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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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che si trattasse di un sogno, però aveva gli
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fu sopra e con un rapido movimento del pube
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pube lo risucchiò in un vortice di calore, mentre
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infilava in bocca prima un capezzolo, poi l’altro
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Le fece segno con un dito sulle labbra di
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e lei gli diede un morso e ammutolì, continuando
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però a muoversi come un terremoto, al punto che
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in casa lesse d’un fiato il nuovo testo
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a Lucio Battisti. Per un attimo ripensò a Manuela
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pensi? A Rino Gaetano, un giovane cantautore di qui
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canta con grinta, è un artista originale che sta
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tuoi genitori, vero? E un giorno tuo padre ti
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dentro di te come un organo vitale, come il
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dà arie, pur essendo un ragazzo attraente, alto e
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sta’ tranquillo, questo è un segreto nostro). E tu
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mi rispondi? Mi basterebbe un bigliettino di quattro parole
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insistenza, ma sono Scorpione, un segno zodiacale cocciuto. A
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cocciuto. A te costa un minuto di tempo e
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minuto di tempo e un francobollo, la risposta. Per
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una statua. ¶ «Pronti…» ¶ Con un rapido movimento si distese
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e restò teso come un arco. Nell’immobilità generale
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il professor Greco diede un’occhiata al cronometro e
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lo aveva mai fatto. Un abbraccio di una forza
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nel suo gruppo sportivo un campione nato. Lo disse
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al pubblico lontano, «è un campione, questo qua, un
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un campione, questo qua, un campione nato», e a
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Mennea», in preda a un’euforia che non riusciva
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da ultimo, aveva bruciato un avversario dopo l’altro
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portati a pranzo in un ristorante di Catanzaro Lido
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è il comportamento di un vero vincente, anche se
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di menta. Poi provava un pizzico di rimorso, si
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che una promessa: è un campione, il nostro fiore
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mettere le mani, afferrò un ricciolo che gli pendeva
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segno di vittoria: seguì un’ovazione generale, lunga e
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più buio del teatro, un po’ nascosti come dei
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vide davanti ai portici un gruppetto di persone attorno
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Marilin, pronta a darvi un assaggio delle sue doti
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occhi della donna con un foulard nero che legò
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poteva più vedere, indicò un ometto sulla settantina. ¶ «Descrivimi
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ordinò. ¶ E lei: «È un uomo che ha i
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come i tuoi, porta un cappello, è calvo e
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capirlo?». Applaudirono tutti; dopo un po’ la folla crebbe
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non vide nessuno. ¶ «È un bel giovanotto alto, con
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le ciglia lunghissime. Tiene un giornale stretto sotto il
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sotto il braccio sinistro…» ¶ Un uomo del pubblico la
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i capelli ricci e un giornale sotto il braccio
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giro. Invece, lei aggiunse un particolare che lasciò Nicola
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Marilin: «Questo ragazzo è un atleta molto veloce, ha
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chioma. ¶ Sotto i portici un mare di gente si
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pomiciare senza ritegno, aprì un libro e cominciò a
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consegnavano una provola o un vasetto di sardella o
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treccia di salsiccia o un pane di paese o
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pane di paese o un barattolo di olive o
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barattolo di olive o un bottiglione di vino o
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luna. ¶ «Ciao, raga’. È un falò gagliardo.» ¶ La voce
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comparso Rino Gaetano con un amico. Aveva la chitarra
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sentivano per telefono e un paio di volte all
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e prevedeva per lui un luminoso futuro musicale. Infatti
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Gaetano. Finora ha fatto un solo disco. Ma dategli
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di musica ma è un po’ maga: stu guagliùnu
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contempo applaudirono; Rino fece un inchino da teatrante, chiese
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ogni tanto ne mangiava un pezzetto dopo averlo inzuppato
