parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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secco, una dentale e una labiale intrecciate in uno
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d’insofferenza mascherati da una finta premura, il fastidio
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della Repubblica: «Italiani, in una situazione economica internazionale caratterizzata
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la costituzione repubblicana, in una parola, di civismo…» ¶ «Talìa
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fondata sul lavoro è una realtà che si afferma
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anno nuovo arrivò con una bella giornata lucida di
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si girava irrequieta da una parte e dall’altra
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cessò. Ma tutto intorno una strana vibrazione si allargò
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vibrazione si allargò come una cascata di acqua che
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porta. ¶ Aveva addosso solo una trasparente camicia da notte
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rotto da un boato, una sorta di esplosione. La
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cominciò a urlare da una cantunera all’altra: «Binah
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gongolava, quella proibizione era una prova d’amore. I
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danni?» ¶ «Non ci pensate.» ¶ Una notte chiamò pure Ninetta
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occhi di Mario in una mortificante sequenza. ¶ “Ho sbagliato
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che Moro aveva fatto una battaglia personale contro libretti
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metteva in funzione con una tale sensuale delicatezza che
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pronti un dolcetto e una fiaba. La vita a
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avrebbe potuto contare su una maggiore riservatezza. Scelse un
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gradinata. ¶ Sotto di lui, una fila di camionette della
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considerò Mario, e ancora una volta si trovò a
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poi battevano in ritirata. Una certa inquietudine cominciò a
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la salita. Ci fu una fitta sassaiola; una macchina
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fu una fitta sassaiola; una macchina venne spinta per
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cominciò a correre senza una direzione precisa. Il fumo
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gli sembrò di scorgere una sagoma familiare. Si sporse
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cielo quando tira tramontana, una barba fulva e disordinata
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vero lusso. Ninetta ostentò una nuova sicurezza nel lasciare
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era cambiato nell’appartamento. Una raffinata tappezzeria ricopriva i
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dava angoscia, il cielo una vertigine. Quel colpo in
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si chiedeva e provava una pena immensa per se
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immensa per se stesso. ¶ Una mattina andò a trovarlo
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zia in attesa di una soluzione. ¶ Le elezioni, a
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Leone s’insediò in una mattina caldissima di giugno
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Mario ci arrivò con una borsa piena di medicine
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Olivia a cui mancava una zampa; Roton e i
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farsi finalmente voler bene. ¶ Una mattina Maruzza era a
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vicine. ¶ La donna oppose una debole resistenza, quindi si
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bello che noi vivessimo una più intima comunione. Non
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me, l’intimità è una falesia, basta un passo
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incastonato nel quartiere come una gemma preziosa in una
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una gemma preziosa in una rete di filigrana. L
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legno, si apriva in una facciata grigia e severa
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questi anni, vicino a una personalità eccelsa come quella
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problemi. Un’istituzione antidemocratica, una specie di antistato, s
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delusa. ¶ «Inoltre devo farle una raccomandazione: gli sgherri di
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Mario arrossì e accampando una scusa senza senso si
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con due piedi in una scarpa.» ¶ «E i mafiosi
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e carezze, così ancora una volta lei dimenticava tutti
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occhi fissi sulla strada. Una disperazione stupita gli permeava
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la realtà, di assumersi una qualche responsabilità. ¶ «Come lo
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uomo faceva parte di una banda di estorsori che
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singhiozzare, in preda a una crisi nervosa. ¶ Ninetta si
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dormire.» ¶ Lui le strinse una mano: «Non mi lasciare
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scusò la donna con una lieve insofferenza: quel ragazzino
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strinse più forte, affondò una mano dentro la sua
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rigirarsi come trafitta da una sensazione di pericolo. Antonio
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non voleva perdersi neanche una goccia di quel miele
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quindi che venga istituita una commissione d’inchiesta sull
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occhi malinconici fissi su una pila di carte dalla
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c’era in atto una crisi economica subdola, cui
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un affetto sincero e una profonda tenerezza: quell’uomo
