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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «ti»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
donne «quelle sì! Che ti cavavan fuori certe note
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e sposarci sùbito. ¶ — Ah?... ti pare! - fece Arrigo, duramente
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è meglio che tu ti rivolga al tuo banchiere
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disse a Mamma Gilda: ¶ — Ti ho pagata finora o
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o no? ¶ — Non dico... ¶ — Ti devo qualcosa forse? ¶ — Cento
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non è scaduta finora. Ti devo altro? ¶ — Il mese
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ad aizzarla: ¶ — Vedi cosa ti combina quel sudicione? ¶ Arrigo
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nellèaltro, bisogna pur rimediare, ti sembra? Se no entra
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scusa e spero non ti scorderai che siamo vecchi
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prudenza lo teniate lontano. ¶ — Ti prego di non supporre
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È quello appunto che ti volevo proporre. ¶ —Però, intendiamoci
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appena col tuo lavoro ti sarai procurata la certezza
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volta una certa energia. ¶ — Ti cercherò un impiego, e
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prima della villeggiatura, dunque ti prego di non ribattere
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ai ferri corti: io ti metto fuori di casa
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ormai, caro babbo. E ti prego di non scordare
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proprie inclinazioni. Puoi, se ti piace, sospendermi quel piccolo
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assegno mensile, che forse ti costa un sacrifìcio, e
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le aveva detto anzi: « Ti voglio... » ma dolcemente, senza
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vuoi dirmi di cosa ti tormenti? ¶ Egli nulla confessò
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che perdere. Pazienza! Intanto ti ringrazio. Sono venuto da
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segretario temporaneo. Totò Rigoli ti vuol bene. Ed io
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con un bel riso. — Ti pare che avessi bevuto
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gli garbasse affatto. ¶ — Dunque ti sei messa a bere
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un piccolo trastullo. ¶ — Non ti si vede più, — ella
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Rafa le corre appresso, ti consiglio di lasciarla stare
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con vergogna. ¶ — Eh, sì, ti pare! — esclamò Loretta, che
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un pezzo che non ti ricordi più di noi
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di schiuma. Guarda se ti piace, se no te
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gustato qualcosa di simile! ¶ — Ti piace? — domandò Anna Laura
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si, vorrei... — disse. ¶ — Bene, ti ci condurrò io. ¶ — Ma
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il teatro! ¶ — No, io ti vengo a trovare, perchè
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di nascosto. ¶ — E non ti la male? ¶ — Male? Tutt
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Vedi che la sigaretta ti fa male! Buttala via
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spesso. ¶ — Davvero? E questo ti lusinga? ¶ — Un po’... un
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fermaglio di brillantini. ¶ — Chi ti ha dato questo braccialetto
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son comperato io. ¶ — Chi ti ha dato i denari
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sincera... Hai qualcuno che ti corre appresso? Qualche innamorato
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appresso? Qualche innamorato che ti fa la corte? A
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vorrei nemmeno che tu ti lasciassi abbindolare dal primo
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sono servo e che ti voglio bene. Parlava con
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fiducia in tua sorella: ti ripeto che non sono
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E adesso, — riprese Arrigo, — ti regala braccialetti! Dunque vuol
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dire! Abbi pazienza. Ora ti servo il tè, poi
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servo il tè, poi ti racconto. Solo giurami di
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molto. ¶ — Ma cosa mai ti scriveva in quelle famose
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sciocchezza con lui! ¶ — No! Ti giuro di no. E
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la verità. ¶ — Ossia?... ¶ — Ecco, ti racconto. Lui ha cominciato
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di gridare. ¶ — E allora ti lasciava? ¶ — Subito. ¶ — Davvero? ¶ — Eh
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confessione, oppure si tace, ti pare? ¶ — E come andò
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un pezzo. Continua. ¶ — Dunque ti dicevo che, nonostante il
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fossi innamorata, via, pazienza! Ti confesso che domani, per
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potrebbe anche darsi... ¶ — Che ti sposasse? Chissà mai. Per
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siccome dobbiamo parlarci chiaro, ti avverto che io non
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avverto che io non ti lascerò divenire l’amante
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Poi, non credo che ti convenga. ¶ — Oh, bravo! Adesso
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meglio. ¶ — Non credo che ti convenga in nessun modo
