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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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1910
memoria dei sensi con un voluttuoso piacere. ¶ Egli non
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1910
di nascondere in sé un nemico terribile, che avrebbe
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1910
terribile, che avrebbe d’un tratto potuto soverchiarlo, annientarlo
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1910
una forza oscura, insidiosa, un male antico, ruggente nell
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1910
delle sue fibre, come un rumore d’acque sotto
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1910
v’eran giorni che un gran buio gli si
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1910
enorme, si perdeva in un vuoto di cose più
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1910
non aveva concesso che un amore: la musica; e
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1910
vergognandosi dei fatto che un uomo ruvido e forte
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1910
quella donna bella come un sogno si accendevano quadri
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1910
sciupìo di ricchezze, tra un nembo di splendente irrealità
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1910
a lui negate. Non un amore desolato nasceva nel
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1910
nel suo spirito, ma un imperioso desiderio di possederla
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1910
non indugiava, non esitava un istante nel compierla. ¶ Si
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1910
a lei, non era un critico d’arte, non
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1910
d’arte, non era un giornalista, non era insomma
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1910
voleva piombarle addosso come un inseguitore stradaiolo nè parerle
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1910
la maniera di esprimerle un desiderio più profondo che
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1910
non ridicola ed insieme un’ audacia rispettosa. ¶ Quel giorno
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1910
rispettosa. ¶ Quel giorno faceva un bel sole. Ogni strada
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1910
tre del pomeriggio. Portava un abito di panno scuro
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1910
tre balze distanti, con un triplice orlo di pelliccia
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1910
scura; la medesima — forse un dorato zibellino — che le
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1910
formava intorno al collo un boa leggero, le guerniva
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1910
scioglieva nell’ampiezza d’un manicotto voluminoso. ¶ Forse nelle
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1910
ogni tanto entrava in un negozio, usciva, riprendeva la
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1910
battere sul marciapiede con un ritmo veloce; udiva quel
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1910
La vide entrare da un fiorista; egli si fermò
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1910
gli steli esigui, fra un merletto di capelvenere. ¶ Gli
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1910
di capelvenere. ¶ Gli venne un’idea, li per lì
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1910
presso il banco scegliendo un mazzo di violette di
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1910
che li separava l’un dall’altro, ch’ella
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1910
altro, ch’ella, per un momento, lasciò le sue
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1910
distolse lo sguardo, mise un biglietto da visita tra
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1910
uscì. ¶ Ella ne rimase un po’ stupita, fre le
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1910
violette di Parma. ¶ XI. ¶ Un altro giorno l’attese
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1910
passare. La seguì per un tratto, assai discretamente, però
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1910
mentrèella usciva dalla guantaia; un pomeriggio di nebbia s
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1910
teatro. Ella era in un palco, insieme con altre
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1910
cantanti forse, e ad un certo punto egli si
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1910
ella portava alla cintura un grappolo di rose gialle
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1910
inviarle una lettera. Ma un pensiero lo trattenne. Scrivere
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1910
rispose, appena appena, con un semiriso ambiguo su l
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1910
non insistette. Gli batteva un po’ il cuore. ¶ Adesso
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1910
dietro uno sguardo lungo, un cauto sorriso della sua
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1910
gli ultimi del loggione; un venditore d’arance chiacchierava
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1910
tempo dietro di sé un’ondata di profumo. ¶ Egli
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1910
rimase a guardare come un ebete il venditore di
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1910
me la stoffa d’un marito, parola d’onore
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1910
Riotti fu percosso d’un tale stupore che non
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1910
nel frattempo le capiti un giovine che valga un
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1910
un giovine che valga un po’ meglio di me
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1910
Càspita! càspita!... Questa è un po’ grossa! ¶ — Vi ho
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1910
uscì calmo calmo, accendendo un’altra sigaretta. Poco dopo
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1910
sopra ognun d’essi un esame acuto, e quand
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1910
lustro, d’una forma un po’ eccentrica, e tutto
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1910
furono tutti sorpresi, ed un poco anche il padre
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1910
che il giuoco è un affare, come ogni altro
