parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
luce la lastra di una radiografia e individua nella
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correre e correre lungo una scala e non arrivare
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mai alla fine, superare una rampa e poi trovarne
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appena fuggito saranno collassate una dopo l’altra trascinando
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Vieni!» mi dice improvvisamente una voce, da qualche parte
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nel buio. ¶ C’è una ragazza morta alla guida
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morta alla guida di una jeep che si è
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avvitata un po’ da una parte, e quella camerierina
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tracimando dentro la morte, una notte, e arrivavano da
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camerierina, quella che sembrava una camerierina ma che invece
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anche là un parco, una villa, e anche là
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villa, e anche là una ragazza che si spostava
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sorride, e si passa una mano sull’ampia fronte
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se invece che su una jeep che corre a
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sbarrati nel buio, sopra una branda, in una di
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sopra una branda, in una di quelle camere mai
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sbarravano la strada con una catena chiodata, e poi
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sull’orlo dei precipizi, una volta, due volte, tre
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che Anastasia sta allungando una mano verso di me
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e mi ha incernierato una mano, mentre corriamo all
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fatto finta di essere una camerierina e che lo
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inclinava improvvisamente passando sopra una porzione di strada e
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salendo, tutti inclinati, quando una coppia di ruote si
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mondo si immobilizzi tra una scossa e l’altra
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solleva di colpo da una parte, si capovolge, iniettata
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siamo un po’ da una parte e un po
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parte...» mi sta sussurrando una voce, a strapiombo sulla
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voce soffocata, nel buio, una vocina. ¶ Mi fermo, in
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collo. ¶ «Ma tu sei una bambina!» mi accorgo improvvisamente
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ti sei impiccata a una trave. Tutta la casa
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corpicino che pende da una corda fissata a un
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nel buio «ma era una fotografia da cui non
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se eri tu? Avevi una frangetta, due treccine... Ma
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capelli sciolti. Tu eri una bambina che non sembrava
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bambina che non sembrava una bambina...» ¶ «Sì, certo, perché
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Sì, certo, perché ero una bambina che stava tracimando
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ti eri impiccata, a una trave. Nessuno parlava...» ¶ «Ecco
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agitata, che avevi comperato una corda ma che poi
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Sta’ tranquilla, questa è una corda forte, non si
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pareti arancione che sembrava una fornace. Ecco, io adesso
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lasci sola!» dice improvvisamente una voce, alle mie spalle
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assenza abbacinante di luce una figura indistinguibile dal resto
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avrei voluto vederti ancora una volta, per la prima
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trovati inaspettatamente vicini, in una zona del cortile dove
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buia e del fiume, una musica che arrivava da
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rimasta a girare per una settimana là in mezzo
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affacciati in silenzio a una ringhierina, e veniva da
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mio volto passava da una porzione all’altra di
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sta volando giù da una balza protesa sopra un
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flutti. ¶ «Siamo precipitati dentro una cascata!» mi grida la
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nuovo con forza verso una nuova cascata in cui
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trascinati nel turbine di una nuova corrente, nuove cascate
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di terra e tra una successione e l’altra
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forma anche più di una cascata in uno stesso
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le ho già viste una volta, quando ero tra
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demografica nella selva, che una bambina india sollevava nell
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stesse che circondavano come una nuvola il corpo di
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nuotando o balzando dall’una all’altra di queste
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nel continente dei vivi una città come quella!» le
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abisso, ancora insalivati, fosforescenti. «Una città tutta piena di
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sterminate dove sta avvenendo una continua tracimazione di vivi
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per poter sostenere ancora una simile percussione di vita
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Ci incliniamo ancora, da una parte, dall’altra, ci
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dei morti che crollano una dopo l’altra sotto
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seggiolina di ferro di una seggiovia. Stavamo andando verso
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là, immobili, muti, atterriti, una fila di vesti nere
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d’occhio e in una sola visione da queste
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suo fianco, facendo scorrere una sua porzione trasparente, nel
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si sta avvicinando a una piatta falda di terra
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che si immette in una città non ancora raggiunta
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che mi passano come una carezza sul volto. ¶ «Che
