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Luigi Alamanni, Della coltivazione, 1546

concordanze di «terren»

nautoretestoannoconcordanza
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1546
solo adora ¶ Il gallico terren; sotto il cui regno
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visitando vada ¶ Tutto il terren ch'alla sua cura
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Fan sì ricco il terren d'onde novelle, ¶ Che
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tempo puote ¶ Chiuder poco terren con breve fascio, ¶ Cotal
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E già senta il terren (ché n'è ben
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truove ¶ Il più grasso terren che meno abbonde ¶ D
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senta oltraggio: e nel terren più leve, ¶ Sia raro
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La sementa e 'l terren trarrebbe al fiume. ¶ Ma
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mercede; ¶ Già commetta al terren la sua sementa. ¶ Sian
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Tu dài frutto al terren, tu liete e gai
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Se fia lieto il terren, sia più cortese ¶ Il
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essendo ¶ Posto dentro il terren, soverchie avrebbe ¶ Radici intorno
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riprenda, ¶ E cavando il terren dentro e d'intorno
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anno ¶ Cresca il patrio terren di nuovi frutti, ¶ Quanto
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rami, ¶ O cangiando il terren più volte, spoglia ¶ Il
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umore, ¶ Chi l'arido terren, chi valle o monte
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poco appresso ¶ Il medesmo terren riporre ivi entro; ¶ Del
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trito ¶ Aggia il mosso terren pria che la vite
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arte, ¶ In un simil terren più di le piante
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Ove è grasso il terren, più spessa pianti ¶ L
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ragione ¶ Le amministra il terren l'umore e l
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felci ¶ Sovra il duro terren coverchio e letto ¶ Contro
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uno ha grasso il terren, l'altro ebbe pioggia
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agute ¶ Per bagnar il terren di sangue pio. ¶ Fuggasi
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lieto ¶ Il vostro almo terren sicuro giace, ¶ Qualor sente
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cielo. ¶ Vivi, o sacro terren; vivi in eterno ¶ D
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sole: ¶ Questa chiude il terren; questa è veneno ¶ Alla
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fisso, ¶ Sotto il nostro terren s'asconde in loco
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spinge) ¶ Del suo natio terren difenda i lidi ¶ Dal
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Non sia molle il terren, che troppo nuoce: ¶ Poi
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invitto, ¶ Contra il natio terren le patrie insegne ¶ Con
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onori, ¶ Dal suo dolce terren, quanto più sanno, ¶ Coll
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corno; ¶ Righi dietro il terren la lunga coda; ¶ Sian
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erbe ¶ (Ché del patrio terren si trova in bando
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O tra 'l brutto terren corrotto e guasto ¶ Dalle
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appare, ¶ Come il gallo terren produce; il quale ¶ Di
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Alte sì, ch'il terren non possa a quelle
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egli è che 'l terren simigli a sabbia, ¶ Della
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il seggio ¶ Dentro al terren che più conface a
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sopra stringe ¶ Il ghiacciato terren che sotto scalda; ¶ E
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spanda; ¶ Men nel secco terren, che nell'acquoso: ¶ Che
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chi volesse ¶ Di selvaggio terren far lieti colti. ¶ Già
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abbonde ¶ L'umido nel terren, che in secco loco
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nevi, ¶ O nel magro terren dall'acque oppresso, ¶ Si
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Ov'è grasso il terren, men seme spanda; ¶ Nel
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trito ¶ Da costoro il terren, più lieto viene. ¶ Ponghin
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il primo ¶ Dell'inculto terren la miglior ésca; ¶ Vieni
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appresso ¶ Il più caro terren; ch'ivi entro possa
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arnesi ¶ Che tragghin dal terren più largo il frutto
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meglio: ¶ Posti dentro al terren, la quercia e 'l
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sola ¶ Tenne sotto al terren nell'acqua immerso; ¶ E
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pianta, ¶ Solo a tanto terren ne basta un paro
