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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «una»

nautoretestoannoconcordanza
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adunata ¶ ivi s’era una nuova crociata. ¶ V’era
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lungo il fiume ¶ rispondeva una bella ampia ringhiera ¶ con
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sguardi suoi principalmente attira ¶ una leggiadra giovine circassa: ¶ la
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Tommaso a lei venga una sera. ¶ E siccome al
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dormia, ¶ la chiave d’una certa porticella ¶ che nel
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che mio padre è una specie di cristiano ¶ e
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fiume scenda ¶ e a una tal ora a un
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se avesse avuta meno una mammella, ¶ come sapete ben
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dal monte al piano, ¶ una banda incontrar di gente
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e che un punto, una volta stabilito, ¶ cangiato esser
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che anelante vi giunge una staffetta ¶ ed a Batù
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almen qualche trastullo ¶ diergli una moglie delle più polpute
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allora ¶ quando Batù, dopo una lunga assenza, ¶ ritornò d
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sua chiamò vittoria. ¶ Dopo una lunga insulsa orazione ¶ il
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cui risponder tocca, ¶ lesse una lunga e insulsa filastrocca
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di cui domandi è una cometa appunto, ¶ che de
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a pranzar seco. ¶ In una er’ei delle miglior
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e minor tutto diventa». ¶ Una gran moltitudine di gente
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empiezza umana!» ¶ Poscia in una cappella ottangolare ¶ la statua
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d’un giovinetto ¶ entro una nicchia in un marmoreo
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e di riforma ¶ onde una gran regina d’Oriente
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di vanità vi pone una gran dose, ¶ vuol che
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di codice perfetto ¶ e una ciurmaglia vil di mascalzoni
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cura a lei sol una: ¶ ella sol s’istruisce
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si osserva ¶ più d’una zucca tal d’usi
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io, che più che una burrasca il temo, ¶ s
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ben comprese; ¶ e con una cert’aria di diletto
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ed indiretta via ¶ fabbricarsi una sorte in sé propose
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introduttori ¶ venne di mascalzoni una diecina ¶ col titol d
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tutti i Stati ¶ regni una certa ciarlataneria: ¶ la ciarlataneria
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belle ¶ danzaron della notte una gran parte ¶ coi nobili
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e chi gli mette ¶ una crovatta intorno della gola
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si lasciò cader sopra una sedia ¶ per troppo rider
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aurato stocco appeso a una tracolla, ¶ che obbliqua dal
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dicea «Son guiderdone ¶ d’una tal sera, e queste
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divise ¶ formate avea: l’una per sé ritenne ¶ e
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giorni tuoi; ¶ che chi una volta ad opre inique
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che d’armi sovra una catasta ¶ siede con sparse
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fiocchi, ¶ chiusisi in gabinetto una mattina ¶ e fra lor
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ostineranno ¶ quei popoli a una vana resistenza ¶ e per
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capi stessi. ¶ Anzi, mentre una tal revisione ¶ si gia
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vien da lungi d’una terra sua. ¶ Egli il
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e il fragor d’una prossima sventura ¶ pietà straniera
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e pochi, ¶ onde arrollò una specie di milizia ¶ di
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il mondo. ¶ Conosci, Asia, una volta a chi tu
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in mano e indosso una pianeta, ¶ e s’accingea
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e appesa al pome una gran scure ha pronta
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le schiere allor: l’una sostenne ¶ l’urto dell
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E risolse di loro una gran parte ¶ d’abbandonar
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nel pensiere ¶ volle Catuna una gran flotta avere. ¶ A
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Ed omai di vascelli una ventina ¶ componean la gran
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E ad Eolo spedì una staffetta ¶ pregandolo di far
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scese dai monti armata ¶ una gran moltitudin d’isolani
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ciò mi basta». ¶ «Non una luna ancor compiuto appieno
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a due tagli in una man gli vedi, ¶ delle
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Monta Carpino, ambasciador papale, ¶ una mula di corte grande
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culto lor diverso, ¶ e una legal deduzion de’ dritti
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e poscia gli tirava una sassata; ¶ e fatta la
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che a noi parria una favola. ¶ Pinger faceano i
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Amore e ride; ¶ l’una l’alma le accende
