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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «tutto»

nautoretestoannoconcordanza
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un manoscritto ingombrante. E tutto son pronto a sacrificare
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pesante la vita. E tutto questo pel battaglione. È
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urgente e implacabile su tutto il battaglione. Giaceva malato
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dormire. E neanche sonnecchiare. Tutto, anche la carogneria, è
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che l’ascaro riduce tutto, compreso il merito, a
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gli ascari che di tutto fanno favola: «Un giorno
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e la loro sensibilità, tutto questo mi è restato
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il Maggiore», colui che tutto può. ¶ Lui, Gonella, di
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per sempre, motore immobile. Tutto il battaglione cominciò a
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privandotene, la tua linfa. ¶ Tutto questo è avvenuto al
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è la nostra visuale, tutto il nostro panorama. Ed
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per franchezza: compiangiamo di tutto cuore coloro che subiscono
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non europeo. Goitana è tutto: non soltanto «signore» come
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l’Assoluto. A te tutto si riferisce e di
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si riferisce e di tutto sei responsabile. Se non
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senti al disopra con tutto il loro peso. I
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un uomo che sa tutto: non soltanto quanti malati
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scampo, come se in tutto il mondo piovesse come
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fiume che straripi e tutto convogli. Poi, molto perdemmo
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senza reticenza, senza riserva: tutto esigendo perché tutto donando
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riserva: tutto esigendo perché tutto donando. Credo che nella
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sera, cuoce la burgutta: tutto è come prima. Una
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Atrò, me lo vedo tutto disteso con le sue
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margini del bivacco e tutto s’accende di fuochi
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SPADA (che ha seguito tutto il discorso imitando con
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Non possiamo attaccare con tutto il reparto, perché alle
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della Prima Compagnia compiranno tutto il loro dovere. (Alzandosi
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io perché sono stato tutto il giorno a letto
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darsi (beve). Oramai è tutto il battaglione che spara
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Vedrà: fra qualche giorno, tutto è finito. Me ne
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Ti schiacci, t’appiatti; tutto quello che c’era
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a terra. Ma ora tutto è chiaro, traslucido, un
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puntata. Non prevedi, vedi tutto questo. E, sornione, sorridi
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quali, nell’assenza di tutto il resto del corpo
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Lassù» è una parola, tutto sta ad arrivarci. Si
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di me. E invece tutto risorge: il buono e
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cielo, rimbalzano sulle rocce, tutto s’infoca, gli elementi
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operazione fu delicata e tutto il buluk, che per
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tremito convulso lo scoteva tutto e tutta la vita
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Gli ascari guardavano stupiti tutto quel gran daffare che
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poi a sera, quando tutto è in ordine – le
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gli ha sparato. Ecco tutto. La bocca che dianzi
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largo, quasi annoiato di tutto quel discorrere inutile. Il
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Tuclà, vuol dire che tutto andrà bene: largo il
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e molti figli. E tutto ha lasciato per venir
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belle e perdute. Oramai. Tutto si fa lontano, più
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scia, proteggendosene, c’è tutto il resto che s
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s’intrufola e grufola: tutto quel resto sentimentale che
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appartengo. Non conti». Sì, tutto questo lo sai; ma
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la valle. ¶ *** ¶ Sassahà ricorda tutto questo in una sera
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uno strano padrone. Esigeva tutto dai suoi ascari, senza
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Terù: «Goitana sappiamo sempre tutto e certamente ci mettiamo
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sentito dalla lor bocca! Tutto. O, per lo meno
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padre e padrone e tutto? È lui che deve
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lì accosto, non vede tutto questo, lo travede sullo
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quando ha visto Terù tutto questo?…), ecco Menghesti che
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il solito critico: vede tutto al microscopio. Di questa