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nulla della mia, però ti rassomiglio. Vorrei, come te
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strada non importa. Guardami: ti sembro nata per faro
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silenzio con queste parole: ¶ — Ti vedevo così di rado
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casa t’accusavano, io ti difendevo sempre. Quando venivi
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se io, senza volerlo, ti consigliassi male? ¶ — Non fa
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vorrei prima tentare che ti sposasse. Ma per questo
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povero Rafa!... ¶ — Ma dove ti sei fatta così donna
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come al solito, qui ti cambierai. C’è tutto
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intorno al collo. — Come ti voglio bene! ¶ Egli finse
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certo. ¶ — E le calze? Ti piacciono le mie calze
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lei, dolcemente la respinse. ¶ — Ti piacciono? — ella domandò ancora
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bene questo cappello, non ti sembra? ¶ Era di paglia
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teneva intento. ¶ — Sì, Lora, ti sta molto bone, — disse
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coi pochi denari che ti passano in casa? ¶ — Come
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padrona. ¶ — Ma come mai ti fanno eredito? ¶ — Quando posso
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tu non puoi capire. ¶ — Ti sbagli, Rigo; io capisco
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dovrai parlare. Che nessuno ti veda per carità! ¶ S
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Luisa? Eh, no, via! Ti sembro fatta per andar
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me n’andrei via. Ti ho già detto che
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felicità. Sopra tutto non ti posso disapprovare i, che
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confusione. ¶ — Ah, si?... Questo ti sembra? — egli mormorò, volgendo
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anche immensamente noioso! Io, ti dirò, ho avuto la
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dirti la verità. ¶ — Dunque ti sembra che debba essere
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le profumò la gola. ¶ — Ti piace? ¶ — E un profumo
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polso più fermo non ti troveresti ora a far
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cose? ¶ — Eh, via, sciocchina! Ti pare che valga la
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lasciarti più libera. Se ti occorre qualcosa, chiamami. ¶ — Te
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quasi a malincuore. — Ma ti chiamerò per allacciarmi la
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Rafa che la voleva. ¶ — Ti annoi, Rigo? ¶ — No. ¶ — Che
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gli occhi fissi. ¶ — Come ti sei pettinata bene! — osservò
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atto pieno di civetteria: ¶ — Ti piaccio? ¶ Egli rispose di
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véstiti! — disse bruscamente. — Non ti guardo. ¶ Se ne andò
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Siccome non vuoi che ti guardi... ¶ — Ma guardami pure
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Ma guardami pure, se ti piace! Me ne vergognavo
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felice! — disse Loretta. — Non ti darei nessuna noia, ti
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ti darei nessuna noia, ti lascerei tutta la tua
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averne l’abitudine. ¶ — Sì?... Ti pare?... E pensa che
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amante? ¶ — Il tuo. ¶ — Ora ti sarai impolverato; alzati. ¶ Si
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so altro. ¶ — Allora perchè ti affanni tanto? — fece Totò
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stasera? È sua sorella, ti dico. Sua sorella, proprio
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egli stesso alla Clelia; ti basta? ¶ Rafa scrollò le
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potergli dir come loro: « Ti voglio bene...» per poterlo
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forza, invincibile fra loro?... ¶ — Ti annoi di rimanere con
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collo. ¶ — Che hai? Cosa ti ho fatto, Rigo? — disse
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voce persuasiva, — pensa che ti voglio bene, pensa che
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non capite! ¶ — Capisco benissimo; ti sono indifferente, ti ho
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benissimo; ti sono indifferente, ti ho divertita un poco
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non ridere più... ¶ — Come ti amo, Loretta! — egli esclamò
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termine di quel silenzio, — ti ho già parlato una
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padre ha ragione. Arrigo ti dà troppi vizii: teatri
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Visto che sei pronta, ti conduco fuori a pranzo
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volta ogni tanto non ti farebbe male. ¶ — Verrò un
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acuta come una sofferenza. ¶ — Ti avverto, — riprese Paolo — che
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spalla: ¶ — Via, papà non ti crucciare. È la stessa
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braccio, su cui pesava. ¶ — Ti piace? — egli domandò, trasfondendo
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sia possibile saperlo prima, ti pare? ¶ Poi gli domandò
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pranzo? — domandò Arrigo. ¶ — Andiamo. ¶ — Ti condurrò in una trattoria
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sua volta risponderle: « Sì, ti amo! Sei la prima
