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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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1986
gridarle: “Tu sei pazza! Una donna non deve darsi
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aria saccente: «Signo’, quando una è fresca, non s
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Graziella s’aggrappò a una porta: «Non me ne
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soffiava: «Uuuh!» con terrore. Una sera scoppiò a piangere
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chesta». ¶ Cacciò dal corsetto una molletta lunga. ¶ «Chi te
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ma si dovette rassegnare. ¶ Una mano la dà, anche
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trumeaux, stampe di Germania, una bell’arpa d’oro
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poi, è diverso. Con una poesia stampata, un piccolo
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vedono, sei un corpo, una persona. Occupi una serata
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corpo, una persona. Occupi una serata, i discorsi del
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C’è in programma una cantata per il viaggio
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Che ogni qual volta una forma di governo divenga
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Washington, Franklin. Hanno costruito una nazione attuando le idee
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quando però lui allunga una scherzosa carezza si fa
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être nul, la seconda una comédienne lubrique, il terzo
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conquista militare. C’e una strada diversa, la storia
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inglesi. Uh che caldo!» ¶ Una mosceria davvero. Meno male
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s’è impadronito d’una canterina tutta bianca, se
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il neoclassico: han trovato una via di mezzo, con
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po’ inquietanti. Discorre d’una novità: il pallone aeronautico
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cacciarsi sotto gli abiti. ¶ Una sera (Jeròcades se n
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dolore quanto il veder una creatura gentile, delicata come
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carico, denso. Le ordinò una camomilla forte, quella la
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le siense de Padova. ¶ Una sera gli parlò chiaro
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modo vostro, siete incorreggibile. Una donna, qualsiasi donna, per
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non può andar perduta: una moglie scontenta, una vedova
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perduta: una moglie scontenta, una vedova... Non ve ne
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per un omo e una dona, de lasciarse liberamente
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mostrò di riconoscerla. Diede una scorsa al foglio e
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Srotolò il foglio maggiore: una vasta mappa di città
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per il re, nonché una pasquinata contro il cardinal
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no se trati de una chinea!» ¶ Finalmente arrivano trafelati
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et les Invalides. Hier, una énorme foule a attaqué
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festa a Palazzo rappresentava una verifica. Qualcuno affermò trattarsi
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si fosse iscritta a una congrega, o si fosse
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era nient’altro che una stupida, debolissima donna, senza
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esilissimi che ostentava come una bandiera, sebbene ormai bastasse
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bandiera, sebbene ormai bastasse una cosa del genere per
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nazioni?» gli aveva chiesto una volta, sconcertata. ¶ «La città
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violenza?» lei gli domandò. ¶ «Una sola volta la violenza
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chiudevano alla cima, lasciando una fettuccia livida di cielo
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come un’altra città. Una città cadente, fatta di
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stimolo a uscire da una certa dimensione» aveva confessato
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Ricordate?» ¶ Accennò di sì. ¶ «Una donna diversa. Molto diversa
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al gesto di prenderle una mano. ¶ Aveva ripensato alla
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avesse avuti sempre sedici. Una volta s’arrabbiò con
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sul solco dei seni, una delle grosse, pallide mammelle
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aràpe. So’ don Carlo». ¶ Una voce pesante dietro l
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corriere con tre lettere. Una per Roma, ’n’ata
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N’ata litterata. E una lettera addirittura a Vienna
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Avrebbe dovuto fargli fare una miniatura. Se fosse rimasta
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lingua, specie col bambino. Una volta Tria si mise
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tutto, serrato la casa. Una fatica provvedersi sempre d
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quasi resa pazza. Dopo una settimana dalla morte del
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console del paese tuo? Una parola buona...» ¶ Anche a
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uomo? ¶ Lui si arrabbiava, una notte strillò: «Io so
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perché? Perché fu ancora una volta debole, sciocca? ¶ Digrigna
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nuovo incinta, le procurò una donna di servizio, una
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una donna di servizio, una pacchiana d’Avezzano forte
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bene. Sorrideva alla moglie. Una volta disse che, se
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chiamato Francesco, lei ebbe una crisi, urlò: «No, no
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per un intero pomeriggio. ¶ Una notte avvertì fitte terribili