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1910
attillato e azzimato come un damerino, sapere che alle
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1910
più forbita, che gettasse un riverbero dèeleganza su tutte
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1910
quasi lusingato d’avere un vincolo di parentela con
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1910
sperava di poter trarre un particolare vantaggio. Il padre
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1910
mensile che gli faceva un gran vuoto in cassa
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1910
tutte queste cose con un certo sdegno indifferente. ¶ Il
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1910
la Mercedes era capitato un guaio. Buona ma gelosa
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1910
che le si facesse un torto con donne del
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1910
scena sconciamente nuda, con un gran dimenìo d’anche
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1910
cinque o sei, farvi un rumore indiavolato e poi
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1910
poi andarsene via con un affettato sorriso di noia
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1910
stato lecito vedere sopra un altare della cristianità. » ¶ Quando
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1910
molti l’ebbero goduta, un uomo dabbene, calvo di
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1910
due del pomeriggio, con un appetito invidiabile. Colui si
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1910
chiamava Cesare Farra; era un uomo senza nervi, con
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1910
te, sarebbe capitato con un altro... Dunque non ci
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1910
sorte può capitare da un giorno allèaltro, dà sempre
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1910
e conforto il conoscere un cornuto di più. ¶ X
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1910
dicevasi, l’amante d’un Granduca, poi d’un
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1910
un Granduca, poi d’un Pascià egiziano, che avevano
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1910
con la mollezza d’un grande ventaglio, le braccia
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1910
tormento, godendo e prodigando un lentissimo piacere. Ed al
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1910
voce le somigliava, come un profumo può somigliare al
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1910
e li opprimeva, come un dolore inebbriante. ¶ Si chiamava
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1910
rifiuto che assoggettarsi ad un mediocre amore; poiché nel
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1910
Nilo. Era fors’anco un uomo piacevole, ma con
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1910
alle donne velate, laggiù. Un bel giorno ell’aveva
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1910
avrebbe forse pianto come un bambino, ma questo pensiero
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1910
eran veloci. Di natura un poè nomade, amava i
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1910
stagione chiusa, avrebbe fatto un giro per l’Italia
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1910
emerso dal mare con un destino di fiori e
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1910
come tutti gli altri; un poco più vivaci, un
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1910
un poco più vivaci, un po’ meno corretti, con
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1910
labbro, lo sparato impeccabile, un grande fiore all’occhiello
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1910
era strutta nella fantasia un bruno tipo di maschio
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1910
come una musica concitata, un tipo di possessore impetuoso
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1910
nell’anima, subdolamente, come un veleno. E qualche volta
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1910
morbida, tutta pigra, con un gran desiderio di sentirsi
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1910
seduto al tavolino d’un caffè ch’era nelle
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1910
A rivederla. ¶ E con un bel sorriso della sua
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1910
tutta curva, sbiancata come un cencio, un po’ barcollante
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1910
sbiancata come un cencio, un po’ barcollante. ¶ Egli accorse
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1910
il labbro smorto; a un certo punto si appoggiò
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1910
Vedrai, non sarà nulle. Un poco di pazienza: i
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1910
della vettura le traeva un piccolo grido; era così
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1910
turbato, e per mostrarle un poco d’amore le
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1910
d’amore le mise un braccio intorno alla cintura
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1910
tratto sussultava, come se un acerbo dolore, nel grembo
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1910
per farla guarire con un poco di persuasione. ¶ Giunti
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1910
il Riotti entrò come un pazzo mettendosi a gridare
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1910
andò a telefonare per un medico, Stefano si mise
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1910
piangeva. ¶ Sopraggiunse il medico, un amico del Riotti, un
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1910
un amico del Riotti, un vecchio. Allontanò tutti dal
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1910
e chiusero l’uscio. ¶ — Un aborto, — fece il medico
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1910
molte cose incomprensibili, poi un nome distinto, ch’era
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1910
rotto in due, come un uomo che avesse ricevuto
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1910
avesse ricevuto sul capo un gran colpo di mazza
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1910
che la ragazza avesse un’enterite, e chi la
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1910
s’era chiuso in un silenzio di mutolo e