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Mario chiese e ottenne un applauso per Capocolò, che
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il bicchiere e sorridendo un poco. ¶ Mangiarono fino all
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E il risultato era un’unica voce, un canto
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era un’unica voce, un canto che si riscaldava
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Aveva una voce indefinibile, un po’ roca come quella
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attaccata a Rino come un’ombra e non le
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ormai si era creato un quadrilatero di sguardi ma
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Renzo allora partì verso un ospedale che lo curasse
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allegri ma non troppo, un po’ di inquietudine si
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lunga una vita come un destino, in fondo era
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ironica, e Rino bevve un sorso di birra, alla
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avevano costruito da soli un piccolo peschereccio. ¶ «Anche noi
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ti vogliamo, Rino. Sarebbe un onore per noi». ¶ Mario
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Istituto tecnico Donegani con un incarico da supplente. Aveva
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Quest’estate ho vinto un torneo di tennis.» «Io
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prendere, sa pure che un pizzico di agonismo non
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talentuoso, che corre come un cavallo imbizzarrito, lo chiama
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e correva davvero come un cavallo, velocissimo e imprendibile
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come lo zoccolo di un cavallo.» Il professore non
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suo silenzio rancoroso come un lutto. Solo a casa
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meno se l’aspettava, un corteo di giovani incazzati
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dato la carica, come un capoindiano dei fumetti, contro
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capoindiano dei fumetti, contro un gruppo di giovani fascisti
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esempio del figlio di un’amica, che aveva abbandonato
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bocca aperta e con un imbuto avrebbe versato concime
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era una persona calibrata, un compagno che tutti stimavano
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Non sapevano se era un bene o un male
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era un bene o un male: era nata proprio
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macchina, senza parlargli. Soltanto un secco ciao quando Mario
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non erano sfuggite e un giorno, a pranzo, gli
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calma Nicola. Fosse stato un altro a dirgli quelle
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notte fu svegliato da un alito tiepido che gli
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pelle del viso, come un venticello leggero d’estate
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dolcemente alle sue. Per un momento pensò che si
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ha detto che cercava un cappello per te. Gli
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incidente, fu accolto da un silenzio imbarazzato. I compagni
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ridicola per non destare un’ilarità bloccata nell’aria
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pronta a esplodere da un momento all’altro. ¶ «Sembra
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coppola da ricchione» disse un ragazzo, sincero. Ma non
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considerava la sua bravura un merito di cui vantarsi
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apprendere, a memoria, oltre un certo limite. ¶ A ogni
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atleti troppo presto dopo un infortunio» ammetteva. «Perciò ti
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ai calamaretti e divorò un’enorme tagliata di manzo
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forno, insalata e frutta. Un’ora dopo aveva di
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l’altro, aveva notato un miglioramento nell’ampiezza del
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ai continui allunghi su un percorso di ostacoli bassi
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della coppola sgargiante. E un po’ gli dispiaceva. ¶ 18 settembre
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terrazzo. Cosa posso offrirle: un caffè freddo, un liquore
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offrirle: un caffè freddo, un liquore, una birra fresca
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Va bene, le porto un bel caffè, ne prendo
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bel caffè, ne prendo un goccio anch’io per
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per voi è stato un luogo di incontri memorabili
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Non si può dare un indirizzo e un numero
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dare un indirizzo e un numero di telefono al
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pochi giorni fa, eri un estraneo, un nome che
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fa, eri un estraneo, un nome che leggevo sui
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che leggevo sui giornali, un’eco lontana, del passato
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risposto scherzando, «a parte un’alopecia incipiente e irreversibile
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in perfetta forma, con un fisico da sportivo praticante
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pure lei. ¶ «È ancora un bell’uomo, non preoccuparti
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rimasta in silenzio per un po’. Pensavo che fosse
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il suo balcone e un treno in lontananza. Me
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villetta a schiera, in un paese sotto un grande