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un libro, un giornale, una penna? Il tenere i
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capelli sporchi, nascosti sotto una cuffia o un fazzoletto
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a Cappella Vecchia, in una delle scuole aperte dal
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energia. Colmò d’acqua una pentola grande, rinforzò i
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asciugamano, si mise su una sedia al balcone. ¶ Il
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forse anche di vovó. Una donna vecchia, grigia. ¶ Continuò
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mammelle si poggiarono su una piega dell’addome. Nelle
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scialletto, se ne uscì. ¶ 2 ¶ Una mattina che Vincenzo era
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Era venuta proprio bene. Una plaga verdissima, fresca, di
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sedile di bardiglio, sotto una quercia enorme. Guardarono con
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non sono quello d’una volta. Veder cadere le
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Riaprì il libro a una pagina segnata: «“Il cielo
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scegliere, anche quella sarebbe una sconfitta. Ennesima obbedienza alla
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ne procurò ancora. Provavo una sorta di terribile pietà
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Tu sei donna, Lenòr. Una donna non può sentire
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bell’aria marinara?» ¶ 3 ¶ Trovò una nuova casa, sempre a
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un angolo. ¶ Graziella era una ragazzina magra, spettinata nei
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aveva trovata grazie a una sensale di Sant’Anna
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nel sudiciume un vecchio, una vecchia, tre o quattro
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ragazzini e cinque zoccole, una delle quali, detta Naso
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a carezzarla, schizzava come una serpe. La guardò con
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ragazza. Sospirò: «Eh sì. Una volta la settimana». ¶ 4 ¶ Vennero
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stessa. Domani ne avrete una copia.» ¶ La prese di
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mai riuscito a trovare una donna che avesse questo
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Costretto ad abbozzare, in una realtà che non si
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non ho mai avuto una donna, Lenòr». ¶ “Cosa gli
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fatto è che, a una certa età, i sogni
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sai che Napoli è una delle capitali europee dove
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io che volevo farti una proposta!» ¶ «Se è per
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a sentire. Tu scrivesti, una volta, una bella cantata
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Tu scrivesti, una volta, una bella cantata per le
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d’inserire nei festeggiamenti una bella cantata. Tua. Potrebbe
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Dove potrei rintracciarla?”. Sarebbe una buona occasione per inserirti
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confessare al ritorno da una delle sparizioni. ¶ Era contenta
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di te. Forse ha una proposta.» ¶ Titìo sorrideva, un
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Tria. Sua madre era una De Solis Y Gorabito
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di camera del pontefice, una sorella suora a Napoli
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me” aggiunse, col pensiero. ¶ 4 ¶ Una settimana a Natale. Si
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tornò verso Palazzo, fece una smorfia al Gigante, costeggiò
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d’oro e sfavillava una gran cometa incrostata di
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abiti d’autentica stoffa. Una pacchiana che ballava al
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teneva un poco sollevata una gamba: sotto la gonna
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la testa. ¶ Qua, sotto una pergola, un fornaro con
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forme di pasta, mentre una maliziosa mugnaia dal corsè
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banca di zi’ Rosa, una vecchia pacchiana baffuta, tutta
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alle grosse calze. Comprò una testa d’aglio, friarielli
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aranci. Poi si diede una botta sulla fronte: mancavano
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Dentro il calamaio ficcò una penna d’oca nuova
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bianca e svettante come una bandiera. ¶ All’una fece
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come una bandiera. ¶ All’una fece mangiare tio Antonio
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non riusciva a rincorrerli. Una sensazione la dominava, sin
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verso l’uscio. Finalmente una scrollata energica alla nappa
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mise in cucina, su una seggiola, guance bollenti, testa
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E i denti sani. Una cosa attraente il mento
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mento: con fossetta marcata, una bella fenditura, tenera e
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è un’altra cosa. Una città molto viva, bella
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Inoltre hanno due cameriste, una donna di fatica, un
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è impegnato a comprare una carrozza nuova. Dovrà infine
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farti lucrare sulla dote una periodica di cinquanta ducati
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disse, imbronciata. «E chiedo una scrivania molto, molto grande
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palazzo fittato alla Duchesca, una masseria in campagna a
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baciarle. «Sapevo che siete una letterata, ma vedo che
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a un’ombra dietro una grata. Pensò con apprensione