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di sentire sempre più una percussione e un clangore
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buio, cosa può essere una guerra in un infinito
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Se passate vicino a una barricata e provate a
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potete sentire nel buio una voce o più voci
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morte. ¶ L’aspetto di una città dei morti che
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qualcuno dall’alto di una torre circondata di vessilli
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dei risorti!» vi risponde una voce, dal buio. ¶ Sentite
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dei morti!» vi risponde una voce. «È il canto
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idea di cosa sia una sterminata colonia di città
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pioggia. ¶ «Devi stare da una parte o dall’altra
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sta gridando da lontano una voce. «Vieni qui!» ¶ Non
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forse il cortile di una caserma o una piazza
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di una caserma o una piazza d’armi. ¶ I
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da cui si eleva una torre che si restringe
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come autostrade pieni di una folla di soldati e
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veniamo incontro, lui da una parte e noi dall
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di genitali. ¶ Mi passo una mano sugli occhi ancora
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rovesciando le sorti di una battaglia che sembrava perduta
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si illudevano di avere una superiorità numerica di due
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due soli giorni, con una marcia forzata di 145 chilometri
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del cielo stanno collassando una dopo l’altra sotto
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al suo vertice, su una terrazza circolare al centro
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centro della quale svetta una enorme antenna che vibra
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colonne che prendono posizione una dopo l’altra, gli
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dei cingolati che travolgono una dopo l’altra le
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Guarda!» mi dice ancora una delle due. «Stiamo entrando
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non hanno mai visto una cosa simile, non possono
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alto in qualcosa come una città altalenante nel vuoto
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quel clangore?» chiedo a una delle due teste che
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Ecco...» mi sta dicendo una delle due, con la
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aspettato sulla soglia di una di quelle porticine nere
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questo clangore?» mi chiede una delle due, all’improvviso
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sento che mi rispondono, una o l’altra, non
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arrivato al culmine di una nuova oscillazione. ¶ «Vieni!» mi
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asse dell’oscillazione, verso una nuova città che sprofonda
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al buio “e quando una sale l’altra sprofonda
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altra sprofonda, e quando una sprofonda l’altra sale
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altra sale. Forse perché una possa risorgere nella vita
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si innalza. Forse erano una città sola posta su
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Adesso sto correndo su una strada aerea che costeggia
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a uno dei lati una parete verticale che si
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nero sul fondo, forse una montagna che scende a
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scende a strapiombo, forse una fenditura provocata da questo
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mi dico, “forse è una muraglia di corpi morti
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ti conosco!» sento che una voce femminile mi sta
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al secondo piano di una casa, senza riscaldamento anche
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morte a percepirsi come una corsa nelle viscere favolose
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mi sto affacciando da una balaustra sospesa su altre
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può solo scendere dall’una all’altra di queste
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Devo essere entrato in una nuova città tutta gremita
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incontro!» mi sta dicendo una voce. ¶ «Sali! Sprofonda!» mi
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reggia!» mi sta dicendo una terza voce. ¶ C’è
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terza voce. ¶ C’è una grande scalinata di fronte
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un corpo morto verso una reggia morta nella morte
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2015
si fa a raccontare una cosa simile ai vivi
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piccole orecchie orlate da una raggiera di orecchini tintinnanti
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potuto, non potrò incontrarti una seconda volta nella vita
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mio fianco, mentre imbocchiamo una fuga di sale illuminate
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sei?» le domando. «Sei una resurrettrice o sei un
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braccia, che siamo in una sala così vasta che
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dall’alto come da una scogliera a picco sul
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Tutto il mondo è una miniera di fiche morte
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nulla. È in atto una tracimazione mai vista prima
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investono e fanno crollare una dopo l’altra le
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morti, si sta preparando una guerra universale tra risorti
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momento sulla sua tastiera una donna morta o una
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una donna morta o una donna viva, col cuore
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essere dopo?” sta sussurrando una donna morta, nel buio
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e si sta disperando una donna viva, nel buio
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che si scorge dietro una delle immense finestre spalancate
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città che scendono lungo una gola nera tagliata in
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dalla corrente seminale «come una massa agglutinata e convessa
