Massimo Mongai, Fattaccio, 2012

Johann Wolfgang Goethe ¶ Luca. ¶ Tutto ruota intorno a lui

spiagge ridicolmente affollate. E tutto il traffico di Roma

Luca «In fondo va tutto bene… sì, potrebbe anna

a ben altro. ¶ Eppure tutto ruota intorno a lui

colpa mia. Lei, per tutto il giorno, spignatta in

proprio che gli piaccia tutto, tu, il tuo cazzo

interessa la risposta. È tutto concentrato su qualcosa… qualcosa

senso, come a dire, “tutto mi stufa!” Ma io

soprattutto mi moje! E tutto solo per correre a

lo spengo proprio del tutto. Lo so che non

Ma di che? Di tutto e di niente? È

poco più. Ho messo tutto via, ho battuto a

cojonà?” “No, no, è tutto vero, guarda…” gli ho

eh? Dopo ti racconto tutto, giuro!” ¶ Lo stupore di

noi che abbiamo diviso tutto, pure le donne, una

compagni di classe e tutto. Se me li avesse

avesse dati, sarebbe andato tutto diversamente. Non crede?». ¶ «Sì

mi si era del tutto bevuta il cervello perché

solo le donne, capisce tutto. Così, di botto. Cambia

duecento proprio no, è tutto quello che ciò a

gli ho sempre raccontato tutto, tutti i pettegolezzi, le

io gli ho raccontato tutto, la polacca, i soldi

le botte, i trans, tutto. E Aldo mi guardava

in pappa il cervello tutto insieme? Ah, guarda, questa

io t’ho detto tutto di Bassi…” gli ho

ti dicevo io t-tutto delle m-m-manovre

ha continuato, minacciando di tutto, dalla sospensione al licenziamento

la luce del giorno, tutto la rivelava per quello

andare a dormire per tutto il giorno, schifata dalla

Ci sono poveri in tutto il mondo, ma noi

venendo al pettine, in tutto il mondo. E sempre