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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Il dono, 1936

concordanze di «un»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
torpida, gli occhi, vedo un che di bianco ¶ ai
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ai vetri: lieve; e un esitar dell'ombra. ¶ Un
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un esitar dell'ombra. ¶ Un altro giorno, dunque? Le
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torna la pena che un clemente oblio ¶ m'avea
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eterna ¶ progenitrice, entrambe ad un sol parto ¶ creava – e
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pace che imbianca come un'alba il volto ¶ di
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Non hai nella memoria un giorno ¶ piú bello, un
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un giorno ¶ piú bello, un giorno senza nube, come
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piú mai ne sorgerà ¶ un altro cosí bello, pe
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io la guardo ¶ morire. Un dopo l'altro si
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petali; ma intatti: immacolati: ¶ un presso l'altro con
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presso l'altro con un tocco lieve ¶ posano, e
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e stanno: attenti, se un prodigio ¶ li risollevi e
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primo albore, colme d'un silenzio ¶ abbandonato, che sol
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abbandonato, che sol rompe un'eco ¶ di campanella: – oh
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portai, felice, in processione, un giorno ¶ di sagra. Dritto
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tese ¶ la mano, ieri (un bimbo alla sua gonna
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io non son che un po' di questa terra
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e carne, ¶ fratello. ¶ All'un de' polsi tu volesti
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giunte ¶ sul petto, all'un de' polsi avrò un
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un de' polsi avrò un rosario: ¶ questo. – E gran
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quella parte ¶ del cielo un vasto ardore ¶ dove m
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Forse in quest'ora un'anima ¶ a pena sciolta
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essa ebbe nel mondo ¶ un corpo e un viso
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mondo ¶ un corpo e un viso? ¶ Vano il saperlo
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mio cuore, ¶ gioia d'un giorno, conscia d'esser
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esser viva ¶ sol per un giorno! ¶ Non importa. È
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come dell'arrivo ¶ d'un fratello, improvviso, da lontane
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da lontane ¶ terre. Era un giorno sul finir d
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stretti nel boccio, d'un pallor che in grigio
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aspro marzo, ¶ ma d'un rosso di porpora, venato
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bellezza viva ¶ che in un'altra bellezza si trasforma
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fa pesante il silenzio. Un'oppressura ¶ mi tiene: calda
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senza memoria. ¶ Petali d'un denso ¶ profumo, e del
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cuore che batte e un fior che cade. ¶ AMOR
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sulla scura terra ¶ d'un solco che dal vomere
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dona intero. ¶ Distendermi in un solco; e là obliarmi
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e là obliarmi ¶ come un aratro abbandonato. L'arco
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col nulla ¶ parole d'un linguaggio ¶ perduto; e le
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candente al sole, ¶ (forse un tempo io le dissi
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Basta ¶ l'ombra d'un bacio alla memoria, basta
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basta ¶ l'ombra d'un'ala alla felicità. ¶ CREPUSCOLO
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stelle; ¶ ma c'è un bimbo in giardino ¶ che
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Viene da quel verde un fresco ¶ pispigliare d'uccelli
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di fiori e frutti, un senso di rifugio ¶ invïolato
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a' tuoi confini in un silenzio duro, ¶ che piú
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polveroso si snoda in un barbaglio ¶ che acceca. Un
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un barbaglio ¶ che acceca. Un tempio che non ha
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secoli. Per queste ¶ solitudini un giorno, in cuor gemendo
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senza notti?) ¶ ma d'un oro sanguigno. Dalle rame
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fra veglia e sonno, un canto ¶ lieve, sommesso, e
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su grigio mare, dentro un vel di pioggia. ¶ Era
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pioggia, sí; ma sovra un mare ¶ di fronde, mormoranti
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pioggia d'autunno, dopo un'arsa estate ¶ tutta febbre
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le sue stagioni, e un albero avrà fronde. ¶ IL