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d’indifferenza, mossa da una alta e nobile ispirazione
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l’incontro naturale di una sensibilità religiosa, della quale
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quale vediamo ogni giorno una presenza più tesa e
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positiva evoluzione, e di una sensibilità civile… Hai capito
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di potere obbedisce a una rigida delimitazione di giustizia
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la voce addolcita da una nota confidenziale: «Le cose
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gratitudine, prima ancora che una disposizione dell’animo, è
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attaccò al corpo come una seconda pelle. ¶ A dicembre
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il maresciallo gli impose una lunga licenza. ¶ «Guagliò, la
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Mario arrivò tirandosi dietro una grossa scatola di cartone
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incastonato nella parte centrale, una sorta di lente che
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e larga, c’era una mascherina bronzea, una bocca
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era una mascherina bronzea, una bocca aperta in un
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po’ discoste, le manopole, una per la sintonia, l
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precedenti fu scalzata da una concretezza impaziente e malmostosa
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familiari: un sorriso e una carezza fugace al marito
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anni passati a palazzo. ¶ Una notte, girandosi e rigirandosi
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di vista era come una randagia: non usciva dal
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rispetto al corpo esile, una sorta di corda d
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e il cuore come una bolla d’aria tra
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albume e il guscio. ¶ Una domenica mattina Melina la
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raso giallo finiva in una bella scocca sopra al
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l’aveva sbucciata come una pesca matura. «Sembro un
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di ammirazione e fastidio, una sensazione nuova che non
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ansioso nella divisa. ¶ «Pari una bambola!» disse alla figlia
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matrimonio, quando Melina era una ragazzina spaventata e inesperta
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il primo malcapitato, ma una nuova furbizia, che aveva
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agire diversamente. Acchiappò allora una ghirlanda di fiorellini, se
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facendo la smorfiosa. ¶ «Pari una bambola» le disse lui
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di trionfo. Melina senza una sola parola se ne
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dalla mamma, un sorriso, una carezza tenera. Senza sapere
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intervenne allora Mario. «È una picciridda, non ti fa
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come il fondo di una pentola, costantemente preoccupata per
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breve, dal suffisso secco, una dentale e una labiale
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sue macchine sportive, inseguendo una bella straniera che gli
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tirato su per ottenere una stanza sbarrasse dall’oggi
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il suo altare» annunciò una mattina, mostrando felice i
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degli abiti usati divenne una consuetudine e ne approfittarono
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le Sette Fate ebbero una gran da fare. La
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un cannolo arrugginito in una pila di pietra. ¶ «Tu
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Si avvolsero insieme in una coperta e si addormentarono
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più volte, finché ottennero una bella tonalità di verde
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dalle pieghe della tunica una maschera di legno e
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sul pavimento. ¶ “Forse è una fata” aveva pensato Maruzza
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lasciando dietro di sé una scia colorata, sembrava una
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una scia colorata, sembrava una gigantesca seppia avvolta nel
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a Santa Chiara, come una nuvola troppo pesante per
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Alle ragazze invece riservava una speciale lezione di morale
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hai?» le chiese Maruzza una mattina. ¶ Madame si chinò
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uno strano effetto. Ho una cosa che non capisco
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guardo fuori allallata come una scimunita?» ¶ Maruzza calò la
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strinse al corpo. Emanava una fragranza dolciastra, come di
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più diventavo bella, parevo una regina. Ci piacevo al
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a pappagallini esotici. Parlavano una sorta di esperanto, mutuato
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un applauso e in una risata aggraziata, mostrando una
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una risata aggraziata, mostrando una fila di dentini bianchissimi
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cura degli altri come una piccola donna. ¶ Capitolo 17 ¶ Quando
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pianerottolo quadrato; la seconda, una fila di scalini sconnessi
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aguzzino e scoppiò in una risata gutturale. ¶ «Se posso
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gutturale. ¶ «Se posso dare una mano, a bello cuore
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sedute disposte simmetricamente l’una di fronte all’altra
