Gian Giorgio Trissino, Sofonisba, 1524

dolce mia regale altezza ¶ tosto mi fu cagion d

tanti affanni fuora ¶ che tosto avrà d'intorno. Ahi

amara, ¶ ch'assai più tosto elegerìa il morire. ¶ Non

duro sogno; ¶ anzi più tosto vision, che sogno! ¶ CORO

tai cose intese; ¶ più tosto vo' morir, che viver

dire? ¶ SOFONISBA ¶ Che più tosto morire ¶ voglio, che viver

preso, ¶ e fia qui tosto coi legami intorno; ¶ e

di chi fui, ¶ più tosto mi vorrei por ne

sarìale infamia abandonare ¶ sì tosto il preso suo primo

mortali. ¶ MASSINISSA ¶ Voglio più tosto che il ben far

ricordo ¶ di venirne più tosto che potete. ¶ LELIO ¶ Subito

fra voi stesso ¶ più tosto il ripensiate, che a

moglie ¶ sì bella così tosto s'abandoni. ¶ Arà ben

come io temo! ¶ SERVA ¶ Tosto la vederete ancora voi

muore? ¶ SERVA ¶ Credo che tosto abbia a morire. ¶ CORO

ahi come ogni pensier tosto rivolgi! ¶ Ma tu, perché

mantenerti in vita; ¶ che tosto aremo un lungo lungo

miei, dolce mia vita, ¶ tosto m'avete, tosto abandonata

vita, ¶ tosto m'avete, tosto abandonata. ¶ O dolci lumi

male è forte, e tosto ci vien dietro. ¶ ERMINIA