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in un paese sotto un grande castello. Ci sono
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castello. Ci sono stata un paio di volte, lassù
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Vive bene lì, è un luogo che ha scelto
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giardino Anna ha piantato un fico, un ulivo, un
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ha piantato un fico, un ulivo, un nespolo, un
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un fico, un ulivo, un nespolo, un cachi, un
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un ulivo, un nespolo, un cachi, un ciliegio, oleandri
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un nespolo, un cachi, un ciliegio, oleandri di tanti
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portati dalla Calabria e un limone che tiene in
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limone che tiene in un grande vaso e in
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né di vederlo. Sarebbe un errore, per entrambi. La
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amiche che si innamorano un giorno di questo e
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giorno di questo e un giorno di quello. Non
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di essersi comportato come un ladro di segreti. ¶ Mario
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come il sorriso di un bimbo nella culla. ¶ Me
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riconosci? Ti piaccio almeno un po’? Sarei felice di
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Aspetto fiduciosa una risposta. Un saluto affettuoso e una
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sguardo esageratamente profondo e un sorriso così perfetto da
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nella busta, le diede un bacio sugli occhi e
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anzi lo dipingeva come un coraggioso con le palle
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si è lamentato manco un secondo, lui, Nicola, sdraiato
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passato il tempo di un respiro. Si specchia alla
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è appena visibile, davvero un lavoro ottimo, dottore. Attorno
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spighe di grano in un campo distrutto dalla grandine
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impronta dell’atterraggio di un disco volante in miniatura
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a destra» gli risponde un uomo annoiato dietro la
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appena gli occhi da un cruciverba. ¶ Sale a piedi
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Lui li osserva abbozzando un sorriso di compassione, e
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distolgono lo sguardo infastiditi. ¶ Un’ora dopo arriva il
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Arcuri lo accoglie con un sorriso splendente e inaspettato
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quelli di Anna. Di un marrone vellutato. La stessa
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Il corpo affusolato di un’adolescente. Forse Anna è
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nuovo pulsare la cicatrice, un sottile dolore che si
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della città sveglia da un pezzo. Era nel suo
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suo letto, dunque. Per un istante sperò che l
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l’incidente fosse solo un incubo della notte. Poi
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speranza gli morì in un acuto di dolore. Spostò
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L’occhio destro era un po’ gonfio e gli
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Erano le sette di un giorno di scuola. ¶ Si
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da Capocolò, si sentiva un po’ meglio. Si vestì
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scaldavano la ferita come un unguento. ¶ «Ciao, come stai
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brillavano. Erano occhi di un marrone vellutato in cui
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con la pesantezza di un vecchio. ¶ La stanza di
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pieno di libri e un grande stereo di marca
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accanto alla finestra, campeggiava un poster di Lucio Battisti
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Lucio Battisti sorridente, con un foulard a fiori legato
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e afferrò a caso un romanzo di Italo Calvino
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di Lucio Battisti. ¶ Per un po’ rimase in mezzo
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lei lo guardava muta, un sorriso d’imbarazzo sulle
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il kilt scozzese, forse un po’ ridicoli per una
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sorrise soddisfatto e con un gesto rapido delle mani
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Nicola. ¶ «Be’, ti fa un poco sgherroso, ma almeno
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una coppola è, non un impiastro di magàra.» ¶ Risero
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che sembravano incisi da un bisturi, una sottile ombra
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era il ricordo di un cazzotto pigliato alla sprovvista
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ala sinistra titolare: in un torneo in Inghilterra aveva
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in Inghilterra aveva fatto un gol di rovesciata al
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che avrebbero indebolito pure un toro, mi piacevano le
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momenti più difficili come un motto: erano il succo
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ormai non sembrava più un ex calciatore; da quando
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alla Montecatini era diventato un uomo appesantito dagli anni
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capiva che era stato un campione, il sangue non
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con l’entusiasmo di un bambino. E si incazzava