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niente. Stanco e con una sensazione di torpida impotenza
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il resto delle botte. Una gragnuola di pugni arrivò
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seguendo la scia di una torcia elettrica. ¶ «Se non
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corpo già martoriato come una mandria di bufali. Gli
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giovinezza cominciarono a scorrere una dietro l’altra. Nica
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in quella voce vibrasse una nota di pietà e
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aveva acquistato chiarezza. Solo una morte dignitosa avrebbe potuto
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sua intera inutile vita. Una sorta di esaltazione era
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Roma si era organizzato una vita ben diversa da
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ché la vecchiaia è una malattia contagiosa. A lavorare
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che formavano sull’addome una sorta di cuore; il
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trovava, la donna, in una fase di passaggio tra
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l’aveva trasformata in una artigiana di successo. ¶ Appena
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di essere amata come una diva del cinema. ¶ Sotto
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covava però l’insoddisfazione. ¶ Una mattina Taccitedda si svegliò
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della vittima. ¶ Fu in una di queste passeggiate che
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sedere pizzuto. Apparteneva a una ragazza dai capelli ricci
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dritte che spuntavano da una minigonna di lanetta blu
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scatto e scoppiò in una risata fragorosa. ¶ «Aò, sembra
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politica, ne aveva sempre una: i giovani, le donne
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urlava e, tirandola per una mano, cominciava a correre
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poi basta niente, chessò una folata di vento, una
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una folata di vento, una nuvola che improvvisamente copre
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un colpo di tosse, una parola di troppo.» ¶ «Mia
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lei l’ha avuta una famiglia!» urlò Mario stizzito
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Non ne conosco nemmeno una, è muta come un
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forte un braccio, aveva una mano calda e rassicurante
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farfugliò. «Mi hanno dato una nota di demerito per
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il superiore gli diede una pacca per farlo raddrizzare
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di rumori, ma di una sorta di vuoto pneumatico
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soffuse che gli sembrò una cappella. C’era un
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croce al centro di una parete e, tutto intorno
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Moro gli fece proprio una bella impressione. Alto, solido
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dolci, un’espressione indifesa. Una frezza bianca spiccava tra
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la abat-jour irradiava una luce fioca. ¶ «Si accomodi
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del tavolo, gli sfiorò una spalla, Mario fu costretto
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società, che preannuncia soprattutto una nuova persona più ricca
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profondo vuol dire promuovere una nuova condizione umana.» ¶ Più
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ma un po’ cretino. ¶ Una mattina si guardò allo
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alla divisa nera: «Paro una taddarita! Non si può
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In poco tempo apprese una quantità di parole nuove
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trapanava la testa come una virrina, si rintanava in
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lavatrice. ¶ Ne aveva vista una in un negozio di
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gorgoglia come se avesse una pancia vera. Sa, io
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onde decrescenti. ¶ «Meglio di una Ferrari!» esclamò l’uomo
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avviare la signorina basta una donna qualunque, magari una
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una donna qualunque, magari una massaia, proprio come lei
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in largo. ¶ «Non pare una ballerina di mambo?» ¶ “Devo
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costruivano la propria felicità. ¶ * * * ¶ Una mattina, Melina era in
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randagi, che conquistava con una ciotola d’acqua e
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ciotola d’acqua e una carezza. Nei loro occhi
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fragore improvviso, come se una pila di stoviglie fosse
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compassione. Senza pensarci, prese una coperta dall’armadio, uscì
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scaldarsi. Lei gli portò una tazza di latte caldo
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parlano come se avessero una patata calda in bocca
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faccio vedere.» ¶ Roton aprì una botola e sparì sottoterra
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poco, stringendo in mano una valigetta di pelle con
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Ero ben vestito, avevo una valigetta lussuosa e parlavo
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Melina strofinò le mani una contro l’altra ed
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quando ero in Russia, una volta mi hanno rubato
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scoprire il colpevole; durante una festa quello ha fatto
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fatto un incantesimo, e una ciotola colma di riso
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rosicchiando le budella e una voce gli ordinava di
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momento io voglio solo una lavatrice.» ¶ «Ah, ma quella
