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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «tu»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
mio caro Stefano, se tu sapessi almeno educare i
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È ben vero che tu, poveraccio, ne sei responsabile
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si torna rigenerati. Ma tu non hai che da
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potrebbe forse persuadere. Già, tu non vuoi per orgoglio
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resto qui. Bisogna che tu te l’intenda con
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Poi chiuse gli occhi. ¶ — Tu hai sonno, — disse quella
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l’altra. E risero. ¶ — Tu, meno assai… ¶ — Sì... — Ma
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i lenzuoli, e risero. ¶ — Tu non pensi mai?... — fece
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quattrini, è meglio che tu ti rivolga al tuo
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Gilda, cosa ne sai tu? Cosa c’entri tu
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tu? Cosa c’entri tu? — fece la Mercedes, mentre
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senza badare al prezzo. ¶ — Tu non ci pensare; queste
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campare. È tempo che tu finisca di accumulare malanni
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fuori di casa, qualora tu lo voglia: ma devi
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da tanto tempo, ma tu hai preteso darmi anche
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Ciunella gli dava del tu. ¶ — Sono venuto por duo
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e le telefonò: ¶ — Sei tu? ¶ — Chi tu? ¶ — Tatiana? ¶ — Ah
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telefonò: ¶ — Sei tu? ¶ — Chi tu? ¶ — Tatiana? ¶ — Ah... ¶ — Senti... ¶ — No
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Circolo, — mi sembra che tu esageri un pochino! ¶ L
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Perchè mi dài del tu, scusa? — ella interruppe con
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interruppe con impertinenza. ¶ — E tu? ¶ — Ah, va bene! ¶ — T
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invece liberissimo, se vuoi. ¶ — Tu?... No, grazie! Tu sei
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vuoi. ¶ — Tu?... No, grazie! Tu sei un uomo prosaico
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roteare. Disse ad Arrigo: ¶ — Tu, che sai tutto in
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che scomporsi. ¶ — Di’: se tu volessi per caso una
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nostri pastoni, lui! ¶ — Taci tu! — rimbrottò Paolo. — Per una
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porse. ¶ — Nei ristoranti dove tu vai devi mangiare ben
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ci vogliono le pernici!... ¶ — Tu mischiati dei fatti tuoi
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ci stai così poco tu, che deve parerti una
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vuoi andare a teatro, tu? ¶ Loretta lo teneva per
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quella cucina pesante. Allora tu vieni... ah, sì, per
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del letto. ¶ — Fumi anche tu? ¶ — Sì, qualche volta, di
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viso. ¶ — Sei una birichina tu! — esclamò Arrigo, battendole una
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sè stesso. ¶ — Trovi anche tu? — ella fece con impertinenza
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con impertinenza. ¶ — Come « anche tu »? ¶ — Perchè me lo dicono
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denari allora? ¶ — Toh!... Io. ¶ — Tu? Impossibile! ¶ — Non credi? — ella
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non vorrei nemmeno che tu ti lasciassi abbindolare dal
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tanta irritazione. ¶ — Scommetto che tu lo conosci, — ella disse
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mi ha parlato. ¶ — E tu? ¶ — Io?... Niente. Ho tirato
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Lora, dimmi la verità: tu hai fatta qualche sciocchezza
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molto amici, e che tu m’aiutassi, mi prendessi
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sorella. ¶ — Però, — ella fece, — tu dici « honny » lui mi
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l’i. Stanne certa. ¶ — Tu lo devi sapere perchè
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me la darebbe. ¶ — E tu? ¶ — Io gli ho detto
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Ma sai, Loretta, che tu, con una imprudenza, mi
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che ciò continua e tu non ne hai saputo
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farmi da moralista ora? Tu? Proprio tu? Con la
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moralista ora? Tu? Proprio tu? Con la vita che
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ella disse. ¶ — Io? ¶ — Sì, tu, proprio tu, Rigo! Lascia
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Io? ¶ — Sì, tu, proprio tu, Rigo! Lascia da parte
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tua vita meglio che tu non creda; tu non
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che tu non creda; tu non conosci nulla della
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ne ho voglia, sai! Tu solo puoi comprendere con
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pareva quasi domandargli: E tu? — Egli comprese l’ironia
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farei male. Mentre, se tu m’aiuti, Rigo, se
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mi sembra quasi che tu abbia un altro nome
