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Giacomo Leopardi, Canti, 1837

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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1837
Io veggio, o parmi, ¶ Un fluttuar di fanti e
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vinti dalle piaghe, ¶ L'un sopra l'altro cade
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La vostra tomba è un'ara; e qua mostrando
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dentro a tue mura un sasso, ¶ Firenze, a quello
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egri ¶ Tanto valor che un tratto alzino il viso
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perché tanti ¶ Risorgimenti? In un balen feconde ¶ Venner le
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pianeta? ¶ Ecco svaniro a un punto, ¶ E figurato è
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Ti appresterebbe il lauro un'altra volta? ¶ Da te
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italo nome, altro ch'un solo, ¶ Solo di sua
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è la turba a un sol confine, ¶ Che il
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sepolta ¶ Femmineo fato avviva un'altra volta. ¶ V ¶ A
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altra volta. ¶ V ¶ A UN VINCITORE NEL PALLONE ¶ Di
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a noi prescrisse, ¶ Reina un tempo e Diva. Or
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erbe, ¶ Vissero i boschi un dì. Conscie le molli
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l'avida plebe) amica un tempo ¶ Al sangue nostro
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antica selva zefiro scorrendo, ¶ Un lungo, incerto mormorar ne
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Il dubitoso orecchio, e un gel mi prese, ¶ E
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tanto amor mi tolse un altro amore? ¶ Deh quanto
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col mio core ¶ In un perenne ragionar sepolto, ¶ Alla
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Odi per lo sereno un suon di squilla, ¶ Odi
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di squilla, ¶ Odi spesso un tonar di ferree canne
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ed alla tarda notte ¶ Un canto che s'udia
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sei tu per lasciarmi un'altra volta? ¶ Io n
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Natura in questi lochi, un giorno oh quanto ¶ Verso
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in solitaria parte, ¶ Sovra un rialto, al margine d
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rialto, al margine d'un lago ¶ Di taciturne piante
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che fu sì caldo un giorno, ¶ Anzi rovente. Con
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terra, ¶ Giacea Consalvo; disdegnoso un tempo ¶ Del suo destino
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suo poter, conscia che un guardo ¶ Suo lieto, un
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un guardo ¶ Suo lieto, un detto d'alcun dolce
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desio stato più forte ¶ Un sovrano timor. Così l
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vedrò, ch'io creda, ¶ Un'altra volta. Or dunque
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lasciarmi in eterno, Elvira, un bacio ¶ Non vorrai tu
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Non vorrai tu donarmi? un bacio solo ¶ In tutto
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chiuderà. Ciò detto ¶ Con un sospiro, all'adorata destra
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Fatta quindi per sempre un paradiso ¶ Ai cangiati occhi
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il rimembrar sarebbe ¶ d'un solo istante, e il
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l'amai. Non nasce ¶ Un altrettale amor. Quanto, deh
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Dimani all'annottar manda un sospiro. ¶ Tacque: né molto
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il ciel; ti faccia un tempo ¶ La favilla che
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errore ¶ Nutrii nell'alma un dì! ¶ La rondinella vigile
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il guardo mira, ¶ Tutto un dolor mi spira, ¶ Tutto
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dolor mi spira, ¶ Tutto un piacer mi dà. ¶ Meco
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Mio cor, ti volse un riso? ¶ Ahi della speme
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in gioco; ¶ E d'un celeste foco ¶ Disprezzo è
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sovviemmi di cotanta speme, ¶ Un affetto mi preme ¶ Acerbo
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la fine. ¶ Quante immagini un tempo, e quante fole
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scopro, e che varcare un giorno ¶ Io mi pensava
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spirar: ti perdo ¶ Senza un diletto, inutilmente, in questo
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vegga o senta, onde un'immagin dentro ¶ Non torni
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dentro ¶ Non torni, e un dolce rimembrar non sorga
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Il pensier del presente, un van desio ¶ Del passato
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non ha la vita un frutto, ¶ Inutile miseria. E
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giorni! a somigliar d'un lampo ¶ Son dileguati. E
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tua voce sonar, siccome un giorno, ¶ Quando soleva ogni
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rapida passasti; e come un sogno ¶ Fu la tua
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XXIII ¶ CANTO NOTTURNO ¶ DI UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA