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1910
solo qualche volta, con un tono burbero, con una
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1910
al Riotti come davanti un giudice. ¶ — Punto primo: dov
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1910
onesta non possa nascere un delinquente del genere! ¶ La
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1910
volle trar profitto. Fece un piccolo gesto di collera
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1910
che il farmacista esagerasse un poco neè suoi modi
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1910
a cacciarsi nellèuragano come un uomo perduto. ¶ — Me ne
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1910
di accumulare malanni. ¶ — Ma, un momento... — fece Arrigo. ¶ — Non
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1910
certa energia. ¶ — Ti cercherò un impiego, e lo accetterai
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1910
voluto continuare gli studi. ¶ — Un impiego? — mormorò Arrigo. ¶ — Sì
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1910
fuori di casa, senza un soldo in tasca, e
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1910
gli convenisse lasciar correre un po’ d’acqua sotto
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1910
padre giunse a trovargli un posto d’apprendista in
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1910
d’esser giunto in un luogo ameno e dilettevole
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1910
miserabili sempre, quando con un po’ di baldanza ed
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1910
po’ di baldanza ed un po’ di fortuna si
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1910
covando nel petto, come un tepido scaldino, il suo
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1910
trattato da meno di un domestico. La colpa dèArrigo
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1910
in farmacia per comprare un grammo di migranina. ¶ — Un
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1910
un grammo di migranina. ¶ — Un grammo di migranina!... — aveva
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1910
guadagnare il becco d’un centesimo. Da un pezzo
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1910
d’un centesimo. Da un pezzo era divenuto sfaccendato
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1910
fatiche d’amore. Diede un giorno una rispostaccia al
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1910
che forse ti costa un sacrifìcio, e puoi anche
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1910
de’ suoi vicini. Per un tacito accordo egli ed
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1910
moglie come si beve un bicchier d’acqua? Ci
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1910
Obbligatissimo! — borbottò l’altro, un po’ sorpreso tuttavia. ¶ — Ma
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1910
benissimo che non possiedo un soldo, né il mezzo
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1910
dimagrirli, e indurirli... Sono un po’ molli... ¶ — Ah, sì
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1910
Ma no — fece, con un riso, la più timida
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1910
Al desiderio di avere un marito... ¶ — Oh... sì... ¶ Poco
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1910
concepito sopra di lei un pensiero avido, che non
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1910
perdizione. ¶ Una volta, in un angolo buio, Arrigo la
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1910
metteva nelle calde vene un male indefinibile. Ora lo
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1910
bocca le potesse dare un bacio più forte, il
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1910
con lui, ch’era un maestro lento e paziente
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1910
maestro lento e paziente, un tentatore pieno di temerità
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1910
campanile suonasse nella notte un’ora inoltrata, che la
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1910
che la luna compisse un mezzo giro per la
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1910
soavi e selvagge come un ricco miele. ¶ Allora ella
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1910
una fedeltà indissolubile, d’un amore senza fine. Ed
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1910
una domenica sera, fecero un giro di polca insieme
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1910
sopra l’asinello di un vicino, e finì con
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1910
finì con rotolare in un fossato, senza farsi male
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1910
interrotto ricominciò. Fuori divampava un autunno più rosso dell
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1910
e di là, da un angolo all’altro, da
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1910
seggiola all’altra, come un’anima senza pace. ¶ Incinta
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1910
si divincolava intorno come un viluppo di serpi, la
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1910
serrava la gola dandole un’ impressione soffocante di nausea
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1910
l’aveva guardata, fissata, un attimo, implacabilmente, con gli
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1910
c’è più che un mezzo... —aveva ella tentato
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1910
il busto: « Peccato! Con un corpo ed un viso
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1910
Con un corpo ed un viso come il tuo
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1910
busto! — disse lei, tirando un baffetto d’Arrigo. ¶ — No
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1910
Mamma Gilda, mèè accaduto un guaio; navigo in pessime
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1910
che c’è voluto un bel tempo a mettere
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1910
percalle e facendovi suonare un gran mazzo di chiavi
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1910
carne flaccida, era rimasto un buon cuore di vecchia
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1910
sena riuscire a nascondere un senso d’invincibile maternità
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1910
case di campagna... ¶ — Ha un bel dire, ma quel