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Quel giorno Nicola fece un gesto che non faceva
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tra le sue braccia un uomo che lui voleva
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chiave nel cassetto come un peccato segreto. ¶ «La coppola
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Battisti» gli disse Anna un pomeriggio. ¶ Nicola si sentì
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esprimeva l’attesa di un desiderio, una vitalità gioiosa
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scuola studiava francese. ¶ Dopo un po’ lo raggiunse il
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Ci ho già pomiciato un paio di volte, stasera
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che Anna ti piaceva». ¶ Un po’ prima delle cinque
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delle cinque Nicola indossò un paio di jeans, una
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con le maniche corte, un maglione blu scuro sulle
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uscì. Faceva ancora caldo, un bel caldo tiepido da
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piazza Pitagora c’era un andirivieni di persone, soprattutto
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e trascinando con loro un’eco di commenti sguaiati
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In realtà si sentiva un po’ inquieto. E non
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volgarità, soprattutto. Nicola aveva un’altra concezione delle donne
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potesse lasciarsi abbindolare da un farfallone come Mario, il
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fratello avrebbe assestato volentieri un calcio sui coglioni. E
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sua amica Manuela. Mangiavano un gelato e camminavano anche
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meta precisa, inseguite da un gruppetto di giovani. Lui
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Nicola, gli furono a un passo dagli occhi, ciaociao
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chiusa nel cassetto come un oscuro presagio di sventura
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Vincenzo. Prima volevano fare un giro in città, poi
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all’amico e teneva un braccio fuori dal finestrino
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fuori dal finestrino. Indossava un vestito di velluto blunotte
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arrotolando la voce in un falsetto da donna. Nicola
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e il cielo, in un orizzonte di sogni che
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proteggersi la testa con un braccio, invece di parlare
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alla sua reattività felina. Un attimo prima dell’impatto
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altro guidatore aprirsi in un lampo di incredulità, poi
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con questa potenza a un comando del cervello la
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morire» alla velocità che un moribondo potrebbe raggiungere, semmai
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gambe, erano salve, senza un graffio, senza una botta
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gli occhi chiusi come un morto. ¶ Riprese conoscenza in
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punto di sutura sentì un dolore così lancinante che
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sempre più sopportabili. Non un lamento, dunque, un ahi
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Non un lamento, dunque, un ahi comprensibile e atteso
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svenuto: «Poi ti metti un cappellino e sarai bello
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il padre: «Sei stato un ciòtu, le macchine si
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non ti spettinavi manco un filo di rizzo». ¶ Il
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Con l’orgoglio di un chirurgo estetico si fece
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conferma all’infermiera: «È un lavoro perfetto, non trovi
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come il corso di un fiumiciattolo rossastro, che partiva
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fronte per perdersi in un graffio da gatto tra
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lo specchio gli restituì un ghigno da clown. ¶ Poi
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sanizzo e forte come un toro, e bello come
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calmarmi di fronte a un figlio che credevo morto
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me lo tocca con un pipirinèllo, mi sale la
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che lo squarto come un porco a Natale. «Signora
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radiografia: suo figlio ha un cervello sano come il
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Stai piangendo Nicola come un morto e lui ha
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con occhi da lupa, un pugno di parole soffocate
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grave, «mo’ ti faccio un brodo di gallinella tenera
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cavallo. Ti ho regalato un foulard rosso, il mio
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Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume
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l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere”. ¶ Mamma dice
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mai canticchiato una canzone. Un po’ lo capisco: sembra
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po’ lo capisco: sembra un’anima in pena, sempre
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farò, vedrai), vivere in un mondo più moderno, dove
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mi impedisce di frequentare un ragazzo che mi piace
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capire. Poi c’è un altro motivo che mi
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sempre la tua voce. ¶ Un caro saluto. ¶ Tua Anna
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Durante il viaggio ha un solo rimpianto: di non