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son tutti ¶ Simiglianti i terren: quello è pietroso; ¶ Quello
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sassi ¶ Diede il natio terren, come si vede ¶ L
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cielo, ¶ E fertile il terren, che sia diviso ¶ Parte
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Si può dir al terren cui presso giace. ¶ Molti
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allora ¶ Di lasciar il terren che tanto amâro, ¶ E
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E che il gallo terren, l'Ibero, e 'l
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fabbricar, mutando albergo, ¶ E terren rinnovar, ch'ei prenda
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Né di loto o terren ti renda odore: ¶ E
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chiede ¶ Il suo poco terren, sarà schernito ¶ Dal più
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accoglie ¶ Dal suo giusto terren nell'anno frutti. ¶ Quella
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Pur sia in basso terren; ma caldo e fosco
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armi ¶ Onde porta il terren l'acerbe piaghe, ¶ Sian
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Pallente argilla, e quel terren noioso ¶ Che rosseggiando vien
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Dentro e fuori il terren; fa' intorno al loco
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guisa, ¶ Ch'il soverchio terren non tanto aggrevi, ¶ Che
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altrove. ¶ Ove abbonde il terren, si ponno ancora ¶ D
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arbusti ¶ Faccian ricco il terren che 'ntorno giace; ¶ E
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intorno ¶ Il suo nuovo terren, se in esso senta
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gielo ¶ Tutto triti il terren, le barbe ancida; ¶ Che
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rende oscura; ¶ Ripercuota il terren, disponga e formi ¶ Ben
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quale ¶ Vuol profondo il terren, qual vuol gli scogli
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cielo ¶ E cangiando il terren, felice e verde ¶ Menan
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ciò fusse, ¶ L'onorato terren ch'ancor soggiace ¶ Al
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Ma il vostro almo terren, gran Re dei Franchi
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gode ¶ Ove penda il terren: vuol raro il seme
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seggio; ¶ Dentro a miglior terren colonia induca, ¶ Tempo è
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la satureia ¶ Negli aprici terren vicino al mare; ¶ La
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assisa, ¶ E 'n umido terren: se la sementa ¶ Fia
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celesti Dee, ch'al terren d'Argo ¶ Partorì mille
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caldo il cielo, il terren trito, ¶ Ove abbonde l
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E sopra alzi il terren, che tutto cuopra: ¶ Non
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figli, ¶ E riporgli in terren ben lieto e grasso
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insegna ¶ Oggi il gallo terren che a mezzo il
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altrove. ¶ Or dal primo terren chi il seme accolse
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e calce ¶ In arido terren si serri intorno ¶ Il
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seme ¶ Vengon fuor del terren, tramuti altrove ¶ Chi gli
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giunto. ¶ Grasso, lieto il terren, vangato e culto, ¶ Ove
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alquanto ¶ Colla vanga il terren, che dia più loco
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onda, ¶ Così freddo il terren; poi in somma viene
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nemici ¶ Ripien l'almo terren, può molti ancora ¶ Scampi
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in giro ¶ Il predato terren, discinta e scalza ¶ E
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aperte; ¶ Altri cinge il terren colla vite alba; ¶ Chi
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fuore ¶ A vestir il terren l'erbe novelle. ¶ Già
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arde e stringe il terren; né schermo avemo, ¶ Come
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il meglio. ¶ Nullo schiva terren, purch'aggia intorno ¶ Fresche
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tratta ¶ La fronte dal terren, sopr'esso avvolga ¶ Un
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E sia molle il terren: poi quando fuore ¶ La
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culto ¶ E ben mosso terren ove non grave ¶ Lo
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affini. ¶ Or nel bianco terren (che gli è più
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allora ¶ Versa del tuo terren le biade e 'l
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onda, l'aria, il terren rimuove e cangia. ¶ Colla
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Lira, ¶ Ben minaccia il terren d'aspra procella. ¶ Se
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Arturo, ¶ Già bagnando il terren, si asconde e fugge