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domandò Arrigo al vetturino. — Ti farò pranzare. ¶ L’uomo
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egli esclamò sorridendo. ¶ — Perchè? Ti faccio ridere? ¶ Il fratello
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chino. ¶ — Ma se non ti piaccio... — mormorò, con una
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spalle, meditò. ¶ — Questo nome ti pare così terribile? ¶ — Sei
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importa, — rispose. — Io non ti considero per tale; non
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E son io che ti cerco, non tu. Se
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non tu; io sola... ti basta? ¶ Egli guardò quella
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porto un nome che ti fa paura! Préndimi e
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calici gonfi di primavera. ¶ — Ti senti ancor ma!e
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Nulla; ora passa... Passa… Ti amo... ¶ Quando furono nell
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enorme sua bocca feligginosa. ¶ — Ti amo... — ella disse ancora
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disfaceva nodi. ¶ — Perchè non ti sei lasciato vedere in
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egli esclamò nervosamente ¶ — Cosa ti ho fatto? ¶ — Tu? Niente
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Niente. Anch’io non ti ho fatto niente, — diss
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almeno scrivermi una parola. ¶ — Ti volevo scrivere infatti, anzi
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più... ¶ — Ma io non ti chiedo nulla! — egli rispose
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stordire. Di cosa? Non ti saprei dire. Tre notti
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capisco; ma calmati, non ti crucciare. ¶ Lo carezzava, piano
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ma credevo di vincere. ¶ — Ti secca molto? — ella domandò
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giocare tutti i cavalli, ti pare? ¶ — Me lo avevi
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cosa, quando s’incontrarono. ¶ —Ti sembra? Era la cosa
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da tempo. Adesso che ti son stato presentato da
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tutte Ie volte che ti vedo, Loretta, mi accogli
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giardino; vado avanti e ti aspetto; andremo in un
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ferma nella tua decisione, ti prometto che farò tutto
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profondo rispetto: altrimenti non ti amerei. ¶ — No, voi mi
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non credi ch’io ti voglia bene? ¶ Ella scosse
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accanto. ¶ — Qui vuoi che ti parli? ¶ — Sì, mi piace
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un incenso irreligioso. ¶ — Io ti voglio avere... — le disse
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ammalerò. Tutto questo, perchè ti voglio bene. Di giorno
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la prima volta che ti chiedo qualcosa. Vuoi che
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ne divenga malata? Io ti starò vicina come fossi
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piccola cosa tua; non ti accorgerai di me. Qualche
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quel primo giorno. ¶ — Non ti pare che faccia un
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ella come destandosi, maravigliata. ¶ — Ti amo, — egli rispose, circondandola
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arcobaleni. ¶ — Che hai? Perchè ti stanchi così? ¶ Egli non
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atto di levarsi. ¶ — Non ti muovere, non ti muovere
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Non ti muovere, non ti muovere, se no cadrai
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Snoda il polso quando ti pieghi avanti, fletti la
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come una stupenda collana. ¶ — Ti piacciono tanto le perle
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peccato! ¶ — Via Lora, non ti offendere!... ¶ E le tese
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che abbiamo cenato insieme, ti ricordi? ¶ — Io mi ricordo
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desideroso. ¶ — Se fossimo soli ti bacerei... — confessò con un
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nulla. Sto bene così. ¶ — Ti senti stanca per aver
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No, Lora; io non ti farò mai alcun male
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potesse dirmi perchè mai ti ho dovuto amare! —esclamò
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tuo fratello... Invece io ti amo appunto, e più
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fai lì fuori? Non ti sei dunque coricata? ¶ Un
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senza rispondere. ¶ — Perchè non ti spogli? — domandò egli ancora
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non vuoi dirmi altro... Ti amo, e sola non
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baciami!... Ho tanto sonno... Ti amo. Sii dolce con
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chissà dove, io che ti amo, io che non
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padre, nostro padre, che ti difende. Ogni volta che
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che ne impazzirei?... ¶ « Solo ti domando una cosa: abbi
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verrai ogni giorno... Io ti voglio vedere ogni giorno
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libera, perchè voglio cantare.. » Ti ricordi d’avermi detto
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un sogno. Ch’io ti prendessi una villetta, non
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estate potrai scegliere come ti piacerà. Nell’autunno, per
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hai compreso ancora che ti amo, che ti amo
