parte essendo il suo compito quello di correre
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punto d’arrivo del suo treno non andrebbe esclusa
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quel treno ha un suo posto speciale dove arrivare
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Quanto ai costi, il suo desiderio, perfettamente legittimo, di
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di Quinnipak spiccò il suo primo rintocco. ¶ Pekisch lo
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sua stanza davanti al suo fortepiano, Pleyel 1808, legno chiaro
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era Quinnipak e il suo campanile, di nuovo alzò
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ha messo davanti al suo fortepiano e mi ha
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così... ed entro nel suo letto, e ci abbracciamo
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negli occhi in quel suo modo che non perdonava
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modo molto singolare, tutto suo. Sembrava vivesse in un
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vivesse in un acquario suo personale dove non esistevano
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vide, in viaggio sul suo treno cieco, perché nella
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di un movimento non suo. ¶ Presa per mano dall
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era Mormy. ¶ Mormy. ¶ Vide suo padre sulla sedia a
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di Quinnipak, ognuno sul suo cavallo, da un estremo
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o un niente. O suo padre sulla sedia a
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forse qualche dolore tutto suo gli aveva messo addosso
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ne scese giù al suo campo gustandosi l’aria
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come lo era stato suo padre, il vecchio Gurrel
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salì lentamente fino al suo viso, sfiorò le sue
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Mormy. Jun avvicinò il suo volto a quello di
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per anni era stato suo. Resistette ventitré giorni. Era
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sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita. ¶ Il signor
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sera, nel silenzio del suo studiolo, sentiva distintamente il
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in generale ancora il suo destino si incagliò. Non
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fosse praticamente nulla di suo, in giro, da ammirare
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salvarsi dalle maree del suo fidanzamento, e in generale
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capo che interruppe il suo lavoro, già in fase
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ne stava chiuso nel suo studio ordinando maniacalmente i
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di casa ridestava il suo dèmone personale: gli bastava
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sempre. Così, quando un suo ricco amico di nome
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ad Alessandria: ma il suo dèmone personale, inaspettatamente, rimase
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della fantasia. Tornò nel suo studiolo con la chiara
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sua stanchezza. ¶ Consegnò il suo progetto l’ultimo giorno
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facoltà di “presentare un suo progetto che raccogliesse i
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indomani della pubblicazione del suo progetto su una nota
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piedi”. Nel segreto del suo studiolo Hector Horeau era
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strano gli occhi di suo padre: erano occhi meravigliati
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perché è importante il suo brevetto. Se lei davvero
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signor Rail vide il suo volto coprirsi di sudore
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un duello misterioso, tutto suo. C’era lui e
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capitale, quello era il suo destino... via da Quinnipak
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perché quello era il suo destino... da qualsiasi parte
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la gamba era al suo posto... dopo poi... ho
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pietre, ciascuno con il suo strumento addosso. Non manca
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occhi l’immagine di suo figlio che abbassa la
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il cielo – teneva il suo trombone in mano e
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mano di Jun sul suo sesso, premere con dolcezza
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in un sorriso, il suo volto, un sorriso / ADESSO
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sfinito, e poi il suo sperma scendere tra le
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altro ognuno su un suo filo immaginario e rettilineo
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infinito davanti, a modo suo – tutti – in quel momento
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un pacchetto con il suo nome scritto in nero
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i fucili, ognuno il suo, e uno zaino pieno
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tagliava le pagine del suo libro, una ad una
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posato per terra il suo libro sulle fontane e
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quella gente, con il suo pacco stretto tra le
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si tenne stretto il suo pacco. La taverna era
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lì ad aspettare il suo momento. Era arrivato, il
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momento. Era arrivato, il suo momento. “E se proprio
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si alzerà, prenderà quel suo maledettissimo libro e se
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Un giorno ripiglierà il suo viaggio. E Jun è
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Miracolosamente, da anni, il suo destino trattiene il fiato
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perché ha addosso il suo destino, limpido e semplice
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so che stringeva il suo destino. Non lo mollerà
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si stringesse addosso il suo pacco, e uscisse dalla
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aveva fatto sapere, al suo fidanzato e a tutti
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agitava nell’aria il suo bastone scandendo le offerte
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il barone e il suo entourage. Gli occhi del
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suore trovarono che, a suo modo, era un uomo
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alla stessa ora. Sul suo comodino non c’erano
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strisce. Il pendolo del suo mistero aveva cessato di
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giorno, videro improvvisamente il suo meccanismo incepparsi. ¶ L’assistente
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sua presenza. Continuò nel suo assurdo ma preciso lavoro
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dire: stava facendo il suo bagno mensile, Pekisch, quando
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signora Abegg interruppe il suo consueto monologo serale per
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ore seduta vicino al suo letto, senza saper cosa
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un buon gusto, il suo. D’altronde lui mi
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noi. Tool diceva che suo nonno faceva il maestro
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era vero. Era morto, suo nonno. Io non l