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papa, ch’eran poi una spillino a girasole con
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girasole con smeraldo e una toletta inglese di metallo
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sta diventando pirchio» rise una grassa signora in giallo
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in giallo, lui fece una brutta faccia. Esclamò: «Donna
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notte, li mettereste sotto una campana di vetro». ¶ La
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Lo sentì rispondere a una donna che gli stava
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senti bene?» domandò, prendendole una mano. «Non mangi, non
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salutare don Francesco, in una stanza semibuia, puzzolente d
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chiazzata di macchie. Su una sedia la cognata Grazia
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grandi armadi neri, seggiole, una toilette nuova, rivestita di
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cchiù!». ¶ Di fronte, su una consolle di legno, un
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Napoli s’usava, dopo una prima notte: il sangue
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E tu ormai sei una signora, fai figura, sei
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donna Eleonora.» ¶ Gli toccò una spalla, con amicizia. ¶ “Cercherò
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Lenòr è qui, in una piccola camera a Sant
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di papài. Segno sotto una coltre. C’erano pochi
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nitidi, immagini perfette d’una realtà che fu tutto
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caldo scorrere di liquido. Una fiumana. Provò beatitudine per
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sto radunando le forze. Una speculazione che, se viene
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Bonito aveva studio in una vecchia casa colonica, accesa
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è morta.» ¶ Finalmente uscirono. Una strada in discesa, fra
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finocchi. Poche case intorno una chiesetta gialla: Antignano. Giravano
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Primicerio. La guidò a una tavernella segnata da una
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una tavernella segnata da una frasca. Una gran pergola
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segnata da una frasca. Una gran pergola, tavoli con
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posò sul braccio nudo una mano bollente. ¶ «Ieri ho
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I muli scendevano piano, una zampa dietro l’altra
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i venti del mare. Una mattina si destò con
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giaceva, sigillato, sul trumeaux. ¶ Una lettera di Saccenti da
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Diderot, in trenta volumi, una lettera da Vienna, vecchia
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per esaminar da vicino una misera anticaglia romana che
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avevi detto ch’era una cosa seria.» ¶ «Lo è
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stessa, scrollando le spalle. ¶ Una sera scoppiò una bomba
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spalle. ¶ Una sera scoppiò una bomba. Comparve Chiara di
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fare come Sheherazade: raccontare una storia ogni sera e
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Luigi Medici Ottaviani farà una carriera vertiginosa.» «Ormai lui
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era sinceramente addolorato, posò una mano sul suo braccio
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aveva provato interesse. Forse una donna dovrebbe riuscirvi per
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in stordimento immobile, su una sedia o sul letto
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nascosta, umile, serva, d’una donna che distrugge sporcizia
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pettinarsi, aggiustarsi. I capelli! Una fatica spazzolarli, ripulirli con
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gioielli lasciati da mamãe: una collana di perle assai
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Mosse la mano a una carezza. ¶ «Povera la mia
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non dava fastidio: era una piccolissima vecchia sepolta dentro
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e viola, in testa una cuffia spagnola epoca Viceré
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Quel dommage!» mormorò, contristata, una vecchia dama dipinta, in
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persino due tarantelle e una giga, ma le ballarono
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al tavolo vicino, dove una tabacchiera dipinta girava di
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sollevare la gonna d’una dama, un altro emise
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l’orchestra riprese con una sarabanda velocissima, volarono i
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straripava anche lì. Fece una riverenza, un sorriso stremato
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andare il mondo: verso una storia nuova, guidata non
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perché lei era giovanissima, una delle Tedeschine chiamate a
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potuto aiutarla. Era divenuto una celebrità: stampava libri, scriveva
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del genere umano) compose una cantata, La nascita di
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a farne da sé una diligente copia, su carta
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pergamena. Di lì a una settimana le arrivarono da
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un gruppo, un partito, una setta, nessuno ti protegge
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fra le sue passioni. ¶ Una volta le chiese: «Nemmeno
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della Cagliantesa. ¶ «Ma...» azzardò. «Una cosa così l’ho
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arresto dei massoni in una loggia di Capodimonte. Vi
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i prigionieri (Jerocadès scrisse una poesia che diceva: «Carolina
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vi mettete paura d’una femminella? Tutto sommato, Tanucci