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Ah, ma quella è una cosa semplice. Basta firmare
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occhi si era accesa una speranza, ma un istante
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tanto finché non ho una vera casa, non vado
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gli spiegò lei, «ma una necessità. Pensa quanto tempo
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partito a bordo di una delle sue macchine sportive
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intorno a lei soffiava una gelida tramontana. Il papà
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tramontana. Il papà aveva una fragranza di tabacco e
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E il cappidduzzo… pari una pupa di Capodimonte» gridava
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un colore che assumeva una tonalità intensa nella bordura
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aria si asciugava, procurandole una fastidiosa sensazione; perciò da
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farlocca funziona che è una meraviglia. Va all’asilo
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tua faccia appesa! Mai una risata, uno scherzo, una
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una risata, uno scherzo, una cantatina. Fa bene Mario
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a te, manco fossi una saliera! Attenta, sai, che
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acre veniva su da una fila di gozzi solidi
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i-a.» ¶ «C’hanno una fantasia… Tutte Maria si
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tiepida, ma a tratti una folata gelida preannunciava l
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doppio petto marrone e una camicia candida. Ninetta lo
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Che bello” pensò, “sembra una caldarrosta.” ¶ Subito si specchiò
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della Madonna della Catena, una gamba appoggiata ai gradini
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parole in gola. ¶ «Volete una sigaretta?» ¶ La voce era
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Dai suoi muscoli sprigionava una forza virile. Gli occhi
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si offuscavano, attraversati da una corrente sotterranea. L’incarnato
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scesa dal Cassaro come una regina torbida e sensuale
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sensuale.» ¶ Quelle parole celavano una vera e propria dichiarazione
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che non era più una ragazzina di primo pelo
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rilanciò l’uomo, azzardando una carezza sui capelli: erano
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L’avessi avuta io una figlia.” Il suo animo
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oscurità. ¶ «Me ne date una?» sussurrò Ninetta per rompere
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visto sulla tua faccia una tale soddisfazione che mi
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inseguivano. ¶ «Ho sempre desiderato una donna come te» le
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Lei reagì come fosse una ragazza, i suoi capezzoli
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un fabbro operoso. Tuttavia una qualche stupida remora ancora
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ostinatamente a inseguirlo. “È una follia” si ripeteva nei
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del viso splendeva di una sfumatura rosea, gli occhi
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ottenere le licenze edilizie. ¶ Una sera fece i conti
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tirato le labbra erano una fiammata. ¶ Rimasero abbracciati, gli
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lucidare, lavare, riordinare. Mai una parola, un sospiro, un
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un sospiro, un sorriso, una lacrima. C’ha presente
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un padre e di una madre. Ora, io a
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po’ contorto. Aveva anche una fede profonda, se non
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accinse a buttar giù una supplica convincente: ¶ Caro Aldo
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ballo la felicità di una famiglia intera le richieste
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lasciato qui sua moglie, una creatura fragile, e la
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padre. So di chiedere una cosa difficile, il regolamento
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e si condensava in una sorta di sinistra nebbiolina
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un biglietto per vedere una vegetazione che nel suo
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natura si sentì come una formica al cospetto dell
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Accarezzò il fusto di una sughera imponente, affondò le
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polmonite gli aveva lasciato una qualche debolezza ai bronchi
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frainteso. Quella, Melina, è una brava donna: lava, stira
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mai allora non chiedi una licenza per andare da
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viso sfuocato, forse di una donna. Io non so
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L’altro si accese una sigaretta, prendendo tempo. ¶ «E
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al petto e provò una tale tenerezza che quasi
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gli mancò il respiro. “Una nuova vita, ed è
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baciò la fronte. «Pare una bambola!» esclamò pieno di
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il carabiniere. ¶ «No, è una malattia ereditaria» rispose il
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in famiglia c’è una mela marcia» disse Mario
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risuonò nella casa come una pioggia di monetine. ¶ Ninetta
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ingresso. “La fine di una festa è così triste
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ti viene in mente una tale minchiata?» la rimproverò
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Tirò un calcio a una bottiglia, che si ruppe
