Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

tanto valesse contro agli uomini la fortuna essere iniqua

famiglie ben copiose d’uomini virtuosissimi, abundante delle preziose

e amplitudine, ma gli uomini, né solo gli uomini

uomini, né solo gli uomini sono scemati e disminuiti

costui apertamente vederà gli uomini le più volte aversi

fortuna quel che gli uomini con maturissimo consiglio, con

già in possessione degli uomini ridutto, possa non sanza

e nel vivere degli uomini più di certo stimeremo

e isfrenate affezioni degli uomini contaminare, dirupare e profondare

e’ passati nostri Alberti, uomini studiosissimi, litteratissimi, civilissimi, giudicavano

Adovardo e Lionardo Alberti, uomini umanissimi e molto discreti

costoro a diventar buoni uomini, e di loro facci

padri la ringentiliscono. Gli uomini cupidi, lascivi, iniqui, superbi

maniere e animi degli uomini, e stavvi l'aver

vincete la iniquità degli uomini collo studio delle virtù

uso e costume degli uomini con modestia, umanità e

e la memoria degli uomini piene di queste forze

che allo essercizio degli uomini. E quanto io, sono

E forse veggo molti uomini con diletto affaticarsi in

leggiero, però ivi erano uomini sottili e d'ingegni

tante a tutti gli uomini necessarie cure e pensieri

industria e diligenza degli uomini che nulla cosa di

e nel viso degli uomini, e' quali sono da

congiungono, e fra gli uomini lieti convivono, fuggono, spiacegli

in mezzo degli altri uomini, ma certo ancora pare

e discopra a' medesimi uomini ogni sua passione e

sé tale che gli uomini possano conoscerle quanto bisogna

stimo la natura negli uomini faccia il simile. Né

a comparire tra gli uomini, e senza salvatichezza e

dì usarli tra gli uomini ove e' possino imparare

degno sapere a liberi uomini, né gli pareva giustamente

vizio negli animi degli uomini aradicato e per uso

cupidità e appetiti degli uomini, come, se ben mi

altre destrezze lodate negli uomini d'arme, e così

omicidii, latroni e sceleratissimi uomini? Credo certo ogni ora

vergogna la presenza degli uomini, sempre pensano il loro

sé essere dagli altri uomini odiati, spesso desiderano la

men rari vizii negli uomini. Uno giucatore, uno barattiero

le lode de' fortissimi uomini ne' quali erano state

ancora per incendere agli uomini uno ardore a virtù

copia de' litterati, prudentissimi uomini quali sopra tutti gli

che alla vita degli uomini sia grandissimo ornamento, o

sarebbe lungo recitare nobilissimi uomini e principi usoro colla

sia mestiere a liberi uomini sapere. E credo questo

de' gentili e nobili uomini. Ben ti confesso che

cresca gran numero d'uomini, tali quali testé diceva

suole la condizione degli uomini in la felicità adducerti

o difetto pure degli uomini, sempre ne' mortali l

quella sola generazione d'uomini, chiamandosi amatori della virtù

contenersi. Adunque neanche gli uomini? Certo sì, quelli ne

chi mai lodasse negli uomini alcune virtù, le quali

si trovava grande d'uomini, copiosa d'avere, ornata

e sia piccola d'uomini, e quelli sieno poveri

quale saranno copia d'uomini ricchi, pregiati e amati

infami, poveri e malvoluti uomini; imperoché dove que' saranno

famiglia la moltitudine degli uomini non manchi, anzi multiplichi

documenti; e perché gli uomini son quelli e' quali

e le ingiurie degli uomini, e quanto e' figliuoli

degli scellerati e audacissimi uomini; e così nelle cose

Così per restituire più uomini a se congiuntissimi nel

poiché sono imparentatosi con uomini litigiosi, gareggiosi, superbi e

i tempi, riprendono gli uomini, dicono in maggiori casi

sia manifesto: perché gli uomini si sono morti sanza

Vorrebbesi potere mantenere gli uomini immortali! Non si può

famiglia che grate agli uomini troppo piatosi. Fu sempre

ingiuria e nequizia degli uomini, o per alcuno altro

tanto da dubitare quali uomini e' possano con nostro

certo sarà tra' virili uomini da stimarlo da meno

meno ingrata e agli uomini, dal vizio in fuori

e amistà fra gli uomini. Dalla quale sentenza Protagora

Archita tarentino dice gli uomini essere nati per cagione

nati per cagione degli uomini, e parte di noi

dire felice, costui agli uomini sarà buono, e colui

ora è buono agli uomini, certo ancora è grato

le cose nuoce agli uomini e non poco dispiace

onorati, stimati dagli altri uomini, e questi intraprendono le

cose per nuocere agli uomini, dispiacere a Dio in

fece la natura gli uomini tutti d'una compressione

di tanta fra gli uomini e sì con legge

gli essercitati ed eruditi uomini in quello al quale

lode de' nostri Alberti, uomini prestantissimi e singularissimi, acciò