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1910
interruppe la vecchia con un cipiglio infernale. ¶ — Al diavolo
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1910
Già!... la figlia d’un amico di casa, — egli
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1910
I La figlia d’un amico di casa?... Una
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1910
piene d’imposture?... Sei un farabutto! ¶ Mamma Gilda si
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1910
l’aiutassero, almeno d’un consiglio, ed era venuto
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1910
più volontieri «... ma, in un modo o nellèaltro, bisogna
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1910
ai solo pensarvi... » ¶ Rimasero un poco in silenzio, quand
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1910
Bene, — disse. — Metti fuori un biglietto da cinquecento, e
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1910
te, senza nemmeno guadagnare un soldo! Pifferi! Quando le
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1910
tutte intere. Se manca un centesimo non se ne
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1910
la faccia buia. ¶ VII. ¶ Un po’ con le buone
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1910
po’ con le buone, un po’ con le brusche
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1910
le aveva, ma firmò un’altra cambiale. Ad Arrigo
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1910
subito cominciare con somministrarle un bicchierino di cordiale. Trovò
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1910
una brutta faccia ed un corpo di poco avvenire
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1910
di capelli finti, con un fare untuoso, cauto, la
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1910
molesta pinguedine; entrò con un risolino affabile, dondolando il
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1910
a sgravarsi e temendo un parto difficile. ¶ — Queste benedette
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1910
pure in sei. Vediamo un po’: l’Annetta può
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1910
mamma, e facendo mettere un altro letto in camera
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1910
Ma se deve essere un disturbo, — aggiunse con dignità
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1910
villetta che apparteneva ad un vinattiere del sobborgo, fattosi
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1910
Ma era in fondo un buon diavolo, e per
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1910
o cinque stanze ad un prezzo assai mite. ¶ Questa
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1910
anni può somigliare ad un uomo di cinquantatré. I
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1910
la sua gota fresca un colore quasi paonazzo, le
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1910
aveva i capelli d’un color castano scuro, pettinati
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1910
mani ed i piedi un po’ grandi. C’era
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1910
suo cuore nascosto, nudriva un tenero per Arrigo; una
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1910
sorelle dèArrigo pronunziavano con un ambiguo rossore; e per
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1910
non le avesse, per un capriccio, suggerito, educato e
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1910
a bruciare nel sangue un’accensione voluttuosa che non
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1910
il suo letto insonne, un odor forte di rosai
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1910
la sua sorella maggiore; un uscio mal connesso le
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1910
la luce, nascostamente serpeggiava un tremor di vita, un
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1910
un tremor di vita, un fervere di sussulti notturni
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1910
si trema talvolta per un rumore che nella notte
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1910
che nella notte sembri un congiungimento d’esseri o
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1910
giardino si converse in un letto, in un letto
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1910
in un letto, in un letto molle, profondo, su
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1910
su cui correva come un brivido la fragranza de
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1910
per specchiarsi, ridendo d’un riso lascivo; e nel
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1910
tutt’ intorno, quasi con un tintinno di carne molle
220
1910
danzassero, tutt’ intorno, con un tintinno, sopra il riflesso
221
1910
dell’acqua versata in un catino. Entrò nella camera
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1910
catino. Entrò nella camera un po’ ebbro; intese un
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1910
un po’ ebbro; intese un rumore di pianelle, o
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1910
si pettinava. L’altra, un po’ curva sul catino
225
1910
viso sorridente riflettersi, con un pettine fra i denti
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1910
gonfie; con le mani un po’ irose contro la
227
1910
palme, sopra la camicia un po’ arricciata, la pelle
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1910
dallo strofinio del lino un più vivo colore. Ora
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1910
polpacci tozzi, le caviglie un po’ grosse. Vedeva la
230
1910
quella calma Eugenia! Fece un giro per la camera
231
1910
su gli appoggiatoi d’un seggiolone, poi trasse il
232
1910
li prese tutti in un pugno, se li fece
233
1910
legatili nel mezzo con un nastro, li ricacciò indietro
234
1910
gambe già pigre, diede un lieve sbadiglio e con
235
1910
liscia la pelle con un po’ d’acqua ed
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1910
po’ d’acqua ed un po’ di cipria! — disse
237
1910
Ella trasse dal lenzuolo un braccio, e poiché la
238
1910
specie di delizia, con un semiriso di piacere. ¶ — E
239
1910
quei due seni grandi, un po’ cascanti, quasi sciupati
240
1910
tra sfacciata e confusa. ¶ — Un po’ troppo?... — interrogò. ¶ — Forse
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1910
quattro nacchere e con un paio di « caramba! » si
242
1910
e si era fatta un buon nome tra le
243
1910