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Maledizione» imprecò, «mi verrà una sincope.» ¶ Camminò per sbollire
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facciata dipinta da poco. Una buganvillea nodosa si attorcigliava
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pensilina e sui davanzali una fila di piante grasse
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liceo Castelnuovo era diventata una maleodorante discarica. ¶ Il suo
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e al secondo piano una mappina bianca che sventolava
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piano e bussò a una porta di truciolato. ¶ Gli
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di truciolato. ¶ Gli aprì una tranquilla madre di famiglia
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timidi e bisognosi di una particolare forma d’amore
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pollice e indice. Sembrava una ragazza perbene in visita
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perbene in visita a una vecchia zia. Accese poi
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vecchia zia. Accese poi una sigaretta sbirciando in direzione
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maniere. ¶ Nica sorrise, prese una spazzola dal cassetto. ¶ «È
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allora.» E scoppiò in una risata sguaiata. Poi si
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dalle sue viscere risaliva una mollezza torpida. ¶ «Non vi
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Improvviso e violento come una saetta arrivò il piacere
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spegneva di botto come una candela consumata. ¶ «Se chista
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il momento di comprare una lavatrice” e ne aveva
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Mmmamma» ripeteva Maruzza con una vocina sottile che s
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si era trasformata in una fantasima, con due pozze
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che Melina teneva come una reliquia. ¶ Legata al seggiolone
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Sì, ma fa come una taddarita.» ¶ «Su, dammi il
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allungando le braccia verso una susina viola. Puntava i
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ordinò alla bambina, indicando una pesca rossa. ¶ Maruzza sollevò
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inspiegabilmente a saltellare su una gamba, tirandosi dietro l
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la strada gli procurava una vertigine, l’aria gli
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di gomito. «Mancuso tiene una malattia» si sussurrava dall
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Gli occhi velati da una sottile membrana, i gusci
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l’uscita secondaria per una passeggiata all’orto botanico
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in cima al colle una irresistibile attrazione per il
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alla moglie. Fu durante una di queste chiamate che
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paese.» ¶ Il maresciallo indicò una mozzarella opalescente che grondava
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sciogliesse. Masticare gli sembrava una mancanza di rispetto. ¶ «Mancuso
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naso. ¶ L’altro fece una smorfia, schioccò le labbra
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dolorosi bozzi di penicillina. Una mattina, d’improvviso la
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restituendogli l’illusione di una giovinezza quieta e potente
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era così” considerava rammaricato, “una falena aggraziata.” Gli pareva
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muovendo gli occhi come una salamandra. ¶ Le donne di
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grido d’aiuto, perché una mattina la gamba farlocca
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vita: la tenerezza di una madre, la protezione di
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protezione di un padre, una giovinezza spensierata. Quel matrimonio
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lettone, troppo grande per una persona sola, ogni notte
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pagare i materassi, comprerò una lavatrice” si riprometteva tra
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il vaglia alla posta, una piccola parte la destinava
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barattolo di alluminio. Era una formichina operosa, così l
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l’avevano accolta come una figlia; in fondo aveva
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Ogni mattina, a turno, una bussava alla porta per
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quartiere. La tolleranza era una virtù cardine insieme alla
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ché non la consideravano una moglie a tutti gli
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lei per proteggersi costruì una corazza dura di gesso
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avanti e senza dire una parola di commiato infilò
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fontana centrale gli sembrarono una distanza infinita. Un malessere
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Colosseo in miniatura dentro una bolla di vetro. ¶ «Non
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ferrovia correva parallela a una costa dolce; lo sciabordio
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i cuscini, c’era una pupa di porcellana, il
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L’amore gli pareva una palude limacciosa. ¶ Le accarezzò
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il coraggio di regalarle una carezza, di sussurrare una
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una carezza, di sussurrare una di quelle parole mielose
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ma si comportava come una bambina impacciata. Mario, irritato
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sua bocca non usciva una sola parola di confidenza
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le impedì di accompagnarlo: «Una donna sola in giro
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le spiegò, ma era una scusa, aveva bisogno di