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che ti amo, che ti amo da lunghi mesi
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fai? Che fai? ¶ — Nulla; ti prego in ginocchio. Voglimi
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erano te. Se non ti piace, cambieremo casa. Non
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mi sembri la prima. Ti ¶ amo, ti amo in
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la prima. Ti ¶ amo, ti amo in tutti i
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lasciami stare... — supplicò. — Lasciami, ti prego... Mi fai terribilmente
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è di nuovo? Non ti si vede più! ¶ — Ho
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madre. — vieni e mangia; ti ho fatto serbare il
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Ma parla dunque! Nessuno ti prega di tacere. Tanto
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quella ragazza, — disse. — Lei ti fa vedere quello che
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Cosa vuol dire che ti vesti come una marionetta
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marionetta e peggio? Che ti profumi? Che ogni momento
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riprendeva la corsa. ¶ — Non ti pare che si stia
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fare tutto quello che ti piacerà. ¶ Ella ebbe un
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femminile. ¶ — Mi sembra che ti non stia molto bene
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l’hai ancora... Se ti vedessi, figlio mio! ¶ — No
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domandò con disprezzo. — Non ti occupi di nulla, tu
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Con qual diritto, — disse, — ti permetti tu di condannare
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tempo, e riprese: ¶ — Bene, ti ripeto: lei è una
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se non vuoi che ti scacci io! ¶ Col braccio
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Che brutta cera! Cosa ti capita? ¶ Traspariva dalle parole
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Spada: — Da questa parte ti chiudo col cinque: pesca
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Mi avevano detto che ti eri imbarcato per le
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altra questa voluttà che ti simulo... » Come dirle una
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e si levò. ¶ — Non ti faccio orrore, dimmi? ¶ — Dolore
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tua amica e non ti devo giudicare, io. ¶ Egli
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dire tutto, se questo ti fa bene. Io non
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Ma perchè vuoi che ti racconti? — Si fermò affannato
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di rimorso, e forse ti faccio soffrire, ma lo
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donna le parlò: ¶ — Come ti chiami? ¶ — Lazzara. ¶ — E che
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una scìa tremantissima. ¶ — Come ti chiami tu? — fece il
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disse, — il giorno che ti sei data per la
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vita un po’ pigra ti fa beni alla salute
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po’ troppo... La vestaglia ti si dislaccia... Non eri
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Non eri così quando ti conoscevo io. Forse Rafa
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conoscevo io. Forse Rafa ti fa star molto coricata
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1910
non ingrassi troppo... Rafa, ti avverto, ha in orrore
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della tua vita!... Non ti rimane più voce? ¶ La
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fare liberamente quello che ti piaceva... Non dimenticartene! ¶ — Che
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di me quello che ti piaceva. Io non mi
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domandi? — soggiunse Loretta. ¶ — Cosa ti domando?... Un piccolo schiarimento
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semplicemente bisogno che uno ti coricasse, forte, con le
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un cuscino, che uno ti facesse dare finalmente quel
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costui, poco importava. Io ti avevo molto martirizzata... Hai
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martirizzata?... — bene, sia! Ma ti sei scelta in ogni
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devi dirmi qualcosa, e ti ascolto ancora con bontà
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sono ancora lo stesso... Ti ripeto: ancora lo stesso
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passati e perdonarmi se ti ho fatto male senz
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Ma di questo non ti rimprovero: la colpa è
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hai detto pure che ti sei forse ingannata scegliendo
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vedi, son tornato e ti aspetto, e, se vuoi
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1910
perdono, e, se vuoi, ti prendo nelle braccia, così
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1910
ami più? ¶ Ella taceva. ¶ — Ti faccio ribrezzo? Mi odii
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1910
ribrezzo? Mi odii?... Se ti bacio gridi?... ¶ Metteva tra
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uomo che a me. Ti conoscevo: so come baci
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tu stessa, ora che ti vedo, sei più bella
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1910
non potevo toccarti: ora ti tocco. Ora mi metto
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1910
sei vestita?... Spogliati… Io ti spoglio. ¶ Anche un semplice
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1910
il martello della morte ti avvolga nuda. Io ti
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1910
ti avvolga nuda. Io ti spoglio per l’ultima