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Battisti. Però si sente un po’ intontito, le strade
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Dal finestrino aperto entra un vento che gli rinfresca
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paese è immerso in un bosco di lecci come
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di lecci come in un nido caldo, a un
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2008
un nido caldo, a un tiro di schioppo dalla
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schioppo dalla Sila. Sembra un altro mondo rispetto a
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2008
seduti in fila su un muretto accanto al bar
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una casa grande con un tozzo di terra davanti
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di frutti maturi, ha un alone profumato in cui
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dopo sulla soglia compare un vecchio, minuto e decrepito
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2008
sospettoso. ¶ «Cerco Anna. Sono… un amico.» ¶ «Anna non abita
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2008
si apre subito a un sorriso: «Sei Nicola, il
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al vecchio di portargli un bicchiere di vino buono
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io, gli dice con un tono di rimprovero, ti
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surrescàta nel cielo in un giorno d’estate che
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tenuto il lutto per un anno intero, come si
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misure di Gina Lollobrigida, un petto che gli uomini
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col core in mano. Un giorno è venuto al
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mi stava vicino come un’ombra, l’ha guardato
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Nostrosignore. E Anna è un cugno del mio stesso
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poi venuta accompagnata da un furestero bello alto e
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2008
capire che le volevi un bene d’anima e
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2008
ha detto che era un suo amico cantatore e
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in silenzio. «Potrei avere un suo indirizzo, un numero
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2008
avere un suo indirizzo, un numero di telefono? Ho
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è sparita ci sarà un motivo che sa solo
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capivo, correvo dietro a un pallone, mi divertivo e
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Capocolò. Al fratello mollò un buffetto sulla guancia e
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2008
e gli disse porgendogli un LP: «Fraticè, ti ho
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Fraticè, ti ho portato un po’ di musica decente
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spesso di Rino Gaetano, un giovane cantautore di origine
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cambiare tutto, invece, per un obiettivo più alto.» ¶ «A
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2008
non ti manca, sei un cacasintènzi di prima qualità
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di prima qualità. Dimmi un po’, tanto per cambiare
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2008
una tesi sperimentale, non un semplice assemblaggio di frasi
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se le avesse fatto un complimento da innamorato alle
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2008
Tranquilla, ma’, prendo solo un caffè con loro, non
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con loro, non sono un mandrillo». ¶ Nicola si chiuse
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2008
lui Lucio Battisti era un mito, aveva accompagnato con
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2008
sua vita. Poteva morire un mito? Può un mito
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morire un mito? Può un mito morire? Il vento
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si siano fermati in un raccoglimento collettivo. Non c
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tocca con il petto un traguardo invisibile. La storia
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non correva così, come un pazzo. Poi, privo di
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ricordargli il dovere di un uomo: «Devi sposarti, Nicolì
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sposarti, Nicolì, prima che un infarto mi fa secca
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gioia bella nemmanco di un solo nipote. Quand’è
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insieme a lei ero un uomo. Cosa sono ora
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indirizzata a lui. Trasalì. Un bagliore inatteso si sprigionava
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timbro postale come da un minuscolo sole perfettamente tondo
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senza sbavature né ombre: un colpo secco, in alto
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casa. Dalla cucina fuoriusciva un effluvio ondeggiante di aglio
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e triglie affogate in un mare d’olio e
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e la lentezza di un abile giocatore di carte
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aveva pensato. Si considerava un ragazzo lucido e concreto
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e concreto, e forse un po’ lo era. Aggiunse
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Lucio Battisti”. Sarebbe stata un’ottima scusa per rivederla
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solo qualche parola e un “ciao” frettoloso quando si
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le loro stanze in un oceano infinito e silenzioso
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finestra checcà c’è un ordùre di zimba chiusa
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triglie con i peperoni, un’insalata di pomodori e
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acqua che saltellava da un solco all’altro attraverso
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chiusa. Di Anna, nemmeno un respiro. ¶ Allora tornò nella