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amico era impegnato in una strana ginnastica che serviva
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gli parve di sentire una voce nelle orecchie e
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e il calore di una piccola mano; il cuore
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io» lo rassicurò con una pacca sulle spalle. ¶ Lui
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Ti voglio far vedere una cosa» continuò l’appuntato
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tirò fuori dalla tasca una fotografia. «Ti piace?» ¶ Mario
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due signorinelle in posa: una secca, dai capelli radi
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piangere. Si comporta come una picciridda e a mia
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abbastanza grande per affrontare una maternità da sola. ¶ «Quella
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Non lo so.» ¶ «È una brava ragazza, si chiama
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ragazza, si chiama Teresa. Una volta possiamo andare insieme
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sidicino; Rosa La Barbera una madre di famiglia, un
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vuoi, il destino.» ¶ “Uccidere una femmina è come estirpare
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cambiare lavoro, ora aveva una famiglia da mantenere. ¶ A
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dall’interno. Lei esercitava una contropressione con le mani
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momento, chiedi aiuto a una delle Sette Fate» le
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maddio riusciamo a schiarirla». ¶ Una volta vestita di tutto
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della figlia ne fece una malattia. Tanto si preoccupò
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infezioni. ¶ «Sarà scimunita?» chiese una mattina alla levatrice con
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l’iniziativa di mandare una lettera al carabiniere Mancuso
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era scritto dietro a una fotografia della bambina. ¶ Capitolo
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scoppiò a piangere. ¶ «Pare una bambola!» esclamò tra le
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imprudenza costò al Mancuso una nota di demerito, che
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aveva reso sentimentale. Così una mattina fece chiamare il
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rincuorò il prete. «Ha una vuccuzza rosea e due
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Mancuso faceva sonni agitati. Una sconosciuta compariva ai piedi
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donni di fora, tutti una cchiu bedda di ’n
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zia e nipote come una melassa appiccicosa. ¶ Appassionata e
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mattino presto echeggiavano da una cantunera all’altra abbanniate
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delle Sette Fate, in una casa a due piani
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era stato cresciuto da una donna, assumendone gusti e
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di frequente, vanitoso come una signorinella. Il suo fisico
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sviluppati; l’incarnato aveva una sfumatura pallida. I coetanei
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sparì all’improvviso senza una parola di spiegazione. Di
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Di lei rimasero solo una spazzola piena di capelli
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sembrava il nido di una rondine e un mozzicone
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vicoli del quartiere, senza una meta né un progetto
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a girare a vuoto. ¶ Una mattina, due ragazzi gli
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chiodo. ¶ Mario sentì improvvisa una rabbia sconosciuta. Si scagliò
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colpi di fionda ruppe una alla volta le pigne
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pure a infilarsi in una delle armature di ferro
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si percepiva in lui una tensione estrema; vibrava come
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chiese: «Dieci lire per una versione di latino, quindici
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trattative, si accordarono per una stecca di americane al
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sorpreso ad amoreggiare con una studentessa. ¶ Mario annotava su
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erano intenti a imparare una poesia – “… io lo so
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centro delle persiane, indossava una informe vestaglietta a fiori
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l’abituccio misero, fece una piroetta su se stessa
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camera, si accucciò dietro una poltrona: «Cu cù» sussurrava
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per le cosce di una come quella» lo informò
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nitrito prolungato e possente. ¶ «Una vera cavalla» sentenziò Pietro
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un mare in tempesta. Una cosa quel pomeriggio gli
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culture, abitava Melina Scimeca, una ragazza bella e infelice
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di scarpe nuove era una vera e propria tragedia
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se non il matrimonio. ¶ Una mattina di marzo la
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sogno. Si fermò a una bancarella di frutta con
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rinunciare a tutto. Mai una festa, un vestito nuovo
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Guardi che io sono una persona seria» lo apostrofò
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sicuro” concluse e, con una impulsività che non le
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futuro. L’idea di una famiglia sua lo faceva
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al primo sguardo era una follia, ma chi ha
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trova. ¶ Talvolta e senza una ragione apparente, lo assaliva
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stata irremovibile, ne faceva una questione di principio e