concerti ballando seminuda in un teatro di varietà, che
244
1910
scoramento indicibile, sola, presso un tavolino, con gli occhi
245
1910
occhi lacrimosi davanti ad un’ala di pollo mezzo
246
1910
Egli aveva in tasca un centinaio di lire e
247
1910
dozzina d’ostriche ad un ostricaio bitorzoluto, che in
248
1910
il dialetto veneto con un forte accento bergamasco. ¶ Vèè
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1910
bergamasco. ¶ Vèè d’altronde un momento psicologico nel cuore
250
1910
donne malate d’amore, un momento nel quale, che
251
1910
quale, che so io, un’ostrica ben pepata, un
252
1910
un’ostrica ben pepata, un complimento detto bene, un
253
1910
un complimento detto bene, un bacio dato con le
254
1910
carezza sopra una lividura, un marengo buttato via, rasserenano
255
1910
voglia di abbandonarsi ad un’ altra follia... E così
256
1910
dovette confessare al padre un debito, anzi molti debiti
257
1910
stesso che gli diede un cattivo consiglio: ¶ — Domanda il
258
1910
quando può! ¶ — AI Riotti? Un bravèuomo, sì, non lo
259
1910
nuoce. Si tratta d’un prestito, in fin de
260
1910
de’ conti, e con un buon interesse lo si
261
1910
domanda. ¶ Costui scoppiò in un riso formidabile, un riso
262
1910
in un riso formidabile, un riso così enorme, che
263
1910
Riotti, avesse a sborsare un millesimo per i debiti
264
1910
in bottega dell’occhialaio un’ora più tardi per
265
1910
tardi per farci sopra un po’ d’ironia. ¶ « L
266
1910
fare qualsiasi sacrifizio per un amico, — ma non voleva
267
1910
con darli. Vi mise un poco di buon cuore
268
1910
di buon cuore ed un poco d’avarizia, perchè
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1910
poco d’avarizia, perchè un uomo non è mai
270
1910
Ma sopra tutto aveva un non so che per
271
1910
quanto a lui desse un insopportabile fastidio, doveva pur
272
1910
abitatori della casa d’un tratto si affacciavano alle
273
1910
anzi aveva già formato un suo piano recondito, ma
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1910
in quella casa come un despota, come un arbitro
275
1910
come un despota, come un arbitro, come un donatore
276
1910
come un arbitro, come un donatore. Finalmente avrebbe parlato
277
1910
vita indegna per accettare un impiego qualsiasi, trovatogli dal
278
1910
Poi, la sera, sovra un balcone semibuio, tra una
279
1910
diciassette anni, dalle fattezze un po’ dure ma con
280
1910
sotto il lume ultimando un suo ricamo di cattivissimo
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1910
intenta e china in un cerchio d’ombra. I
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1910
semplicità come quelli di un’educanda, le giravano intorno
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una ragazza pigra, quieta, un poco marmottona, che in
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1910
come parimenti sapeva, con un prematuro istinto materno, cullare
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1910
minore di lei d’un anno, e che ora
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da qualche mese, frequentava un laboratorio per imparare il
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1910
ad acuminare col temperino un piuolo di legno per
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1910
sua digestione lenta. Era un bimbotto semplice, dai capelli
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1910
di una vecchia inquilina, un cianciatolo senza pietà, che
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figli!... Del primo farai un piccolo cicisbeo, dell’altro
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figli! Vecchio mio, è un lusso da gran signore
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tipo d’affibbiartene ancora un paio! » ¶ E nella sua
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a sé medesimo con un riso grasso: ¶ « È ben
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sei responsabile fino ad un certo punto... Non metterei
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1910
le ciglia molto lunghe, un poè curve, che gli
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labbro gli cresceva già un’ombra leggera, i capelli
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starsene solo, taciturno ed un po’ scontroso. Ad un
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un po’ scontroso. Ad un certo Natale si fece
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Natale si fece regalare un violino, ed un vecchio
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1910
regalare un violino, ed un vecchio, lì nella corte
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sufficienza per poter pagare un maestro di violino tre
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se Rigoletto si credeva un Paganini, a lui seccava
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1910
aveva egli detto in un giorno di malumore. ¶ Senonchè
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doni senza nemmeno contarli; un superiore istinto guidava la
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tutte le speranze d’un avvenire imprevedibile: era il
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questo fanciullo a modo un ragazzaccio di pessimo genere
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sigaretta in bocca ed un fiore all’occhiello se
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non avesse mai torto un capello ad anima viva
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1910
che dovevano bastargli per un mese, poi si dava
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si mise a fare un tal chiasso indiavolato, a
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anche vincere?... ¶ Vincere: comprarsi un bell’astuccio per le
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a piedi, farsi fare un soprabito a sacco, sfoderato
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senza il becco d’un quattrino menava una vita
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verso di vederlo perdere un quattrino. Ma, già... si
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sere, in poltrona, con un bello sparato bianco e
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facesse comodo, e magari un bel giorno capitare in
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1910
casa della Lilina con un ventaglio di piume di
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1910
A lui non costava un soldo, e questo era