tanto veggo e' nostri uomini non avari al guadagno

e sagacità de' nostri uomini, ma veramente premio d

quali cose sono dati uomini non pochi. Molti fanno

quelli strani e avventizii uomini el simile se consuefaceano

la lingua che degli uomini, come dalla conversazione dell

fama e grazia degli uomini quanto la avarizia. E

in l'animo degli uomini troppo stretti e avari

de' vilissimi e disonestissimi uomini, trombetti, sonatori, danzatori, buffoni

quelli antichi scrittori fussero uomini come testé sete voi

tenebrosa nella vita degli uomini quanto l'errore e

luogo disputando con valenti uomini, monstrando la virtù loro

stati, sono non degli uomini, no, della fortuna sì

e tanto sono degli uomini quanto la fortuna gli

aviluppano litigiosi, avari, ingiustissimi uomini, empionti l'orecchie di

onore. O pazzia degli uomini! i quali tanto stimano

pascere e servire agli uomini servili! O bestialità! Uomini

uomini servili! O bestialità! Uomini degni di odio, se

di vedove, e di uomini calamitosi e miseri? Che

e le membra agli uomini, sentirli con quella dolorosa

altri cittadini. De' quali uomini come altrove così alla

curare le inezie degli uomini, per servire al publico

quale non possono gli uomini. ¶ LIONARDO ¶ Ma quelle quali

quelle quali possono gli uomini, quali sono? ¶ GIANNOZZO ¶ Sono

animali, ancora e molti uomini. ¶ LIONARDO ¶ Ben mi ricorda

opera de' veri buoni uomini e giusti massari, e

quantità de' pessimi mali uomini, quali pella terra continuo

numero de' non pessimi uomini, che a noi padri

come fanno, tra gli uomini, a me potrà parere

non meno vizii che uomini. ¶ LIONARDO ¶ E anche, Giannozzo

ai larghi e spendenti uomini cosa da non ne

e colla grazia degli uomini di dì in dì

e mano degli altri uomini; e chi sarà in

pascere scelerati e viziosi uomini, imperoch'e' mali uomini

uomini, imperoch'e' mali uomini sono più che le

buono, e a' mali uomini mai e' buoni furono

e prudenza, e noi uomini non gastigati dalle lettere

avermi fuori tra gli uomini in maggiori faccende, però

l'usare tra gli uomini, guadagnare e acquistare di

donna traficasse fra gli uomini nelle piazze, in publico

cose virili tra gli uomini, co' cittadini, ancora e

a credere che agli uomini occupati in cose non

ove dicevano che gli uomini hanno da natura l

affanni, e hanno gli uomini ancora più onesta licenza

marito o degli altri uomini; ramentavagli che sempre si

spiano pure spesso degli uomini non sono senza sospetto

stiano nell'animo gli uomini, e forse si monstrano

femmine studiano piacere agli uomini, credendosi così lisciate, impiastrate

inonesti, più essere agli uomini grate che monstrandosi ornate

spada, né come gli uomini fare l'altre cose

spesso accade a noi uomini perché conversiamo e abbattiànci

sia più debole, agli uomini giova adoperare la forza

quanto siete voi agli uomini grato e accetto. ¶ GIANNOZZO

e onore tra gli uomini. ¶ ADOVARDO ¶ Sono queste le

ingiuria da quelli audacissimi uomini che lode dagli altri

a questi tali leggieri uomini e dimandatori, quando e

che nella vita degli uomini sono gli amici accommodatissimi

messer Cipriano, cavalieri Alberti, uomini quanto ciascuno dicea litteratissimi

Ricciardo, Adovardo e Lionardo, uomini litteratissimi, questi e molti

e in simili magistrati, uomini rapaci e industriosi al

principe vittoriosissimo, duttore d'uomini in arme numero più

de' plebei e infimi uomini. E perché così al

a felici e abundanti uomini, sperando da loro aiuto

uso e costume degli uomini, se null'altro aducessero

temerarii, audaci e rapaci uomini, in tanta instabilità di

E dicea Platone gl'uomini quasi come pesci con

legarsi gli animi degli uomini, quali sono, quanto nulla

da' viziosi e perduti uomini. Pur sempre, quanto in

vizio, in odio agli uomini, mal grati a Dio

maggiore ne' visi degli uomini, o pur ne' loro

darsi caro a' suoi uomini d'arme, volle in

uso e conversazione degli uomini più molto, che ne

siano atti i ricchi uomini che i poco fortunati

fortunati e ben possenti uomini sono ad averli amici

che, come ti ramenta, uomini bellicosissimi per più essere

riceverebbe mille e mille uomini, e altrove dieci o

altrove dieci o venti uomini non adempierebbono populo a

te commendatissimi tutti gli uomini. ¶ ADOVARDO ¶ Lodo la sentenza

filosofi. Dico che degli uomini quali vediamo che a

e poco stimate: quali uomini se fussono meno inconsiderati

e ad amicizia utilissimi uomini ben s'acresca vera

quelli suoi e impuri uomini, si lodano perché poco

constituire: non da' levissimi uomini riceveremo loro cianciamenti e

trattare gli animi degli uomini, quali di natura sono