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pizzo la fasciava come una seconda pelle e si
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cestino di confetti e una bottiglia di spumante per
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era sembrato immenso. ¶ Provava una costante e dolorosa nostalgia
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la fuga aveva ricevuto una sua lettera di scuse
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amore, e invece era una fregatura» lo informò la
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dell’incontro. ¶ “È solo una povera illusa che ha
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sue poche cose in una valigia e a tempo
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la caccia armato di una scarpa. Era buffo, Mario
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un rumore gracchiante, come una sfilza di consonanti senza
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e l’odore di una barbona che talvolta si
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attento, ora che aveva una famiglia, ché le colpe
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cospiratrice. «Spogliala» ordinò indicando una bambola dai capelli biondo
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che ti faccio vedere una cosa» continuò la ragazzina
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parole a turbarla, ma una nota di morbosità nella
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sua amica Clotilde. Era una tipetta sveglia quella, e
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devo parlare» le sussurrò una mattina dal banco. A
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E che cos’è una vagina?» ¶ L’altra diventò
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tutte le donne, a una certa età, si sposavano
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era disposta a parlarne. ¶ Una mattina, nel corridoio della
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nei dubbi, la bidella, una tipa ruvida cui le
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il fiato acre. «Hai una faccia pallida e pari
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scoppiò a ridere, accese una sigaretta e si accostò
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Si addentrò poi in una minuziosa descrizione dell’anatomia
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che rimane liquida come una pisciata di cavallo. In
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appena chiusa la porta, una fitta acuta la costrinse
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solita espressione risolente; ora una cascata di sofferenza prorompeva
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da noi, prima che una bambina diventi donna, la
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strofinare il sedere contro una lama affilata. Le riconosci
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perché a ogni passo una scossa elettrica si propaga
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si era rattrappita in una smorfia di strazio. ¶ «Non
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uno stigma, diventare donna una dannazione. Maruzza cominciò a
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casa con un regalino: una camicetta, un maglioncino colorato
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fischiò più volte come una pallottola. Il tono di
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divisa era uno stigma, una maledizione, come la femminilità
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piena di ricci come una signorina, le corde del
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gli stivali e pure una minigonna.» ¶ «Non è cosa
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ossequioso e sparì dietro una tenda. Tornò poco dopo
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portando tra le braccia una grossa scatola di cartone
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da conto» l’ammonì una volta fuori dal negozio
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se stessa come fosse una ballerina sul palcoscenico, ogni
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largo sorriso e sollevò una gamba. «Ti piacciono?» domandò
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abitante della terra ha una mamma viva da onorare
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anno il parroco organizzava una grande festa cui partecipava
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lati della bocca e una ragnatela di rughe attorno
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tutto intorno. Quella fece una specie di smorfia, quindi
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direzione. ¶ Teresina rimase come una cicogna azzoppata su una
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una cicogna azzoppata su una gamba sola, le braccia
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e quella ti darà una bella vasata proprio come
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voglio dare!» disse con una vocina che sembrava dovesse
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vasate?» urlò di rimando una donna marcia di fatica
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Teresina però non sembrava una semplice adolescente in crisi
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scuotendo la testa. Accese una sigaretta ma poi dimenticò
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cominciò a girarsi da una parte all’altra, incapace
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era nella sua voce una tale angoscia che lei
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spiegazioni. Gli posò allora una lieve carezza sulla guancia
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la bocca atteggiata in una piega amara. ¶ La ragazza
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non riusciva a farsene una ragione, del suo isolamento
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qualcosa» diceva ai vicini. Una volta il sale, una
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Una volta il sale, una volta i fiammiferi, o
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fiammiferi, o l’olio: una scusa c’era sempre
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Lì dentro ci rimanevano una buona mezz’ora, poi
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e noi carabinieri facciamo una figura di merda» ripetevano
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potesse contagiare altre famiglie. ¶ Una sera gli toccò di