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Nce ha da fa’ una buona mazziata. La prossima
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questo ci sa fare.» ¶ 3 ¶ Una mattina s’arrampicò fino
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nervoso. ¶ «In cima a una montagna di merda» rispose
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Scusami, Luigi. Posso domandarti una cosa?» ¶ «Ma certo.» ¶ «Ti
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sgusciò Paisiello, rigido dentro una giamberga rossa tutta ricami
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levarsi del sipario su una scena che strappava applausi
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pure. Sembra abbia cominciato una cosa grossa. Sulla legislazione
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ti stai occupando? D’una piccola principessa che...» ¶ «Ohé
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me Chiara pare semplicemente una delle belle dame maliziose
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in grado d’aiutare una regina a far la
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capire la scelta.» ¶ «È una donna che vale, Lenòr
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nel caffè. Gonfio come una botte.» ¶ Sorridendo, ripeté: «Non
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lei fuori posto, ancora una bambina. Quando sarebbe diventata
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due chiusi fuori, su una delle panche di bardiglio
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pensare, acquisire convinzioni, da una cosa che aveva scritto
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proprio scritto. O è una colpa? Dimenticò tutto nella
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freddino, ma si prodigò. Una copia, legata in marocchino
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Nell’aria tenerissima d’una sera di maggio, sul
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sarà compiuto. C’è una cosa che adesso mi
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entriate nella nostra società. Una donna intelligente, d’elevato
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fa? Cosa può fare, una dama, in questa organizzazione
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dama, in questa organizzazione?» ¶ «Una dama che scrive, come
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dei liberi muratori è una strana cricca che cresce
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parte di un’organizzazione, una chiesa, di qualsiasi tipo
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neppure un grano: ecco una lezione pratica su cos
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spesso, ugualmente meschine. Guadagni una libertà, ne perdi un
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si libera dal bisogno una donna. E si libera
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E si libera pure una famiglia dal peso di
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che aveva scritto su una cosa nuova della fisica
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fa, allora? ¶ E se una entra in una setta
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se una entra in una setta che vuole il
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non possiedi la tua? ¶ Una volta chiese a Vincenzo
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Vienna, al Maestro, inviandogli una copia del Tempio della
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due illustri personaggi giungesse una nuova età dell’oro
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La regina era incinta: una piccola pancia sotto il
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fotte delle poesie? Io una sola poesia saccio, la
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verità, Maru’, non è una bella poesia? Mah. Jammo
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della balaustra che mostrava una piccola crepa. “Sentiva”, però
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d’innocui riti pagani... ¶ Una volta, a Pasqua, si
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che reggevano sulle spalle una strana Madonna. Dipinta in
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mparo a chiagnere» disse. Una molletta gli brillò nel
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gli brillò nel pugno. ¶ Una volta sfilò per Toledo
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spettatore distrattosi a guardare una ragazza. E le strabilianti
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un sant’Antonio e una santa Chiara con teste
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strana. Che Dio fosse una povera, volenterosa forza del
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scrivere, progettare: un sonetto, una cosa qualsiasi. Soltanto fare
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A quanto pare, senza una religione non si può
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rappresentare un impaccio. Esisteva una metafora, in questa storia
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fragore di Toledo. Con una mano scacciò il fumo
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un posto appartato, dietro una baracca. Sull’acqua nera
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bene, non mi tormentare.» ¶ Una sera lui chiese: «Se
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proseguì, brusco. «Che ho una moglie e due figli
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mio sapere» sentenziò ridendo. «Una città, come dice il
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di soddisfare bisogni differenti... Una s’occuperebbe di manifattura
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1986
un’altra di commercio, una di politica. Invece qui
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1986
l’educazione del popolo. Una grande città moderna dovrebbe
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1986
fiato. V’andarono in una giornata rosa e azzurra
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1986
in faccia all’arenile: una chiesa grigia, con due
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Qua vivono i Luciani. Una tribù nella tribù» spiegò
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sono venuti gli Spagnoli. Una volta Napoli era piena
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via si biforcò. ¶ Da una parte iniziava a salire
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golfo. Solcava l’acqua una banchina con in punta
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a Mergellina, vedrai meglio.» ¶ Una breve discesa alberata, ne