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e in testa ha una corona ¶ d’orpello pinto
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color d’alloro. ¶ D’una man prende della gran
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destino ¶ le ne offerse una bella occasione: ¶ fra i
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di mutuo accordo l’una e l’altra parte
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di Cochinchina ¶ mandar risolse una possente armata ¶ contro quel
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Tonchino. ¶ Ma essendo d’una data assai più tarda
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Viene appresso di cocchi una dozzina ¶ coi dodici baron
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attorniato. ¶ Diresti ch’è una casa che cammina, ¶ tanto
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cantavano intorno, alla berlina, ¶ una specie d’osanna a
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allestiva. ¶ Montò Catuna sopra una peotta ¶ colla sua consueta
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dimessa, ¶ trascinando per terra una gran coda ¶ s’avvia
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attività ed ingegno, ¶ fassi una nicchia o un casottin
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solitario cappuccino ¶ ch’entro una cava rupe entra e
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ripiene d’or: l’una per lui, ¶ l’altra
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non avesse d’arabo una tinta. ¶ Per avventura avean
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È la mogolla lingua una di quelle, ¶ come ogni
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di là v’era una casa ¶ ove il gran
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sua compagna ¶ condusse in una casa di campagna. ¶ Aica
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maledici ¶ d’aver fatta una bimba, fe’ un ragazzo
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onde di lui raccontasi una serie ¶ di curiosi anedoti
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apprese a far d’una moneta due. ¶ Tai fenomeni
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la musa mia come una gazza ¶ ed intorno al
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d’oro ¶ passar dall’una all’altra man rimira
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è che lo farà una volta. ¶ Soggiunse poi: «Se
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il gusto pellegrino ¶ d’una in altra anticamera passaro
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alquanto in moto ¶ e una fresc’aura alquanto avea
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il parer degli eruditi ¶ una parte de’ sudditi destina
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all’esercito mogollo ¶ con una bella moglie alfin sen
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frecce ed arco e una coltella e un cane
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la buffona ridea come una pazza. ¶ Pur talvolta solea
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per tai cose era una gemma, ¶ sempre il segreto
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non sarebb’ella stata una pazzia; ¶ ma a ben
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avea di mala bestia una gran dose. ¶ E inver
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che a regnare ¶ giunse una donna il caso è
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intanto s’invaghì d’una baldracca, ¶ Borta Iuca nomata
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due poppacce che parea una vacca; ¶ ma per render
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ei divenia un diavolo, una furia. ¶ Un accesso frenetico
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per l’eoa marina ¶ una appo l’altra in
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isole, se non erro, una trentina. ¶ I pescator che
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qui intorno, ¶ spinto da una gran furia di Ponente
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infinché un giorno ¶ scoperse una lunghissima a Oriente ¶ costa
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sparsi pel regno ¶ esigeva una specie di tributo ¶ dai
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vivo, ma zoppo: ¶ che una gamba si ruppe in
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Poco mancò ch’entro una rocca ascosa ¶ non fosse
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Ed ordinò che sopra una tartana ¶ in un’isola
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Qui gli lasciar per una settimana ¶ provvision di ghianda
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lo scosse; e d’una filiale ¶ tenerezza per dar
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più vago ¶ a ciascuna una camera adobbata ¶ ed inoltre
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clemenza. ¶ Dunque ambe in una camera fur messe ¶ da
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tristi dì sovente, ¶ quando una notte nubilosa e nera
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pecore e capre e una casetta ¶ colle stoviglie necessarie
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vacche, otto schiavi e una barchetta ¶ e attrezzi per
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per la pesca ¶ e una giovine schiava per fantesca
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le illustri esuli dame ¶ una picciola casa di legname
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e di birra anche una fiasca; ¶ e s’assiser
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a Turachina rispondea Tommaso ¶ «Una figlia d’un tartaro
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di Gengiscano ¶ e potesse una donna naimachina ¶ dell’Oriente
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ella ancora ¶ di cristianesimo una tinta avea, ¶ volle che
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e nel latino ¶ con una bella orazion funebre ¶ tirò
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un Gritti; ¶ poi d’una in altra man passar
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figlio, che aveva sposato una sorella del khan dei
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di Gengiscano, che con una immensa moltitudine di Tartari