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imprimono al suo corso una velocità vertiginosa e crescente
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2015
gli tenevo ancora stretta una mano, me l’ero
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con un salto. Però una notte, senza che prima
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per un istante, solleva una delle mani dalla ruota
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continente dei vivi, sarò, una volta, una notte, non
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vivi, sarò, una volta, una notte, non ricordo se
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se era notte, in una casa editrice dove mi
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si era collocato in una dimensione e io in
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sfugge di bocca «e una volta ero passato anch
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uno di quei rifugi, una notte, quando ero anch
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ferro da calza in una narice e poi assaggiavi
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io stavo coricato sotto una macchina, durante i tumulti
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comodino di un rifugio una maglia non finita, ancora
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per l’esplosione di una bomba, eri già tracimata
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dove allora vivevo, con una lattina di birra in
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nel continente dei morti, una notte...» ¶ «Non ho capito
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prigione prefabbricata. “Io sono una suora!” allora gli ho
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occhi. “Mi faccia portare una penna e dei fogli
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vivi, mentre arrivavano invece una dopo l’altra nel
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ci stiamo gettando attraverso una grande curva soprelevata verso
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entrato a capofitto dentro una cruna che mi sembrava
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2015
d’un tratto, sollevando una mano dalla ruota del
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2015
volante. ¶ Stiamo entrando in una nuova città dei morti
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2015
suoni ma qualcosa come una vibrazione portentosa e un
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2015
queste strade legato con una cinghia alla Suora Nera
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2015
nera, nel mezzo di una riunione tra i vertici
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del dono, che implica una trascendenza dentro la vita
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2015
nasconderà? È un nome? Una sigla? E, se è
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2015
sigla? E, se è una sigla, una sigla di
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2015
se è una sigla, una sigla di cosa? Che
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2015
come è sempre stata, una guerra tra i morti
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2015
dentro la morte ma una tracimazione di vita e
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un vortice resurrettivo e una tracimazione anche dentro la
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dei vivi sottoposti a una simile tracimazione di morte
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2015
un colore, non è una sensazione ottica che varia
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vedo intorno a me una galassia di luci nere
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un quartiere e in una città a luci nere
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2015
nera, nel buio, in una città sconosciuta e inventata
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è dentro la morte, una schiera di donne morte
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solleva molto in alto una lunga gamba nella carlinga
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2015
città sconosciute immerse in una luce nera e gremite
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2015
senza un soldo, senza una casa? Nella mia vita
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dove andare? Non hai una casa? Guarda: è questa
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2015
mi dice all’improvviso una donna che mi viene
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dove sto andando, senza una meta, senza una casa
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senza una meta, senza una casa, in mezzo a
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proiettati all’esterno da una forza ascensionale crescente partita
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ma che sono solo una piccola, una microscopica cosa
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sono solo una piccola, una microscopica cosa rispetto all
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2015
è successo di sentire una voce, una vocina... Stavo
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di sentire una voce, una vocina... Stavo correndo lungo
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morte, quando, proveniente da una delle stanze che stavo
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2015
guardato dentro: c’erano una donna e un bambino
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2015
donna e un bambino, una di fronte all’altro
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2015
erano così presi l’una dall’altro che non
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2015
loro gesti, che erano una madre e il figlio
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2015
Nagasaki e trasformati in una leggera ombra calda su
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2015
urto che viaggia a una velocità superiore a quella
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vetro e precipitati in una nuvola di polvere e
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2015
distintamente i contorni di una figura in abito da
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di lei come in una meravigliosa villa morta tutta
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2015
istante dopo sento che una mano mi sta prendendo
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2015
a guardare: c’è una figura nera che corre
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2015
alla mia: è di una donna, ed è nera
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2015
con fragore e avviene una tracimazione di vivi e
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2015
che mi passano come una carezza sopra le guance
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2015
sarà stata, per determinare una simile onda d’urto
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2015
cos’è la morte? Una volta, quando ero vivo
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2015
e mi trovavo in una località nel Sud del
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2015
nato, e c’era una luce forte, e si
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2015
andava in giro con una bambina coreana sopra le
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2015
lunghi capelli raccolti in una coda dietro la nuca