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erbe, all'ombra, ¶ E un fastidio m'ingombra ¶ La
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e reca in mano ¶ Un mazzolin di rose e
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e là saltando, ¶ Fanno un lieto romore: ¶ E intanto
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età fiorita ¶ È come un giorno d'allegrezza pieno
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Dello scabro Apennino ¶ A un campo verde che lontan
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petto. ¶ Oggi mi pare un gioco ¶ Quella che il
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se periglio appar, con un sorriso ¶ Le sue minacce
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paragon di lui? Solo un affetto ¶ Vive tra noi
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nostri mali esperto, ¶ Verso un tal segno a incominciare
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Vincer non mi paresse un tanto bene. ¶ Che mondo
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Degl'immortali. Ahi finalmente un sogno ¶ In molta parte
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sarai per morte a un tempo spento: ¶ Ch'a
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caro ¶ MENANDRO ¶ Fratelli, a un tempo stesso, Amore e
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Nasce nel cor profondo ¶ Un amoroso affetto, ¶ Languido e
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con esso in petto ¶ Un desiderio di morir si
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o numi, e quale un giorno ¶ Mia delizia ed
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nova terra, e quasi un raggio ¶ Divino al pensier
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oggetto ¶ Della mia vita un dì: se non se
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Di quella dolce somiglianza un lungo ¶ Servaggio ed aspro
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brillare in volto ¶ Ad un segno cortese, ad ogni
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il servire e dopo ¶ Un lungo vaneggiar, contento abbraccio
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e sorrido. ¶ XXX ¶ SOPRA UN BASSORILIEVO ANTICO SEPOLCRALE, ¶ DOVE
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tu? farai tu lieti un giorno ¶ Questi ch'oggi
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vista ¶ Vituperosa e trista un sasso asconde. ¶ Così riduce
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l'Oceano: ¶ Ma se un discorde accento ¶ Fere l
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Torna quel paradiso in un momento. ¶ Natura umana, or
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anco al suono ¶ D'un walser danzerà. Tanto la
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macchine sue, né con un Gange ¶ Di politici scritti
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a milioni ¶ Impresse in un secondo, il piano e
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venture unica fonte! ¶ Quale un fanciullo, con assidua cura
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torre o di palazzo, ¶ Un edificio innalza; e come
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Tristi e miseri tutti, un popol fanno ¶ Lieto e
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fuggir che mai d'un punto ¶ Non sien diversi
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saper nostro è scorso! ¶ Un già de' tuoi, lodato
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de' tuoi, lodato Gino; un franco ¶ Di poetar maestro
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comica voce, o come un suono ¶ Di lingua che
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addietro, ed al passato un corso ¶ Contrario imprendo, per
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fu donna de' mortali un tempo, ¶ E del perduto
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Di dolcissimo odor mandi un profumo, ¶ Che il deserto
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Con lieve moto in un momento annulla ¶ In parte
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sognando, e servo a un tempo ¶ Vuoi di novo
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terra ¶ A popoli che un'onda ¶ Di mar commosso
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onda ¶ Di mar commosso, un fiato ¶ D'aura maligna
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fiato ¶ D'aura maligna, un sotterraneo crollo ¶ Distrugge sì
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Ch'a lor sembrano un punto, ¶ E sono immense
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immense, in guisa ¶ Che un punto a petto a
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come ¶ Essi alla terra, un punto ¶ Di luce nebulosa
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Come d'arbor cadendo un picciol pomo, ¶ Cui là
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altra forza atterra, ¶ D'un popol di formiche i
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diserta e copre ¶ In un punto; così d'alto
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Melisso: io vo' contarti un sogno ¶ Di questa notte
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Sì forte come quando un carbon vivo ¶ Nell'acqua
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ciel, vidi rimaso ¶ Come un barlume, o un'orma
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Come un barlume, o un'orma, anzi una nicchia
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trova ¶ Pietà nel mondo un infelice amante. ¶ O turbine
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al vento, ¶ E in un con l'usignol che
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piagne ¶ Fra i tronchi un rivo fea dolce lamento
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in colei farsi paura. ¶ Un nugol torbo, padre di
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marina sì, che l'un suo lembo ¶ Toccava i