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e comunque, pur sentendosi un ladro, sembrava non avere
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curiosità e di inquietudine, un miscuglio esplosivo che gli
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strada senza ritorno. Era un presentimento, niente più. Del
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come li avrebbe chiamati un giorno: volavano via in
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due dita tese in un timido gesto scaramantico. Un
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un timido gesto scaramantico. Un po’ ci sperava, è
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era una speranza fragile. Un sogno da ragazzo. Come
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curiosità? Per fortuna conosceva un modo efficace per scaricare
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nuovo ospedale, s’irradiava un alone di luce azzurrina
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del traguardo quasi con un balzo. Cento metri lanciati
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piuttosto il galoppo di un cavallo imbizzarrito, con il
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leggere, tornavano a essere un cespuglio di soffici riccioli
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banco assieme a Fabio, un altro spilungone come lui
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filosofia. Il professore era un uomo con i baffi
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mi tiene sveglio come un pungiglione, altrimenti dovrei dormire
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a concentrarsi, senza capire un solo concetto. Cosa voleva
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terremoto che mi libera un’energia bella e divina
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la lettera svolazzare come un uccello in una gabbia
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unico modo per procurarsi un po’ di sollievo e
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sapeva che invece era un ignobile trucco per avere
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dalla zia che ha un bar a Firenze e
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venuta incontro, frenando a un passo dal tuo cavallo
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Calabria solo per portarti un piccolo pensiero e per
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e robustezza; il padre, un tempo calciatore, sfoggiava una
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femminuccia, naturalmente, avrebbe avuto un’accucchjàta perfetta, diceva sincera
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studentesse, in casa trasìva un poco di pila, ma
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una barca munita di un vecchio motore a nafta
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nafta che friniva come un coro di cicale stanche
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il pesce ancora guizzante; un paio di cassette furono
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di lasciarsi alle spalle un’età che si stava
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entusiasmarlo, all’improvviso aveva un altro passo di corsa
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qua corre veloce come un piccolo Mennea!» esclamò, e
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testa di farlo diventare un velocista puro, un vero
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diventare un velocista puro, un vero campione. ¶ «Tu domani
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Ti voglio presentare a un mio amico d’infanzia
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anziché la tuta, indossava un vestito blu con cravatta
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cravatta rossa ed era un po’ panzùto. ¶ «Va bene
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con la precisione di un direttore d’orchestra. Finiti
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con la furia di un cavallo imbizzarrito. «Vai, vai
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correvano senza sforzo, senza un movimento di troppo, con
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dalla figlia, che aveva un petto quasi piatto da
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piatto da gallinella e un corpo ancora mingherlino, Nicola
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nel mare mosso, come un’imbriaca. Cercavano una casa
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della scuola. Avevano portato un pane fatto in casa
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mando io, vi farà un buon prezzo». ¶ Così ebbe
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prezzo». ¶ Così ebbe inizio un’estenuante trattativa sul costo
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lo aveva convinto con un ragionamento ricattatorio ma abbastanza
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scuola che ti dà un pezzo di carta in
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naso pieno di brufoli, un ragazzino insignificante e antipatico
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antipatico, gli avrebbe confessato un giorno; le piacevano solo
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i suoi occhi di un marrone caldo e soprattutto
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e soprattutto i capelli, un cespuglio di riccioli neri
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gli brucia dentro come un fuoco. Quel giorno, però
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per qualche secondo in un’unica melodia allegra, fino
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ne sai tu di un campo di grano, poesia
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di grano, poesia di un amore profano, la paura
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Anna, almeno allora. Per un attimo se la immagina
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della pensione era stata un toccasana per lei: senza
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era sbocciata, proprio come un fiore rosa, fiore di
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a me c’è un’altra vita, la nostra
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rientrando a casa con un magro bottino: una manciata