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chiama picciridda? Chidda è una fimmina fatta e finita
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non avrebbe più detto una sola parola. ¶ I bambini
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retrobottega, in piedi su una brandina da campo, frastornati
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stessa lussuria. Mario, con una forza che neppure sapeva
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era a tavola. Indossava una camicetta sottile che metteva
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nell’espressione del padre una muta disapprovazione e, invece
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ché quello veniva da una giornata difficile, lo sfidò
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lui si sedesse. ¶ «Sei una cretina!» la zittì il
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truccarsi? Non sono più una bambina» rispose lei e
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Mario, allora, senza dire una parola la seguì, entrò
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gridò sventolando in aria una scatolina di ombretto per
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trattava come se fosse una picciridda, eppure aveva quasi
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non è detto che una moglie debba essere sempre
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trovato un lavoro e una casa» aveva annunciato con
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si chiedeva. Lei era una donna seria, l’aveva
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sposato” si rammaricò, mentre una nuova sensazione d’insofferenza
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mio istinto non funziona? Una gatta se lo sa
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dal vano della finestra una ragazza minuta con un
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zà Enza sembrava tornata una bambina e lei l
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la luce ricadeva come una pioggia di petali sul
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San Paolo Venturino, diventata una moschea. Molti secoli addietro
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occhi sorridenti e posò una carezza sulla testa del
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grasso e soffice come una sfincia di San Giuseppe
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sera si stemperava in una minestra calda, in un
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con delicatezza. ¶ Aveva invece una gran paura dei suoi
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dietro un figlio alto, una moglie nordica e una
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una moglie nordica e una domestica indiana, come se
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i tetti. C’era una luna pallida che rendeva
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della sera, camminare senza una meta, vedere il mare
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assaggiò la minestra, aveva una consistenza cremosa, l’alloro
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arrivo!» ¶ Si trovò davanti una tipa corpulenta e nera
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Fufù» ripeté lui con una vocina tenera e strozzata
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le si fosse illuminata una lampadina nella testa, e
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cominciò a mescolare energicamente una crema bianca di farina
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affannoso, le pupille dilatate, una piccola bolla amniotica affiorava
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lenzuola. ¶ «Ti avevo preparato una bella cuccia» la rimproverò
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bolla trasparente era diventata una sacca scura e vibrava
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le braccia. ¶ * * * ¶ Antonella era una donna corpulenta, dalla faccia
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dal recipiente. Che fosse una suora non era facile
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fianchi. ¶ «E mi tolga una curiosità: com’è che
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altre domande. ¶ «Perché sono una di loro, una siciliana
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sono una di loro, una siciliana.» ¶ «Sì, ma parla
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Mamma Africa esplodendo in una risata: costretta a cercare
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che ti faccio conoscere una mia amica» disse Mamma
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portato.» Mamma Africa indicò una torta sulla credenza. ¶ Mario
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casa: «Quindi lei è una suora… Ehm, che fa
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che fa di solito una figlia di San Paolo
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infilate nelle tasche. Stapparono una bottiglia di liquore e
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notato che c’è una ragazza a casa del
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sono tante» considerò Mario, «una più una meno.» ¶ «Sì
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considerò Mario, «una più una meno.» ¶ «Sì, nivure però
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non la vedete? È una picciridda» protestò Mario. ¶ «I
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avevano: sua figlia era una ragazza, lo vedeva anche
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Tra un biscotto e una chiacchiera affrontavano problemi, si
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insieme organizzarono un piano. ¶ Una mattina Bogdana bussò alla
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sentì il fruscio di una sedia trascinata sul pavimento
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era magra che pareva una bambina. I capelli lisci
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ai lati delle orecchie, una frangetta spelacchiata le copriva
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viso, benché soffuso di una tristezza pallida, era bellissimo
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stretti al torace. Tra una cucchiaiata e l’altra
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blocco. Lei pagato polizia, una, due, tre… tante volte
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la sua voce era una carezza, lo sguardo un
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appuntamento a bordo di una vistosa Alfa Romeo rossa