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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, Il canto del cuculo, 1941

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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tutto il candore di un cuore vergine che non
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di pelle, membruto come un facchino, la mascella forte
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tutta la tenerezza di un tempo cambiarsi in compiaciuta
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il luogo, assai ameno, un verde colle dal quale
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fatto di voler commettere un delitto per passare qualche
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passare qualche anno in un posto tanto bello e
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nei ricordi confusi di un popolo incredulo quello di
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l’evasione brillava come un fisso e incomprensibile sole
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insomma, pura, sola, come un grido che non abbia
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vedeva l’evasione come un fatto tecnico di infrangimenti
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covava in lui come un istinto; e ogni riflessione
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disperò a causa di un cambiamento di cella; o
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per la presenza di un compagno infido; o per
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compagno infido; o per un mutamento di orario. Seppe
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tenacia. All’alba di un’ancor fredda giornata di
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qualche raggio passando tra un colle e l’altro
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il fumo bianco di un lontano cascinale stagnava nella
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Il prigioniero stupì ad un tratto vedendo certa azzurra
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si chinò a cogliere un filo d’erba e
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denti. Il prigioniero camminò un pezzo, le spalle al
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luce. Poi, tutto ad un tratto, l’aria intirizzita
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intirizzita cupamente rintronò di un colpo di cannone. Era
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si buttò giù per un viottolo ripido verso il
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la sponda erbosa di un botro, dietro lo schermo
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dietro lo schermo di un filare di pioppi. L
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pelose, ispirò al prigioniero un disgusto subitaneo. Ogni cosa