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di reti, nasse, a una banchina in legno dondolavano
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piegate indietro per tirare una sciabica, al grido ritmato
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Ognuno portava a tracolla una banda di stoffa rossa
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servi’, Monzù.» ¶ Tenne ferma una grossa lancia azzurra. ¶ «Lo
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a poppa, reggendo con una mano il capo della
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dalla costa. Puntava a una scogliera su cui sorgeva
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sono i resti d’una villa di Augusto. Cosa
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L’Euplea». ¶ Giunsero a una grande cala immota, tutta
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1986
ansava. Costeggiarono muriccioli lungo una spiaggia polverulenta, tanfosa d
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1986
immondizia. Dal mare cresceva una foresta: pennoni, maestre, trinchetti
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1986
brutto giallo sbavato, poi una muraglia nera, con merli
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1986
lazzari e viandanti. Infine una porta maestosa, di pietre
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1986
in granito grande quanto una carrozza. ¶ Da quella porta
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1986
lì s’entrasse in una cattedrale. O un camposanto
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cattedrale. O un camposanto. ¶ Una piazza ovale, vastissima, circondata
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aveva... Aveva abusato d’una bambina. Un’altra volta
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1986
scaricarsi, ridendo, sul selciato. Una donna dal busto scoperto
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1986
scoperto si pettinava a una finestra, mostrando seni flosci
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1986
testa. In un angolo una donna grassa, le gambe
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1986
di cera, friggeva, dentro una padella poggiata su due
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i quali si moveva una vacca sozza di letame
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1986
sommo dell’allegria. Vide una vecchia sganasciarsi, gettare il
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lunghissimi, unti, abiti scollati. Una vecchia s’affacciò a
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gerani rossi. ¶ 3 ¶ Sentì prossima una svolta di vita. Stava
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piantò in asso per una discussione sulle religioni. ¶ Sguardo
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Sguardo intenso l’ottenne una sera da un cadetto
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del duca di Belforte. Una sera, dai Serra di
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indossato per la circostanza una giambergona d’azzurrissima seta
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pettorina. Poi le acciuffò una mano e stringeva, mentre
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della duchessa di Popoli, una brunetta dai denti bianchi
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Questa sì che è una grande organizzazione culturale! D
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seria. «Ma c’è una battuta dell’abate. Sentite
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trovare, lo aiuta in una delle sue manie: a
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Giordano, al seguito d’una biondina senza petto, dai
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farei il bagno in una botte di vino per
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sfiziosa. ’Nce voglio mettere una scena addo’ se dice
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parrucche e giustacuori. Da una porticina laterale sgusciò Paisiello
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tempesta. ¶ «Que lugar maravilhoso!» ¶ Una piazza bellissima. Da un
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di globi di cristallo, una costruzione candida. Intorno le
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dirimpetto. Più giù, come una scena di teatro: un
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piano all’impervio d’una terribile salita, un budello
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stracci, lanterne moribonde. In una, spaventata, intravide su un
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accanto, al lume d’una torcia infilata nel collo
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infilata nel collo d’una giara. ¶ Poi momento drammatico
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slargo, dove c’erano una chiesa e banchi di
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lui faceva luce con una torcia. Capì subito ch
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a ciuffi d’alberi, una delle torri merlate di
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Uscì dal balcone in una gloria di sole, che
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della mamma: la dote, una pensione di centomila reis
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persino la splendida Toledo. ¶ Una volta si trovò con
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il cupo spettacolo d’una fiumana giallastra che, alimentata
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carro, ch’era poi una gran botte a stanghe
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coppino di legno. Dava una bella voce, un po
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volta che ne vide una fu pochi giorni dopo
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dopo l’arrivo, in una bella mattinata di sole
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broccoli. ¶ Arrivò la capèra, una signora grossa e solenne
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avvicinò, rise, discorse, acciuffò una banda di capelli corvini
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ali di colombo. Indossava una giamberga verde, dal collo
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lo scudo sannita, inquartando una banda con cinque stelle
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potesse trovar sconveniente per una ragazzina leggere poesie. Invece
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a fregi d’oro: una crestomazia di Vittorelli, Rolli
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di Vittorelli, Rolli, Frugoni, una scelta dalle opere del