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uomini, alla terra. ¶ Ma un sordo schianto mi strappò
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margine del prato ¶ vidi un platano eccelso piombar giú
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di legno, gialle, d'un bel giallo ardente ¶ ch
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paiolo rimesta, e d'un sol colpo ¶ sul tagliere
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luna tonda ¶ dal monte: un'altra luna entro l
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cielo ed acque formano ¶ un'aperta conchiglia rosazzurra ¶ che
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piangenti ¶ curvi alla riva un brivido han le foglie
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foglie. ¶ Solo parla, sommesso, un usignolo ¶ nel cipresseto: con
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cerchio ¶ nell'aria d'un nitor grigio di perla
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viene: vien da lunge un suono ¶ di campanaccio. Ma
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Donna che passi, férmati un poco. ¶ Fiorisce ancóra la
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fosse ¶ qual ero stata, un giorno, io, fra le
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imploravo, una bambina! – In un'alba ¶ d'inverno, venne
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feltro, e come in un deserto ¶ mi sembri sola
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il tuo passo. ¶ Inconscia, un giorno ¶ nascesti, come ognun
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rivolgi, se il rivedi, un lampo. ¶ Madre, sperasti per
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dei santi in cielo. ¶ Un velo sui lisci capelli
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co' tuoi fanciulli, e un giorno ¶ soffrirai com'io
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sto come alla porta un povero ¶ che mendicar vorrebbe
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ieri ¶ non c'era: un'ombra in fondo agli
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nel segreto ¶ dell'essere, un rimpianto, una paura ¶ súbito
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ogni giorno avanza ¶ d'un passo. Dalla legge senza
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senza tramonto! Cosí volge un fiume ¶ con l'onde
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che porti ¶ all'anulare un infrangibil cerchio ¶ d'acciaio
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notte ¶ che le portasse un po' di sonno, tregua
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l'agonia ¶ sia come un sogno: ch'ella veda
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labbro: melodia ¶ che chi un giorno l'udí piú
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di nero, o d'un color di scure mammole
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velando lo splendore ¶ d'un'anima riflessa nella vita
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T'offre la morte un manto di sovrana ¶ tutto
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casta ¶ umiltà, mentre su un rosario intrecci ¶ le dita
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la voce sospesa a un fil di luna; ¶ e
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la segreta ¶ musica d'un gorgheggio ¶ d'usignolo, sorella
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tuo giardino? ¶ Tutte d'un chiaro azzurro, ch'era
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infermo, a te fioriva ¶ un rosaio lassú, fin che
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numero e fine – con un moto ¶ del collo e
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moto ¶ del collo e un lieve grido, se d
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lieve grido, se d'un rapido ¶ guizzo segnava il
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suo cammin di morte ¶ un frammento di stella. ¶ A
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Quando ¶ sarà finita, sotto un doppio velo ¶ nascondetemi il
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il velo sollevò. ¶ Solo un istante; – ma il tuo
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fermarmi al punto dove un'eco, strana ¶ e lontana
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paradiso, che ogni pena un giorno ¶ in me placava
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notte senza luna. ¶ IMPOSSIBILITÀ ¶ Un gemere di bimbo, nella
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fra due raschi e un po' d'affanno. ¶ Bello
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tabacco nella pipa; ¶ ma un'altra mano schiaccia ad
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e sbarre arrampicarti ¶ come un gatto, lassú? Con quei
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presagi. Ho nelle tempie un rombo ¶ sordo, lontano, che
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cessa; e pare ¶ d'un'elica lassú, perduta accanto
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pace. Il mondo è un passo. Il cielo ¶ che
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il cielo. ¶ Solo in un volto, nel divino Volto
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tu da esse invano ¶ un segno invocherai che ti
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invocherai che ti riveli ¶ – un segno, un solo! – quelle
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ti riveli ¶ – un segno, un solo! – quelle de' tuoi
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Oh, nulla forse ¶ che un punto, il tuo soffrire
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1936
per secoli e millenni. ¶ Un punto – e col perdono