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e che non sii tu… ¶ Gli diceva queste parole
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vuoi? — disse. ¶ — Nulla; che tu m’aiuti. Consigliami: t
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mia sorella, senza che tu glielo dica. Ci veda
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immaginavo mai che fossi tu. ¶ Risero entrambi ed ella
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gola. ¶ — Bisognerebbe tuttavia che tu avessi qualche bell’abito
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io, Loretta. ¶ — Ah, sei tu? Veramente... ma entra pure
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bone, — disse; — oppure sei tu che stai molto bene
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tutta un’arte che tu non puoi comprendere. ¶ Arrigo
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Rigo; non voglio che tu spenda per me. Sei
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pettine, le ripasserò io. ¶ — Tu vuoi farlo? ¶ — Ma sì
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la lasci allora? ¶ — Brava! Tu credi che quando si
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sono certe ragioni che tu non puoi capire. ¶ — Ti
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un piccolo romanzo, che tu gli dovrai ¶ raccontare dopo
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un sentimentale: bisogna che tu gli sappia recitare molto
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a riuscire: bisogna che tu gli appaia come l
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ma impossibile, bisogna che tu divenga per lui quello
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1910
questa illusione. ¶ — Perchè, Lora? Tu non conosci gli uomini
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sono come i tuoi: tu non eri nato per
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piace anche a me. Tu ci sei riuscito come
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parlarti altrimenti. ¶ — Oh, Dio!... tu sei così poco mio
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mise a ridere. ¶ — Brava! Tu almeno sei franca! Dici
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sei un bel tipo tu! ¶ — Io?... Perchè? ¶ — Mi guardi
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che mi piace. Anche tu, in fondo, per quanto
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armadio. ¶ — Cosa ne sai tu? Cosa ne sai tu
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tu? Cosa ne sai tu?... ¶ — Eh, via, se non
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Orsay. Lo vuoi? ¶ — E tu? ¶ — Me ne prenderò un
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per condurla a teatro. ¶ — Tu le dài troppi vizi
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osservò il farmacista. — E tu la lasci andare? — soggiunse
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Mah... vecchio mio!... Se tu avessi avuto il polso
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più volte: — Ragazza mia, tu manchi di « temperamento! » ¶ A
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quasi rattristata. ¶ — Come vuoi tu... ¶ — Sì, naturalmente... — ella disse
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certe signore che conosci tu! Sapendosi vestire, non è
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sj mise a riflettere. — Tu credi che ci assomigliamo
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viso. ¶ — Che? La conosci tu? — domandarono gli amici. ¶ — Sì
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tardi. ¶ — Ma no, Rafa, tu... Voi non capite! ¶ — Capisco
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Perchè mi date del tu, per esempio? Sapete bene
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esempio: « Mio caro Rafa, tu mi piaci; fa di
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con molta chiarezza; ma tu, certi discorsi, non li
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attribuisci, e quello che tu cerchi potrei appunto esser
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sorriso pieno d’ironia: ¶ — Tu?... — fece. —No! Voi non
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che rimanessi qui anche tu. Una volta ogni tanto
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la scaldo, io! Pensa tu piuttosto ad essere meno
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dicessero mutamente: « Sei stato tu! Sei stato tu! » ¶ — Non
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stato tu! Sei stato tu! » ¶ — Non la ricondurre troppo
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hai tremato? ¶ — Pensavo che tu verresti… — ella confessò, piegando
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Ma che piacere provi tu nel cambiare tante donne
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fece con spontaneità. ¶ — E tu? ¶ — Io?... ¶ Di nuovo guardò
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Come sarei contenta se tu volessi bene a me
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suo amore. ¶ — Vorrei che tu mi volessi bene... — disse
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che potrò mai amare... Tu muovi dentro di me
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te solo, e chiunque tu sia, voglio bene a
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servirebbe il tacere, se tu, che pure taci, non
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coraggio che dovresti avere tu, l’ho avuto io
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fermezza. — No! ¶ — Vedi, se tu potessi avere un altro
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non sento affatto che tu sia mio fratello. Paolo
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Paolo è mio fratello, tu no. E una cosa
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quand’eravamo bambini. Ora tu sei un altro. ¶ Fece