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dei nobili napoletani fu una tragedia, alla fine mamãe
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responsabile di due infatuazioni: una per l’astronomia, l
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qualcosa o recar libri. ¶ Una sera titìo venne a
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preparava il caffè in una di quelle ingegnose caffettiere
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stai. Non siamo mica una veglia o una colonia
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mica una veglia o una colonia d’Arcadia.» ¶ «Ma
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suggerite queste letture a una fanciulla così giovane. Bisogna
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stesso che Dio? È una contraddizione in cui manco
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acconcia all’ingegno d’una donna» sorrise, meravigliata di
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c’era lei, Lenòr. Una ragazza non proprio bella
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braccio. «Ti voglio presentare una nostra nuova amica. Mia
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la mano come a una regina. Gli altri lo
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di leguleio... Questa è una delle poche cose in
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intervenne Guidi. «Questa è una nazione dove gli intellettuali
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vassallaggio, il dono d’una cavalla bianca, ingualdrappata, con
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legati da un’idea, una religione: questo pure è
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ucciderebbe) per non mutare una virgola di ciò che
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finirò per mettermi dietro una ragazza ricca. In fondo
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me stesso. Poi ho una quantità di difetti.» ¶ «Ah
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Io penso sia... Sia una signorina gradevole, istruita. Con
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esprimersi, soprattutto in versi. Una signorina avida di conoscere
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po’ sola». ¶ Ascoltava raccolta, una ruga sulla fronte. Mormorò
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di questo Regno: ha una sola grande città, alla
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avesse voluto, sarebbero bastati una voce, un frullo degli
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Non avrebbe mai dimenticato una sera d’inverno che
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clamore. Lo vide alzare una manona enorme, nel gesto
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oggetto, il senso d’una frase ascoltata lì per
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latino, greco, storia antica. ¶ Una volta titìo la condusse
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pugno. Invece capitarono in una sterminata campagna, fitta d
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la nonna applaudì come una bambina. Intonò Levantar ferro
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consigliere di Carlo V, una Connestabile di Castiglia! Noi
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sempre parso d’essere una bambina abbastanza forte, dignitosa
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le gonfiavano sul petto. Una brutta impurità di pensiero
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sua. Quella normale d’una ragazzina che sta imparando
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a vivere, quella d’una persona che deve costruirsi
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bisognava andare via. Verso una città sconosciuta, nella strana
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fuochi, ceneri. ¶ Le risultava una curiosa immagine: tutta gobbe
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di costumi douregni) dentro una lucida cartella in seta
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Miguelzinho, ma biondo. Indossava una giamberghina di velluto rosso
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era già trasferito papài. Una fatica disumana, tra martellare
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Ve ne accorgerete da una porta pretoria romana con
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dal paese, titìo indicò una costruzione bianca sommersa da
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che un uomo abbia una patria da amare su
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orizzonte ingrigito si delineò una fascia nerastra di montagne
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queste e la via una steppa molle, interrotta da
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stupore, fra le canne, una mandra di strani buoi
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stridio di martinicca, in una nuvola di polvere: apparve
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nuvola di polvere: apparve una striscia di case bianche
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Al largo pareva ferma una tartana bianca e rossa
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Zignore». ¶ Fra pioppi ombrosi una torre, su cui garriva
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d’oro. In cima una tabella stinta: ¶ PORTELLA - TORRE
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locanda vicinissima al porto: una casupola d’assi, tronchi
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e stivali, che sembrava una donna. La serpa scricchiolò
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tra i vapori d’una vallata verdazzurra. Dalla cima
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scintillava il nastro d’una cascata che scivolava, spumeggiando
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appassite. Forse tornavano da una festa, poiché li trainavano
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in vesti variopinte. Notò una donna pericolosamente piegata in
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manovrava un curioso strumento: una pentolona di coccio serrata
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dame ben vestite. Galoppò una pattuglia d’usseri dagli
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mani. ¶ Il vetturino districò una vecchia carrozza da città
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indicando al sommo d’una collina fitta d’alberi
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pate. Il padre. In una famiglia lo pate comanda
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muoversi. S’era in una via larga, fiancheggiata da