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2015
soltanto far sventolare ancora una volta davanti ai tuoi
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2015
rumore forte, come per una frattura ossea. ¶ «Via! Via
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2015
e si contorce da una parte e dall’altra
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2015
e dall’altra in una tremenda torsione. ¶ Guardo in
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2015
prima di sollevarsi in una nuova falcata. “Come quando
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2015
ancora consacrate, staccandole a una a una da quel
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2015
staccandole a una a una da quel foglio azzimo
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2015
quel foglio azzimo, con una leggera pressione delle dita
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2015
Nera. ¶ Si getta da una parte, mi attira a
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2015
parte a parte da una crepa, che scende sotto
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2015
cabina di guida. ¶ Spalanca una delle portiere, ci guarda
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2015
alti sedili, ha afferrato una lunga cinghia sfilacciata che
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2015
qualcosa, più volte, con una sbarra di ferro o
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2015
sbarra di ferro o una chiave inglese che ha
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2015
avanti. E poi risalire una rampa dello scivolo, e
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2015
queste città lesionate crollino una dopo l’altra sotto
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2015
sopra di loro come una torre la sagoma nera
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2015
tagliata in due da una rasoiata... Chissà perché tremava
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2015
suonando il clacson, forte, una volta, due volte, tre
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2015
lottare piangendo, senza dire una parola, senza un grido
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2015
messa di Natale! E una carbonella rovente era schizzata
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2015
oscillare troppo forte da una parte all’altra, trasognato
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2015
inclinato un po’ da una parte, come una persona
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2015
da una parte, come una persona svegliata improvvisamente in
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2015
notte, ha afferrato con una sola mano la carbonella
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2015
fronte all’altro in una piccola stanza lesionata, su
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2015
con un piede da una parte e l’altro
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2015
ancora. «Non stai cercando una persona nel continente dei
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2015
terrorizzati che vagavano da una stanza all’altra e
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2015
porta si è aperta, una sola, perché l’altra
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2015
dal terremoto e imbocchiamo una nuova strada ancora più
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2015
volano via dalla testa, una per una, distintamente, nell
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2015
dalla testa, una per una, distintamente, nell’aria nera
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2015
enoteche, di notte, dopo una giornata di lavoro, con
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2015
con il calice in una mano, la sigaretta nell
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2015
la piscina coperta da una fredda cerata, a sollevare
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2015
piangendo, perché distinguo a una a una quelle gocce
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2015
distinguo a una a una quelle gocce che si
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2015
stesso istante sento che una mano mi prende l
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2015
altro corpo. ¶ Strappa violentemente, una volta, due volte. ¶ Sento
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2015
morti. ¶ «Io sto cercando una ragazza in abito da
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2015
che d’un tratto una persona, correndo, si affiancava
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2015
a noi, e che una mano prendeva l’altra
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2015
che era già da una parte mentre credeva di
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2015
che era già avvenuta una divaricazione di specie, che
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2015
che stavamo vivendo in una condizione mai conosciuta prima
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2015
un braccio morto di una dei miliardi di galassie
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2015
Spingevo la testa in una latrina nera per vedere
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2015
dentro la morte, durante una notte di tumulti in
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2015
la testa ricoperta da una crosta gelatinosa e trasparente
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2015
noi vivi siamo dentro una prigione buia, che tutta
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2015
cerco di tenere accesa una piccola luce dentro tutto
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2015
mai esserci assoluzione per una simile colpa?”. ¶ Sarei rimasto
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2015
buio. Non sarebbe venuta una parola dall’interno nero
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2015
in questa mia corsa una sterminata folla di morti
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2015
noi morti viviamo dentro una prigione buia. Io non
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2015
e fantasticavo. C’era una luce che non faceva
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2015
altro modo, investito da una macchina mentre camminavo di
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2015
per le strade di una città dei vivi succhiando
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2015
mai esserci assoluzione per una simile colpa?”. ¶ Così gli
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2015
due.» ¶ «Ma se esiste una storia dei vivi, come
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2015
vivi, come può esistere una storia dei morti?» ¶ «La
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2015
Perché la morte è una fondazione.» ¶ «Dove sei, che
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2015
loro storia...» ¶ «Non esiste una storia dei vivi, della
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2015
vivi si sono inventati una loro storia. Io mi
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2015
po’ che ci fosse una storia dei vivi. I
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2015
Ma forse non è una risata, forse è solo
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2015
territori ancora saturi di una caotica vita vegetale e
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2015