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i conquistatori adolescenti: avere un’amante altrui, averla per
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qualche fiore, qualche dolce, un cappellino ogni tanto, un
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un cappellino ogni tanto, un ninnolo, una gita. Ne
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unico l’amore d’un quarantenne, signore ammogliato, che
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1910
la settimana, puntuale come un cronometro, e ci stava
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1910
ci stava, tutto compreso, un’oretta. Non le dava
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1910
anzi la mantenuta di un industriale. Arrigo, per quanto
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volesse ammettere, s’era un po’ scottato alla sua
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speranza. Le donne hanno un cuore pieno di riflessioni
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1910
senza il becco d’un centesimo, con una faccia
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mio, lo manderei mozzo. Un paio d’anni sul
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te la chiudo in un convento comèè vero che
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pura d’anima come un’ostia benedetta. Laboriosa, diligente
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licenza della Scuola Superiore, un diploma di ricamo... che
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1910
il fiotto amaro. Passò un annetto ancora: tramontarono i
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era fatte prestare in un giorno di grande penuria
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1910
di grande penuria. ¶ Ma un’altra prese il suo
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1910
concerto, coi capelli d’un nero corvino, le labbra
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oscure, che camminano per un lento calvario e non
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che mietè molte vite. Un congiunto lo raccolse nella
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1910
ne fece nulla. Era un uomo soave e riconoscente
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fu sin dal principio un uomo laborioso ed umile
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grande rassegnazione: « Ho avuto un grave torto: quello di
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povera, non ebbe che un amore; uno di quegli
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sorte, gli fece incontrare un giorno colei che doveva
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spirito irrequieto. ¶ Vedova d’un architetto, senza figli, senza
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nozze; che avesse avuto un processo, e clamoroso ma
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difficile, — Stefano la sposò un giorno ch’ella venne
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l’aver al fianco un uomo che pensi al
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bellissima donna a prendersi un marito di nessun conto
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giovine che lèamava d’ un amore così devoto, riusciva
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a suscitare in lei un senso misto di tenerezza
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nati di lei, scese un altro gradino, si ritrasse
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sua città laboriosa, mise un’insegna nella strada ed
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fra gli agi, portando un nome quasi gentilizio, in
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qualche volta felice. ¶ II. ¶ Un mattino, ch’era di
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e la via da un campo all’altro balenava
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Riotti, pingue, maestoso, con un par d’occhiali appinzati
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appinzati sul naso tumido, un fare tra Io scienziato
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ran ta-ra!» ¶ Aspettava un cliente mattiniero per buttargli
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per buttargli lì, fra un citrato di magnesia ed
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pelle d’oca a un satanasso di turco!» E
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e sapeva di tutto un po’. ¶ Siccome il Riotti
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il vicinato. ¶ Arrigo era un fanciullo veramente a modo
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privata e diretta da un sacerdote — egli non trattava
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rincasare a piedi, seguendo un’arruffata e povera servetta
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già si azzimava come un piccolo moscardino, faceva i
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tutti le maniere d’un imberbe marchesino. Era d
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d’esser figlio d’un occhialaio diceva di suo
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padre con sussiego: «È un professore dèottica.» Coi bambini
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Queste abitudini signorili solleticavano un po’ l’orgoglio de
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voleva farne nullameno che un avvocato, poiché, per tutte
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le famiglie borghesi, avere un figlio togato vuol dire
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una volta l’avere un figlio prete od ufficiale
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umano.» ¶ Se avesse avuto un figlio, lui, ne avrebbe
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stata scortese; invece d’un maschio, nel quale avrebbe
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meditazioni. ¶ Il farmacista era un uomo corpulento, che tradiva
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1910
corta barba fuligginosa. Era un uomo che aveva letto
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dirsi a buon diritto un uomo erudito, perchè le
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del mondo e avesse un temperamento nullèaffatto amoroso, il
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capocchie dei fiammiferi da un quinquennio in poi, della