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ci sia una differenza. Tu hai avute tante altre
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che ti cerco, non tu. Se hai paura del
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io che voglio, non tu; io sola... ti basta
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dalla casa: « Sei stato tu! Sei stato tu!... » ¶ Ella
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stato tu! Sei stato tu!... » ¶ Ella, questi fantasmi, non
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Cosa ti ho fatto? ¶ — Tu? Niente. Anch’io non
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Clara, non tormentarmi! Se tu sapessi!... ¶ In verità pareva
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si rimedia. Io... ¶ — No, tu no! Tu sei sempre
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Io... ¶ — No, tu no! Tu sei sempre stata troppo
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ascoltassi un poco!... Se tu mi volessi ancora un
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Sii buona, guardami. Se tu sapessi quanto mi ha
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No, non sei stato tu: siamo stati un po
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è vero? Ma anche tu non devi soffrire. Io
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sua bocca. ¶ — No, amore, tu devi solo dormire, fare
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poi accade. ¶ — Bah!... E tu cosa vedi, se è
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arrivasse Thermosiphon! ¶ — Se arriva, tu mi avrai portato fortuna
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lo avevi detto prima tu stesso... — ella osservò, intimidita
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appunto che lo chiamavi tu con quel nome, e
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qui. ¶ — Dammi ancora del tu, Loretta, come l’altre
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esempio? ¶ — Lo devi sapere tu. ¶ — No, dillo. ¶ — Io non
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più di lei. ¶ — Allora tu sei la bambina che
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Sì, con te! Dove tu vuoi... Con te. ¶ Le
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Allora mi sembra che tu venga, e mi baci
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Fa tanto male... Se tu sapessi come fa male
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affannoso; ella ricominciò: ¶ — Anche tu sei cambiato; diventi pallido
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meraviglioso peccato. ¶ — Remi bene tu? — ella domandò al fratello
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l’altro banco e tu verrai qui. ¶ Cambiò posto
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Voglio fare come fai tu. ¶ — Abbi pazienza, ora t
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egli le domandò guardandola — tu vuoi diventar ricca ad
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Non lo credi anche tu? — ella fece ancora. ¶ — Certo
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ella esclamò gioconda. — Ma tu non parli... Che hai
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una sensazione indefinibile. Forse tu mi odii un poco
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per saper quel che tu sai, per star dove
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sai, per star dove tu le stai... » ¶ — Cantano… sono
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ho pensato: o che tu non mi ami veramente
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spaventarla con tante riflessioni? Tu mi comunichi a poco
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Ma, dimmi, — egli fece; — tu che parli con tanta
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egli corresse con indulgenza, — tu non lo comprendi. Verrebbe
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quale si andava prima? Tu sì, forse, perchè hai
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noi una differenza fondamentale: tu mi ami perchè puoi
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una forza convulsa, — no! Tu non sei mio fratello
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per un attimo che tu fossi mio fratello.. Mi
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presto e riposa ¶ — Ma tu non sali? — domandò ella
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perchè ho voglia che tu mi baci. Senti come
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rinunziare a te perchè tu sia felice più tardi
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voluto esser mia. Invece tu devi odiarmi, perchè questo
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a questa colpa. E tu non dirmi niente, Lora
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È strano, — disse, — ma tu m’intimidisci. Ho sempre
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mi riesce insopportabile. Ma tu cosa pensi fare durante
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come un bambino, e tu sola, tu sola, devi
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bambino, e tu sola, tu sola, devi ridarmi la
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di conoscere te. Ora tu mi sembri la prima
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un gomito e disse: ¶ — Tu, Saponetta, che pur sei
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del ripeterle senza misericordia: ¶ — Tu non sei stata una
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vicino al fratello. ¶ — Sei tu che devi parlare, — disse
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disse al fratello, — parla tu che sei tanto linguacciuto
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in bianco il Riotti, — tu fai una vita che
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un gesto d’impazienza. ¶ — Tu, papà, sei troppo debole
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soggiunse: ¶ — E visto che tu non parli, parlerò io