allora vivevo a Grodno, una città della Bielorussia. Ero
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2015
che ci potesse essere una storia della vita prima
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2015
solo riuscire a dire una certa cosa, alla fine
287
2015
racconto. C’è solo una cosa che mi tormenta
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2015
di 7 metri per 8 l’una, 500, 600 persone nude stivate in
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2015
staccarsi. Ho preso con una mano il tuo pene
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2015
al fiume per ritirare una spedizione di colombi viaggiatori
291
2015
Mi sono affacciata a una delle due finestre, che
292
2015
vuota, le porte tra una stanza e l’altra
293
2015
non veniva un suono, una voce, nessun rumore delle
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2015
cortile e poi passavano una dopo l’altra sotto
295
2015
che sei arrivato con una nuova ondata di morti
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2015
venuta irresistibilmente alle labbra una cosa e ti ho
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che si staccavano l’una dall’altra, in un
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dita si intrecciano a una a una, si stringono
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intrecciano a una a una, si stringono come non
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morte. Avevo in mente una cosa dolce, commovente, terribile
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collettiva, biologica, spirituale, di una specie che sta mettendo
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microbi... Avevo in mente una storia d’amore che
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così l’arrivo di una nuova massa agglutinata di
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che percepiamo configurato come una sterminata città formata da
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sterminata città formata da una moltitudine di città fatiscenti
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presenza tellurica ravvicinata l’una dell’altra, e neppure
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da qualche parte, in una zona che né i
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morti riescono a concepire, una sotterranea fascia di mondo
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come mi aveva detto una delle teste che sporgevano
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di faglia. Non sarà una narrazione lineare ma per
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che si fronteggiano come una cosa sola fin dall
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e morte ormai l’una contro l’altra, di
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tra i morti! È una cosa da non credere
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si gettano sopra, lacerano una dopo l’altra le
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morti che vagano da una stanza all’altra dopo
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qui!» mi dice capovolgendo una seggiola. ¶ Mi siedo, al
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le gambe poste da una parte e dall’altra
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il pavimento. ¶ Si porta una mano alla testa. Chiude
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chiesina di quel seminario, una delle più belle che
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mondo solo per portare una simile resurrezione? Per perpetuare
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che era legato con una corda all’esterno della
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agitarli al mio passaggio. Una folla sempre più grande
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disteso al buio sopra una pietra, avvolto nelle bende
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fino a ridurli a una statua di fango e
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di fango e a una maschera di sangue e
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stava morendo inchiodato a una croce, perché non avevano
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avvenire. E intanto, tra una perdita di conoscenza e
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la testa distesa sopra una fredda pietra. Ed era
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se mi faceva risorgere una volta avrebbe poi dovuto
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Perché sei già risorto una volta. E allora risorgerai
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buio. Qualcuno aveva disteso una veste su un gradino
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di essere uscito da una tomba e di essere
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in questo stesso momento una nuova immissione e tracimazione
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miei poveri piedi risorti una seconda volta da morte
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ripercorrendo da morto risorto una seconda volta, all’incontrario
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percorso da morto risorto una prima volta, per andare
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di concentramento, e da una domestica non più giovane
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della notte, investito da una macchina mentre camminavo per
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ante di legno di una delle mie finestre. All
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colpo fulmineo e di una violenza sproporzionata li annienta
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sproporzionata li annienta in una frazione d’istante, senza
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sarebbe l’equivalente di una morte simile per un
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sembra di tuffarsi in una massa nera che sta
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correndo anche voi su una di quelle macchine che
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fare rumore. Siete dentro una carovana di luci che
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mondo non sta avvenendo una distruzione, che non esiste
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percepivo ancora come vivo, una volta avevo sentito dire
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avviene dentro di noi una terribile lacerazione: l’anima
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con cui era stata una cosa sola fin dalla
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momento della morte avviene una terribile lacerazione, e anche
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La mia anima: “Ho una scelta?”. ¶ Demone e angelo
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giro di notte per una città dei vivi, e
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che stava dicendo a una folla di ascoltatori che
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giornale e cercando febbrilmente una pagina. «Ho letto proprio
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si fa a scrivere una frase simile? Non si
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la mia voce. Sarà una voce fatta di un
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vostri occhi da cui una mano ha appena tolto