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come sempre, tollerò che un estraneo si frammettesse nella
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o dalla retrobottega con un pretesto qualsiasi. Per lo
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il farmacista. C’era un falegname che tutto il
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giorno picchiava, c’era un tornitore e piallava, una
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stamperia dalle macchine fragorose, un rilegatore di libri sempre
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la bella capigliatura, d’un vaporoso color biondo. ¶ Sacco
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Graziosa. Ma mi sembra un poco mal vestita. Che
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onesta, ma figlia d’un cornuto, — sentenziò il Rigoli
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il conte Anatoli, con un abito nuovo, che gli
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Aveva, tempo addietro, avuto un capriccio per il del
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con l’aria d’un uomo che ubbidisse a
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Sciocco! — ella rimandò con un bel riso. — Ti pare
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posso continuare sempre. ¶ — Fate un po’ di sentimento, ora
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esclamò la Tita, con un accesso d’allegria. Ma
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neri, offuscati di nero, un po’ sciocchi forse nella
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e parava considerarla come un piccolo trastullo. ¶ — Non ti
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Molte cose. — Poi, con un gesto vago, ripetè: — Molte
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guardò attentamente: ¶ — Sei divenuto un posatore. ¶ — Quei due si
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la corte! — annunziò allora un de’ vicini, che aveva
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Tita — ho sempre avuto un tenero per Arrigo. ¶ — Questo
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No, grazie! Tu sei un uomo prosaico, sboccato e
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donne ci vuole sempre un poco di poesia. ¶ Ella
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di poesia. ¶ Ella inzuppava un biscotto nel tè, afferrandolo
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anzi ch’è diventato un posatore. ¶ Sopravvenne il Malatesta
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esclamò il Malatesta con un riso gaio. ¶ Era un
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un riso gaio. ¶ Era un autunno di sole; nei
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dandosi l’aria d’un uomo risoluto a qualche
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Arrigo lo faceva attendere un buon quarto d’ora
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1910
borbottava qualcosa, ch era un mezzo saluto, profferito in
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sta mio padre? E un pezzo che non Io
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son morti ancora, con un figlio come voi, vuol
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indiscreto, cominciava con lanciare un’occhiatina per intorno. Il
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1910
senso borghese, lo sbalordiva un poco, gli dava quasi
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1910
con premura per versargli un bicchierino di quel suo
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1910
che ve lo ripeta un’altra volta? Non l
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1910
ho! Anzi vorrei darvi un buon consiglio. Cercate di
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piuttosto il figlio Paolo, un buon ragazzo, modesto, economo
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droghiere benestante; aveva già un figlio ed era incinta
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ed era incinta d’un secondo. Era divenuta grassa
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bellina, d’una bellezza un po’ sfacciata e provocante
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furba e graziosa come un furetto. ¶ Di sposarsi, lei
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1910
avevano in lui quasi un rispetto diffidente e timoroso
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piccola retrobottega, e, per un’abitudine antica, pranzavano lì
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1910
anni, s’era fatto un po’ dura d’orecchio
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intero vicinato. Lui, Stefano, un più curvo, un po
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Stefano, un più curvo, un po’ più calvo, era
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bestia malata. Paolo era un ragazzotto piuttosto incline alla
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il cranio tondo come un cocomero, due occhietti buoni
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1910
quelle del fratello, ma un po’ inselavatichite. ¶ Fra quei
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grossolani, ciò che formava un singolare contrasto era la
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1910
e odorosa impressione d’un bocciolo di rosa. ¶ — Buon
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1910
collo e ridendo con un’allegrezza infantile ma un
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1910
un’allegrezza infantile ma un po’ sguaiata. ¶ — Oh, Arrigo
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1910
negozi o nei teatri. Un turbamento simultaneo li rimescolava
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appoggiarsi al parapetto d’un palco, stringendosi le tempie
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1910
nel guardarla smarritamente, con un turbine di memorie nel
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1910
per l’ultima volta un caldo bacio; gli avveniva
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amante perduta lo innamorava un’altra volta di sé
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qualcosa e vigilava come un can da guardia. Ma
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1910
gelosia. ¶ Egli le mandò un mazzo di violette di