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disprezzo. — Non è vero! Tu non hai i denari
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fissava immobilmente il bicchiere. — Tu, Paolo, sci stato un
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un poco aspro, e tu Loretta... ¶ — Macchè Loretta! — ella
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sussulto di gioia. ¶ — E tu verrai spesso a trovarmi
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accaduto? Non sei più tu! ¶ Egli era infatti spaventosamente
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aglio odorava forte. ¶ — Allora tu non sai nulla? — domandò
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ira. ¶ — Noi credevamo che tu sapessi tutto, — fece il
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fissò il fratello: ¶ — E tu cosa sei qui a
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ti occupi di nulla, tu? Non sai dov’è
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diritto, — disse, — ti permetti tu di condannare tuo padre
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padre e tua madre? Tu, che nella tua casa
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portato altro che malanni? Tu, che ci hai lasciati
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hai fatto nella famiglia, tu, per poter giudicare di
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che tua sorella, perchè tu eri il primogenito, quello
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dovere dell’esempio. Sei tu che l’hai portata
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un po’!... Cos’hai tu per la Loretta?... — fece
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1910
pronunziò Arrigo, illividendo. ¶ — Sì, tu, proprio tu! Cos’hai
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illividendo. ¶ — Sì, tu, proprio tu! Cos’hai? ¶ Arrigo girò
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è una sgualdrina e tu la vali! ¶ Arrigo istintivamente
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la sua propria voce) : « Tu me l’hai presa
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hai presa, è vero? Tu le hai fatto gridare
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il suo primo grido…Tu l’hai avuta, nuda
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in Inghilterra», c’eri tu, caro Ferrante, che ci
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caso, non lo sappia tu… ¶ — Pesca ! — disse il Cianella
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padre accusatore: « Sei stato tu che l’hai portata
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E pensavo che anche tu mi avresti respinto. ¶ Poi
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sua. Perchè?... Lo sai tu il perchè? ¶ Clara lo
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affascinata. ¶ — Lo sai? No, tu neppure non sai dirmelo
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un disperato calore. ¶ — E tu hai sonno, Lazzara? ¶ — L
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bella canzone: « Seguimi, o tu che vai per tutta
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lieve romore. Seguimi, o tu che vai per la
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vai a fare? ¶ — E tu? ¶ — Porto legna. ¶ — Sicché fammi
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tremantissima. ¶ — Come ti chiami tu? — fece il battelliere ¶ — Io
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battelliere ¶ — Io, Lazzara. E tu? ¶ — Benozzo; io, Benozzo. ¶ — Ah
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dire che l’avrai tu, una casa, e più
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per una notte sola; tu ne hai perduta forse
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recisamente, con piena certezza. ¶ — Tu? ¶ — Alcun male, — ribadì, più
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la ragione. Forse perchè tu mi avevi molto martirizzata
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fratello, dopo aver taciuto. ¶ — Tu? ¶ — Sì, Lora, io, che
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1910
un poco, poi disse: ¶ — Tu non m’hai voluta
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in questa piccola riflessione: « Tu non mi hai voluta
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pronunziò infine. — Che anche tu devi por sempre dimenticare
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1910
sua profonda morte. ¶ — Anche tu... Anche tu... — egli ripetè
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morte. ¶ — Anche tu... Anche tu... — egli ripetè macchinalmente, con
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di mio padre, dove tu, dove tu ed io
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padre, dove tu, dove tu ed io, abbiamo portata
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moltiplica intorno a me, tu che ne sei la
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1910
sua speranza fuggente. ¶ — Lora, tu mi hai detto che
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te, la febbre che tu mi dai, la tempesta
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quasi ebbro, continuava: ¶ — Se tu vuoi, se tu mi
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Se tu vuoi, se tu mi dici una sola
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di questi giorni. Se tu vuoi, mi sento la
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ad ogni cosa che tu possa desiderare. Saprò vigilarti
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tua vita bella, come tu stessa forse non hai
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mia solitudine disperata, come tu stessa non potresti concederti
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1910
fai quando gridi… Ma tu stessa, ora che ti
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1910
intorno al collo, perchè tu morrai tenendomi le braccia