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la benda, se era una benda, alte, turrite, mentre
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se si tratta di una città formata da molte
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serrano fino a formare una sola città che si
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sta dicendo con esultanza una voce. ¶ Voi alzate gli
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gli occhi. ¶ C’è una ragazza in abito da
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bianco attorno alla fronte, una nuvola di capelli. ¶ «E
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Si ferma davanti a una delle porte. Gira leggermente
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porta, infilando e sfilando una tessera magnetizzata da una
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una tessera magnetizzata da una fessura, con le sue
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è così» vi risponde una voce diversa da un
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città dei morti. ¶ Poi una voce comincia a parlare
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morte che precipitano l’una contro l’altra andando
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che c’era contro una parete dell’ascensore, ma
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in due» sta rispondendo una voce, dall’alto di
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viene fotografati. ¶ C’è una grande fila di morti
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fossimo tutti indistinguibili dentro una gelatina nera non ancora
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l’oceano buio di una memoria non ancora attivata
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un fotosensore tormentato da una parvenza contrapposta di mondo
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Si capisce solo che una porta si è aperta
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Quanto basta per vedere una persona in piedi in
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fondo alla stanza. È una donna giovane, una ragazza
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È una donna giovane, una ragazza. Mi guarda venire
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bella testa sormontata da una nuvola di capelli, un
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ti ho già incontrata, una notte, quando ero tra
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luce. Che saremmo stati una cosa sola, una supernova
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stati una cosa sola, una supernova di luce... Ma
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sollevata i capelli con una mano e mi hai
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passi, un suono lontano, una voce. ¶ Provo a spingere
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mani cominciano a girare una chiave nel lucchetto, a
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nel lucchetto, a togliere una catena, a far scorrere
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già allora due teste, una che veniva prima e
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che quello smottamento di una metà della sua testa
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tirapugni che avevo trovato una volta sotto il piano
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già stato e che una sera avevo sorpreso mentre
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niente. Non un suono, una voce. ¶ La chiesina è
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chiesina. ¶ Il Gatto allunga una mano. ¶ Sta aprendo piano
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altri inginocchiatoi. ¶ Tutte meno una, mi pare. ¶ C’è
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Sono poco più di una decina, mi pare, sparpagliati
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dagli inginocchiatoi, si passano una mano sopra la veste
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verdure...” mi accorgo. “È una di quelle minestre che
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portarli dentro la giostra. ¶ Una mano dall’altra parte
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da collezione racchiuso in una minuscola busta incollata sopra
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questo salto improvviso tra una parte e l’altra
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parti e aiutandoci con una mano, e poi camminando
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di marmo, da dietro una gabbiola di lamiera lasciata
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sfrigolio di un fiammifero. ¶ Una piccola luce si accende
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incendiando lo stoppino di una delle candele che ci
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indicando con la mano una rete ricoperta dal solo
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sopra due lenzuola ripiegate, una coperta, un asciugamano, un
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tirandolo un po’ da una parte e dall’altra
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testa, dall’aspetto di una coroncina posata sui solchi
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letto della camerata. Da una parte c’è il
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Perché sto dormendo in una di queste camerate e
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venire incontro, scaturito da una porticina mimetizzata dello stesso
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è un suono, è una musica, lenta, tracimata, allagata
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se le asciuga con una pezzolina bianca, e intanto
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dietro di me recitando una preghiera che non si
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rispondo, perché mi ricordo una per una le risposte
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mi ricordo una per una le risposte, anche se
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e il vino. ¶ Sollevo una dopo l’altra le
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mi domando improvvisamente. “Diventare una stessa cosa con Lui
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terrà la pisside con una mano, la prima ostia
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nostro mondo siano dentro una prigione buia, perché io
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cerco di tenere accesa una lucina in tutto questo
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può essere assoluzione per una simile colpa, perché questa
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nella destra, ne stacca una particella dall’altra metà
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di dire, tenendo sollevata una particola appena estratta dalla
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estratta dalla pisside con una delle sue mani incollate
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Io sono portatore di una colpa che non può
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avvampando. ¶ Il Gatto infila una dopo l’altra le
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volta alla fine di una nuova giornata, e che
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Che sembrano modellati in una cera più trasparente che