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era quello generato da una quantità inverosimile di trombette
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con gli occhi da una scena all’altra. La
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marciapiedi, era, ai bordi, una serie ininterrotta di banchetti
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vendeva di tutto a una folla rissosa e ingorda
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sventolava il fornello con una gran rosta di paglia
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all’indietro e, poggiando una mano aperta sulla guancia
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che la vettura costeggiava una sterminata, rosea costruzione con
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scogli dal mare d’una folla in gioiosa tempesta
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di candela saltellare sotto una nera cupola di fumo
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Pareva impossibile gli appartenesse una voce tanto profonda. ¶ «Assettàteve
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aiutarlo, il Mandriere allungò una gamba. ¶ «Li bbane ’ncoppa
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la libertà». ¶ Ebbe inizio una recita sconvolgente. Si strinse
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fece per proprio conto, una volta ch’ebbe necessità
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successo ben altro.» ¶ «State una bellezza» commentò lui, scrutandola
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Edua’» disse. «Posso farvi una domanda?» ¶ «Ai vostri comandi
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il capo. ¶ «Mi chiedete una cosa difficile, signora marchesina
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complicata. Vi risponderò con una storiella che ho imparato
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suo. Napoli è come una vipera: la testa è
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voi piacerebbe se venisse una repubblica, a Napoli?» ¶ «Una
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una repubblica, a Napoli?» ¶ «Una repubblica? No.» ¶ «Perché no
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anni dalla faccia intelligente, una massa di nerissimi ricci
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questo per un ufficio? Una scuola? E poi, marchesina
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era costituita, di fatto, una vera e propria “société
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compromission”, notava compiaciuto Lauberg: una sorta d’arida famiglia
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nascondi nel corsetto, in una manica.» ¶ Gennaro ascoltava, contratto
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cercato d’aiutarla. Ricordò una serata in casa Delfico
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capigliatura incipriata d’argento. Una dama, non potendo esibire
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cercava di disporre lungo una parete del salone, per
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calzonetti, polpe. La moglie, una bella bionda dai buccoli
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intarsiata con marmi variopinti, una rosa dei venti. Al
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Al centro, s’ergeva una statuina in bronzo raffigurante
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Reggeva le briglie d’una biga, tirata da bellissimi
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indicò in un canto una piccola sedia azzurra che
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giungevano ai fianchi, certamente una delle sue attrattive maggiori
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di seta nera con una sola decorazione a sinistra
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sorrise Lady Hamilton. Aveva una bella vocina sottile, un
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farfallone amoroso, Despina gorgheggiò Una donna a quindici anni
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fulmineo, sistemò sul palco una bianca colonnina di legno
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inondavano spalle, braccia. ¶ Recava una coppa di cristallo. A
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la colonna, vi poggiò una mano, poi si piegò
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ansante ma giuliva. Fece una bella riverenza che smosse
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Hamilton riapparve, stavolta indossava una mantella bruna, aveva annodato
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E però, se a una le veniva bisogno impellente
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brocche c’era, sopra una cassapanca, una pila d
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era, sopra una cassapanca, una pila d’asciugamani di
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rallentarne l’impeto, con una stretta. ¶ «Piano, Lenòr» sussurrò
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Frangise!». ¶ PARTE DODICESIMA ¶ 1 ¶ Dopo una sequela di giornate umidicce
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aria lenzuola. ¶ Gelata su una sedia, dietro i vetri
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se venisse anche qui una perquisizione?» ¶ Fu duro con
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male. Evitava l’argomento. Una volta osservò che esiste
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sempre e solo nell’una o nell’altro. Senza
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un certo Gall. Ha una maniera nuova di studiare
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che ne soffre.» ¶ «Quando una persona non ha scopo
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malattia misteriosa ammalandovi d’una malattia vera. Del corpo
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segna il passaggio da una stagione all’altra. Fra
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oggetto, sposta a fatica una sedia. Non osa andare
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di mia zia, propone una Società Patriottica che raccolga
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raccolga tutti. Ah, sai una cosa? È ritornato Ciaia
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chi sta, adesso, Ignazio? Una passione travolgente. Soprattutto da
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quali l’amore d’una donna un po’ più
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sia meraviglioso sentire contemporaneamente una donna protettrice e protetta
