Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

io non sto dir: - Va' drieto, Satanaso! - ¶ 6. ¶ Anzi col

nol sa, ma sciolto va sicuro; ¶ però da lei

su, chi giú, chi va, chi vien, chi sede

e commanda dicendo: - Or va', dongello, ¶ va' ratto ratto

dicendo: - Or va', dongello, ¶ va' ratto ratto in piazza

la cosa molto queta va: ¶ lo re per voi

l'have, ¶ lor osservando va, né piú né meno

mano in qualche stronzo va; ¶ tosto la odori e

di che contra Danese va Ivvone; ¶ Morando similmente fa

grosso ¶ e verso Bertolagi va rinchiuso; ¶ in mezzo de

petto la mordace cura. ¶ - Va', - disse al nonzio - dilli

ale al piede, ¶ volando va né si dimmora punto

via. ¶ Ben col destriero va, ma col pensero ¶ vola

lume discosto ¶ giamai non va dal suo voler, né

velato ¶ di santimonia, come va per via? ¶ Non t

camarera, ¶ dico Frosina, e va co' li altri in

la rapina; ¶ onde correndo va dritto a pennello ¶ dov

temendo sotto il letto va. ¶ Bussa il fanciullo, e

pronta che sagace, ¶ risponde: - Va, dongello, e dilli presto

l zoppo non corre, va galoppo, ¶ in fin ch

festa"!); ¶ torno al palazzo va Milon tal volta, ¶ ché

la pelle, e tuttavia ¶ va praticando, e con modo

pregio fia d'Amone; ¶ va inanzi a Carlo, et

da la notte ascoso ¶ va queto queto e, mentre

quel villan alpestro; ¶ Milon va innanzi e fa de

oro terso ¶ lo qual va sdrucciolando per un prato

de l'Adriatico, ¶ tal va per l'onde salse

ch'un veltro non va piú, anzi una frezza

sola in quel vasello va sbalzando ¶ la pudica dongella

la dongella ¶ e tanto va per monte e per

sempre facendo aspro lamento ¶ va misermente contra la Fortuna

drieto a quella sibilando. ¶ Va ne la tana con

ne mostra, ¶ tanto compiuto va di forze e membra

su le taverne consumando ¶ va la sostanzia nostra e

alor, e via sen va di trotto; ¶ ma, piú

in drieto, ma scampando ¶ va piú che può di

che tutto 'l mare va per la tua bocca