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perché forse c’è una lingua universale dei tracimati
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le scarpe, le lucido una dopo l’altra con
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la spazzola, tenendoci dentro una mano. Guardo la pasta
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mezzo ai boschi. Da una parte mangiavano i finanzieri
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quella discesa e parcheggiavano una vicino all’altra, con
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che serviva mi dava una breve lista scarabocchiata con
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quaderno a quadretti, con una delle sue belle e
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di bordo. «E poi una notte, dopo un incontro
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improvviso come dal nulla, una delle due mi ha
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srotolato attraverso la strada una catena chiodata, sono venuti
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alla bocca. ¶ C’è una curva stretta. Il Sempio
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dico. ¶ Il Sempio stacca una mano dal volante, si
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nel mio letto dopo una dura giornata di inseguimenti
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più. “Sarà entrato dentro una di queste porte!” mi
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correndo, comincio a spalancare una dopo l’altra le
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un’altra porta, imbocco una scala. Salgo al buio
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salvo, si sarà acceso una sigaretta per distendersi dopo
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Invece è seduto su una poltrona ricoperta da un
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sto facendo irruzione in una casa mentre sono all
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è un tracimato oppure una tracimata, perché sento solo
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dentro questa casa attraverso una porta piccola, misera, una
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una porta piccola, misera, una porticina, però man mano
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sale. “Che prima sembrava una casupola misera e un
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luminosa, più grande... Sembra una reggia!” Continuo a correre
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volti immobilizzati, si stacca una donna, una donna giovane
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si stacca una donna, una donna giovane vestita con
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grande casa che sembra una reggia, quelli appena tracimati
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marcia, si butta dentro una curva, ricomincia a correre
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Sempio fanno ruotare da una parte e dall’altra
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C’era quel seminario, una volta, ci sarà...” mi
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qualche montagna sormontata da una croce di quel tracimato
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siepi immobili ricoperte da una patina di polvere bianca
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colpo il rumore di una campanella vicino a me
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braciere, l’apparizione di una città quasi cancellata da
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chiuso divorato dalla ruggine, una costruzione deserta e vuota
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mondo. ¶ Passo davanti a una piccola chiesa che c
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poi non è neanche una chiesa, è solo una
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una chiesa, è solo una cappella messa qui, chissà
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altare, però c’è una porticina a due ante
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un piccolo affresco su una delle pareti... ¶ Adesso ci
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estraendo i visceri con una carrucola. ¶ Non so chi
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tira fuori servendosi di una carrucola che fa girare
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che fa girare con una manovella, attorno alla quale
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fuori i visceri con una carrucola nella vita che
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sembra di vedere, dopo una leggera discesa, una biforcazione
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dopo una leggera discesa, una biforcazione della strada. ¶ La
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Adesso c’è persino una freccia, all’inizio di
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da cui si vedeva una piccola aiuola davanti alla
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bassa, in silenzio mentre una mano starà passando con
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farmi aprire.” ¶ C’è una campanella, a uno dei
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catenella, provo a suonare, una volta, due volte. ¶ Si
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dal sisma: ¶ «Budapest insorge. Una manifestazione di studenti si
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studenti si trasforma in una rivolta dell’intera città
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da sempre più vicino una voce, nel buio, ma
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contro il volto come una carezza nel buio...» ¶ Sento
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l’accerchiamento. Ho liberato una via di fuga. Ma
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aria uno scarpone e una gamba ricoperta dalla tuta
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in moto. ¶ Lo colpisce una volta, due volte, tre
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Mio padre afferra con una mano il mitra che
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che prima viveva in una delle case affacciate sul
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che stanno fumando tranquillamente una sigaretta, seduti sui loro
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prima...” ¶ Balziamo fuori da una stradina. Adesso stiamo correndo
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Adesso stiamo correndo su una strada più grande. Vediamo
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la sella, tenendomi con una mano gli occhiali perché
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orizzonte. ¶ Mio padre stacca una mano dal manubrio. Afferra
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gira sulla sella, da una parte e dall’altra
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io mi giro da una parte e dall’altra
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del mondo, tenendomi con una mano gli occhiali per
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e mi passa come una carezza sul volto, e
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padre. ¶ Sta già sollevando una gamba nell’aria, mentre
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mentre anch’io sollevo una gamba nell’aria per