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un imbecille come Ferdinando, una pazza come Maria Carolina
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loro sarà, al massimo, una repubblica aristocratica. Senza il
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sgombro. Gennaro ha mandato una donna di pulizia, la
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la poveraccia ha sgobbato una settimana, buttando per aria
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da farsi a Napoli una volta preso il potere
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c’è pochissima roba: una copia del povero libro
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rivederlo! ¶ C’è anche una lettera di Sã Pereira
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Ciaia. È davvero straordinario, una delle rare persone che
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Ve lo ripeto come una sorella. Domani noi partiamo
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ottenuto la Convenzione. ¶ Agita una copia del «Moniteur» che
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il quale dispone d’una rete di contrabbandieri che
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d’arancio. ¶ Lei vuole una veste color malva, senza
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azzurrissimo, liscio, riflette come una specchiera il Vesuvio col
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nulla di più semplice: una frisella scura inzuppata d
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due frusti d’aglio, una scheggia d’alice salata
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IV. La letterina recava una postilla: «Questo potete farlo
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qualche sguardo d’intesa, una stretta. Da quella sera
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qualche parte. Anche questa una delle cose che la
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ridendo ambiguo, mostra loro una delle piccole bare. ¶ «Signore
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Ignazio ride. Mentre scansano una chiorma d’orrende prostitute
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Eros e Thanatos. È una cosa profonda, guarda un
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ardenti, senza volerlo dà una sbirciata a Gennaro. Se
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sipario si leva, sopra una lugubre scena di camposanto
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Si rappresenta Pulcinella-Werther, una parodia del romanzo di
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padrone, innamorato fradicio d’una bella ragazza, però promessa
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porti sotto il corpetto una pistola a miccia corta
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corta (gliela fece vedere una sera che lei si
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affetto, tranquillo complemento d’una vita. Privo di rimorsi
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altro capo della città: una costruzione vecchia. Ma è
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gocciolante. È avvolta in una mantella di cerata nera
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sostenendosi allo schienale d’una sedia. «Asciugati. Io non
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Mercato e, in mezzo, una costruzione nera, paurosa, circondata
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Ferdinando e Maria Carolina una lezione memorabile per la
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proprio sotto c’è una cantina di vinaio. ¶ «Lo
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il San Carlino da una parte, alla Vittoria da
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s’accorga. Come facessimo una passeggiata.» ¶ La tiene sottobraccio
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nonostante il dono d’una vecchia mantella. ¶ Il cielo
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de lo Priatorio» farfuglia una monaca nana, nera nera
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la cassetta, Gennaro versa una moneta. ¶ A Toledo il
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tracolla sul saio, porta una fascia bianca a gigli
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evviva. ¶ «Addo’ jate?» domanda una vecchia. Un ragazzino ricciuto
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è luminoso ed ha una bella vista. Dai balconcini
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signora a fianco ha una rosella rampicante dalle sette
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di progredire! Di costruire una società nuova!» prorompe. Cerca
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se no vivi come una capra e tutti s
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d’essere felice? Almeno una volta in vita tua
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lo sai.» ¶ Le dà una scrollatina al mento. ¶ «E
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po’ sorniona, sulla fronte una ciocca bionda, come l
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sedici. Ci hanno insegnato una canzone di Marsiglia che
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berrettino frigio scarlatto, su una bandierina tricolore. ¶ «Li hanno
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de gloire est arrivé... ¶ «Una musica nuova, Lenòr, quella
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nei vasi di cristallo. Una vera sorpresa dentro il
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neri, bocca scarlatta. Indossa una redingote azzurra, ha i
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Anche Pagano protesta. ¶ «È una cosa idiota. Che si
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donn’Aurelia, che avete una costituzione di ferro!”. Il
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i poeti possono avere una funzione importante. Pensate a
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sudato, spiegazzato: ha conquistato una salsiccia, cavoli, un pezzo
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passando di corsa con una scodella. Gennaro si precipita
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Uno d’essi agguanta una grossa duchessa stagionata che
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feste. Fasulo salta su una sedia, strilla che arriva
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alberi: finestre chiuse, tranne una che ha persiane accostate
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dell’agosto: sulla città una cappa rovente. Una notte
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città una cappa rovente. Una notte il vulcano esplose