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una manciata di scopate, un cartone di vino locale
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forse ancor di più… Un angelo caduto in volo
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Gaetano, che era stato un amico di famiglia, Lucio
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specchietto interno e per un attimo osserva i suoi
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e, appena camuffato da un sorriso ironico, il rimpianto
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guancia e il seno un attimo prima; e anche
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successi e amato da un pubblico immenso. Aveva cinquantacinque
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bruciargli, come colpita da un fulmine. E, appena apre
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non soffocare, si leva un vento impetuoso e bollente
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e bollente che pare un grido di dolore. Lucio
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assumere le sembianze di un cespuglio bagnato. Sentì l
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e, quando accennò a un giro di campo di
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orecchio. ¶ «Ci vediamo fra un’oretta fuori dal campo
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juniores e ci fu un lungo applauso del pubblico
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Pitagora. La salutava con un bacio e ritornava a
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Gaetano aveva già trovato un monolocale dalle parti dell
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Spagna, San Pietro: sembrava un turista entusiasta con il
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e, subito dopo, con un lungo bacio. ¶ La partenza
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e, se tu facevi un passo in avanti, ti
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avanti, ti rinculava in un mondo illegale e arretrato
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Montecatini, diceva, sono diventato un uomo che cammina a
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che ormai era diventato un leader sindacale e conosceva
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e i contro erano un’infinità, non solo veleni
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mondo dovesse cambiare da un momento all’altro, bastava
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Tre giorni dopo, a un operaio si era impigliata
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operai, padre compreso, serpeggiava un fatalismo che faceva imbestialire
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Mario inginocchiato accanto a un operaio disteso in una
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rispondeva, si sentiva appena un pigolio da pulcino ferito
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da pulcino ferito. Era un pianto sommesso, inconsolabile, una
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dormire. ¶ Una primavera senza un fiore ¶ Un cuore senza
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primavera senza un fiore ¶ Un cuore senza forza di
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È come primavera senza un fiore. ¶ Caro Lucio, ¶ ho
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sola, in colpa, senza un briciolo di calore. L
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vedermi così. Come se un morto avesse ancora gli
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tua voce mi consola. Un abbraccio. ¶ Anna ¶ Fu l
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rinchiusa nel cassetto con un giro di chiave secco
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della casa sciabordava come un’onda muta. ¶ Poi Nicola
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gli importava se faceva un caldo da schiattare. Lui
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dentro quell’estate senza un sorriso, alla ricerca di
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ora crede di avere un alibi di ferro: portarle
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del testamento di Capocolò. Un alibi da adolescente quasi
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i pendii. Poi compare un castello da fiaba, sospeso
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da fiaba, sospeso sopra un paese senza nome. Nicola
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senza nome. Nicola sente un tonfo nel petto, come
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Nord e dopo circa un chilometro riconosce sulla destra
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Anna, perché hai dato un calcio al nostro amore
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fare benzina e mangiare un panino. Dopo una breve
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pianeggiante. Nella valle scende un buio improvviso e i
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alla sua destra, splende un grande castello illuminato a
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sul sagrato c’è un albero di Natale gigantesco
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cerca l’insegna di un ristorante o di un
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un ristorante o di un bar o di un
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un bar o di un albergo, trova invece presepi
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Natale, nell’atrio di un’antica chiesetta, nel giardino
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chiesetta, nel giardino di un bar chiuso. A quest
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Si avvicina. Stanno ammirando un presepe davvero ingegnoso, una
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re magi cammelli e un orso mansueto, con una
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sinistra, e ha davanti un ampio parcheggio. Mentre per
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morto resuscitato come Lazzaro, un fantasma o era Capocolò
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l’occhi vivi in un ospitale furestero. ¶ Mo’ lo
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ch’è stato tutto un sogno, piangevo come una
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guagliunèlla. Poi mi sono un poco calmata e ho
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non come credevo io, un incidente, sì, morto per