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Parma, poiché c’era un profumo di violette nella
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1910
e godettero nel trovarvi un pericolo grande, una insolita
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dello smilzo ufficiale d’un tempo rivisse nel pingue
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1910
la mala fama d’un patrimonio raccoltogli dal padre
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1910
dalle classi plebee con un ingegno solido e rapace
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acri che parevano raschiargli un po’ la gola; nel
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1910
suo viso apoplettico brillava un’irritazione mal dissimulata ed
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sembra che tu esageri un pochino! ¶ L’altro riprese
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questo? E il Macchi? Un ribassista fra i più
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fra i più smascherati, un uomo che ha sempre
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l’intenzione di provocare un uomo! ¶ Levarono i pugni
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1910
aveva la fama di un terribile duellatore. Almeno al
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su lo sterrato d’un ippodromo e li misero
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a torso nudo. ¶ Faceva un così bel sole, ch
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Piaggi gli rendeva insomma un certo onore incrociando il
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1910
tre patrizi autentici ed un uomo esperto di cavalleria
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1910
gli aveva pure insegnato un colpo al braccio, uno
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1910
prediligeva con quella tenerezza un po’ maniaca ed eccessiva
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1910
che si ha per un cagnolino, per una bambola
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1910
per una bambola, per un ninnolo; infuori da questo
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1910
lusso ch’era quasi un contorno necessario alla sua
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1910
più, rappresentava per Arrigo un’egida provvisoria, una indispensabile
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1910
conosciuta Clara Michelis in un salotto e le aveva
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1910
messi gli occhi addosso, un poco per curiosità, — quella
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1910
potessero agevolargli la strada, — un poco perchè subiva egli
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1910
età nella quale prendere un amante vuol dire forse
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onesta, anziché lusingarsi d’un desiderio che la ricerchi
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per la donna talvolta un godimento più fine che
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molto insieme, già da un pezzo diceva che fossero
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e venato che pareva un minuscolo gingillo nella sua
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lei racchiuse come in un cofano prezioso. ¶ Egli si
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ancor più attratti l’un verso l’altra dalla
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ambigue il velo d’un incantamento. ¶ Talvolta, nel muoversi
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1910
ignudo, avvolgendola tutta in un freddo e lento brivido
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in ginocchio, supplice come un bimbo. ¶ Le sue vestaglie
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di seta facevano appena un morbido fruscio d’ala
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candelabri si spensero in un soffio d’aria, le
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spalliere... ¶ Veniva dalla strada un rosso riverbero di lampioni
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forte, che traboccava in un riso convulso... ¶ Le tende
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una giovinetta passò, con un’andatura svelta, con qualcosa
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però la riconosco. E un amore! ¶ Già lontanava. Di
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1910
si fece servire da un domestico in livrea. Occorreva
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domestico in livrea. Occorreva un certo apparato per ricevere
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cercare, sebbene fosse stata un momento in dubbio se
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che il pane. Da un anno in qua i
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poichè le paghe d’un teatro italiano, per i
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capanna, la parola d’un banchiere previdente riesce non
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rado a sconvolgere tutto un ordine d’idee. Quel
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barba crespa, era infatti un po’ ridicolo, con la
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venne a svegliare, portandogli un biglietto da visita ch
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se l’aspettava da un pezzo. ¶ — Comincerò dunque dalla
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Vengo a seccarti per un prestito. Se puoi, mille
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di cifre, — disse con un sorriso amabile. ¶ — Cinquemila, — precisò
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1910
arrivare forse, ma con un po’ di fatica, — disse
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mai. Invece io, da un mese in qua, non
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cuore e che sei un uomo discreto. Ma non
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una pausa ed assunse un’aria di protezione: ¶ — Totò
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qualche volta, per ricevere un nuovo socio, sollevano mille
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assai contrastata, ma per un piccolo eccedere di palle
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decidono l’avvenire d’un uomo. ¶ Che importava a
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dai nemici. ¶ Allora fece un bel bucato di tutta