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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Verri, Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene, 1782

concordanze di «te»

nautoretestoannoconcordanza
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il tuo viaggio, se te lo hai proposto verso
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Anzi, diss'ella, io te devo ricompensare, perché declinando
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cioè l'amore: ¶ Di te dovea temer chi pria
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deh spiega, donde in te è penetrato questo dolore
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mai irritato, onde in te derivi così misera perturbazione
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Donde avviene che a te, poc'anzi tanto assidua
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di un momento?” “Oh te beata! proruppe Saffo, a
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fosse tua persecutrice, da te in qualche modo irritata
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più sollecita l'ancella; “Te misera! esclamò, avresti forse
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sorga l'aurora: io te le serbo e meco
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che molti cuori da te ottengono, e tutte soffro
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pene amorose che a te sembrano finte, perché libero
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Dea si serve di te medesimo per esercitare a
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medesimo per esercitare a te incognite vendette”. La facilità
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Rodope accorrendo e disse: “Te infelice, se ne' tuoi
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quali osservando Scamandronimo: “A te spetta, disse, o figlia
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se ne querelano”. “Oh te felice, esclamò Saffo, che
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proposto, la maraviglia in te operata da Venere, acciocché
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non bene nascosta, privi te di conforto e noi
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accorte, di rivolgere a te l'animo di lui
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acquisto. Che se a te piace il garzone per
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lagrimosi la figlia, in te ritrovo il primo momento
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divenissi poi infedele a te e spergiuro a lei
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modo che vorresti per te medesimo. Al che si
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tua destra, o fanciulla, te ne prego”. E Saffo
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di Pafo ¶ Mal per te che 'l vedesti! egli
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intelletto, io spero, siccome te ne prego, che tu
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benevolenza, che ormai per te sento, io sono inclinata
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la tua felicità in te medesima, ma nell'oggetto
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quali sieno verso di te le influenze de' Numi
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amore, i quali in te derivando dalla prepotente vendetta
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se io volessi non te soltanto e questa seguace
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mio cuore cerca da te conforto e non fantasmi
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loro potenza, essi non te la mostreranno con buoni
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soddisfaccia e invochi per te la Dea, pregandola primamente
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dalla Dea protettrice: “Oh te misera, esclamò, quant'altri
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orme della ignominiosa fuga. Te infelice Scamandronimo, che ora
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tua, ancora più di te sventurata, figlia! ¶ CAPITOLO VI
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fuga, che se di te non ottiene qualche nuova
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e non fossi da te amato, avvegnaché è somma
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che ne siamo a te debitori, o donzella; e
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che avrò cura di te come di figlia”. Alle
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che a soffrirli per te medesima, o bella e
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ospite, disse Saffo, a te non appartiene quanto ho
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che questo Eutichio, per te così cortese, è molestissimo
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condanna un giudice da te prescelto”. “Anzi, rispose lietamente
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vivo l'ardore. Ma te felice, o Saffo, se
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per verità, che di te so il più e
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futuro dei Numi”. “Oh te veramente felice, esclamò Saffo
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tempo ch'io non te lo narro, divenni servo
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futura. ¶ Che se da te rivolge il piè fugace
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degli abbattuti sensi. Oh te veramente sventurata donzella, che
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i nostri pensieri a te rivolti”. Alle quali parole
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non può alcuno da te accommiatarsi senza gravissima tristezza
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disputazione alcuna, io a te la perdono, perché né
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io li prego che te mantengano lieto. Addio. ¶ CAPITOLO
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e ad intendere da te qual sia la di
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Nume, io farò a te manifesto quanto egli da
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manifesto quanto egli da te richiede”. Quindi fissamente guardandola
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confidando ne' clementi, a te ricorro ministro de' favori
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altri, non meno di te infelici, hanno spente le
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Scostati adunque alquanto, io te ne prego per la
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sani pensieri. Comunque siasi, te misera o Saffo fra