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morti e vivi per un sogno. Un sogno non
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vivi per un sogno. Un sogno non è la
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è la verità ma un desiderio» le dice il
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ad Anna gli sembra un misero trucco per coinvolgerlo
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ricoverato in quei giorni un uomo sconosciuto. L’hanno
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ascolta con trepidazione. ¶ «È un uomo sui trent’anni
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Io vado ché tengo un impegno.» ¶ «Non dire cioterìe
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da giorni. Appena ho un po’ di tempo, pensa
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a Capocolò che con un sarchio o a mano
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confidenze sincere volesse aprire un varco nei segreti della
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non erano ancora sposati: un atto di coraggio, per
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le fossette aperte in un principio di sorriso, le
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alle pupille buie, davvero un po’ sfocate. ¶ Quando Nicola
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aveva salutato addirittura con un bacio, ma ben presto
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e Nicola si sentì un intruso. Fissò con Anna
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intruso. Fissò con Anna un appuntamento per la sera
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scritto che le mancava un anno alla maturità ma
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ronzio: “Caro Lucio, se un giorno tu volessi lavorare
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tu volessi lavorare con un paroliere diverso da Mogol
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Poi Anna gli diede un consiglio vincente: «Perché dopo
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Sarebbe l’ideale per un atleta come te: interessante
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Nicola la ringraziò con un bacio. «Ci devo pensare
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L’esame orale fu un disastro. Nicola si presentò
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che voleva farlo sembrare un bravo guagliùnu, indossava un
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un bravo guagliùnu, indossava un vestito di mezza stagione
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temi scollegati tra loro. Un’ora così. Un inferno
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loro. Un’ora così. Un inferno. ¶ Poi una commissaria
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dell’esame perché era un atleta e voleva iscriversi
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che avevano di fronte un talento della velocità, il
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dei 100 metri juniores. Allora un esaminatore, entusiasta, gli chiese
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Il risultato finale fu un discreto 50 su 60, che teneva
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suo sguardo smarrito in un mondo che (non ci
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ricomparivano sotto forma di un rombo perfetto o di
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rombo perfetto o di un cuore capovolto. E non
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mai di richiamarsi l’un l’altra, di urlare
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l’altra, di urlare un canto corale che solo
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del Neto: partono verso un clima più mite, ma
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con la curiosità di un bambino. ¶ «Felici» rispose il
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Anna e averle posato un bacio sulle labbra sorridenti
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mai chiamato per fissare un appuntamento con lui a
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dal cuore, aveva sentito un pungiglione di persistente livore
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qui. ¶ Era scattato con un attimo di ritardo, e
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gambe pareva scagliata contro un bersaglio confuso, forse Anna
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era più tranquillo, incassava un salario sicuro ogni mese
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mancava niente: vedeva finalmente un futuro roseo per le
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ironica e amara con un ritmo che ti entrava
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nella testa, intervallata da un ritornello ottimistico che non
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scherzi da fare a un padre di famiglia», ormai
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contrario: «Tuo fratello è un porco traditore. Lo sapevo
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avvisata. Tu poi sei un ingenuo, non ti immaginavo
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continui scatti furiosi, senza un traguardo, fino al tramonto
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qualcosa di asciutto, stasera, un po’ di pane e
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libri e finalmente dentro un’agenda sgualcita trovò il
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plastica rigida. Lo tenne un po’ tra le mani
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rimorsi lo divoravano per un paio di settimane all
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il tempo di preparare un esame e avere il
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occhi, disse. Parlava con un senso di sollievo, più
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voi. Perciò voglio fare un patto, anche per iscritto
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iscritto se volete: datemi un anno, un anno e
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volete: datemi un anno, un anno e mezzo di
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di casa: se entro un anno non riesco a
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Lucio Battisti aveva stretto un patto analogo. Mario lo
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con l’abilità di un mago. ¶ In attesa della