Vittorio Alfieri, Ottavia, 1783

men prese. ¶ Seneca ¶ Al trono ¶ compagna e al regal

a costo ¶ anco del trono, io ti vo' mia

d'averti dato il trono? ¶ Nerone ¶ Or, finché tolto

diviso. ¶ Non del tuo trono, io sol di te

favellava a me dal trono. ¶ Tigellino ¶ Nol provocare a

sperai; sterile pianta, il trono ¶ per te d'eredi

Poppea ¶ prezzar sa il trono, a cui non nacque

bando ¶ dal talamo, dal trono, dalla reggia, ¶ dalla patria

eppur mal fermo in trono ¶ finor vacilla: e forse

m'hai posta ¶ sul trono tu, perch'io bersaglio

costei: tuo grado, il trono, e quanto intorno ¶ ti

lo sapria, ¶ se il trono un dì perdesse: appien

allora. — Ahi! perché il trono, ¶ sola cagion per cui

lunga) tien Nerone il trono, ¶ ch'ei non ti

in conto, che il trono. Ov'io credessi ¶ porlo

pur troppo!) del perduto trono ¶ reo Britannico pria; quindi

ferma ¶ di abbandonare il trono tuo; sbandirmi ¶ di Roma

tuo core: abbiasi il trono, ¶ (ma questo è il

ei regni. ¶ Sta il trono in lei; tu il

lasci ¶ scambiar Poppea pel trono? Ah! Neron, prendi ¶ l

dal... mio... morire. Il trono è tuo: tu il