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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

concordanze di «vado»

nautoretestoannoconcordanza
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l’edonismo borghese) e vado nell’angusto e asimmetrico
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trova il palazzo e vado all’edicola dell’angolo
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padre. ¶ Salgo all’appartamento, vado in cucina, una vecchia
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tenendolo un po’ distante, vado a vuotarlo nel bagno
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nove. Perché la mattina vado a prendere il caffè
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torno nel palazzo e vado nel cortile dove di
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nulla di quello che vado dicendo, e per giunta
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macchina dal cortile e vado sul lungotevere della Vittoria
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aver parcheggiato la macchina, vado prima di tutto ad
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lo più, me ne vado all’altro capo dell
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abbandonato. Per prima cosa, vado nella camera da letto
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vietata al traffico e vado a mettermi contro il
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in prosa di Baudelaire: “Vado a spasso per riposare
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cancello. Lei mi grida: “Vado ad aprirti” e scompare
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Beh, papà, me ne vado, e grazie ancora una
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stato quasi di delirio, vado rovistando tra le macerie
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GUARDA ¶ Eccezionalmente oggi non vado a passeggiare nel primo
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troppo bene perché ci vado e questa incertezza mi
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Pietro. È chiaro che vado da Pascasie e soltanto
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non so perché ci vado. ¶ Ecco il lungotevere; ecco
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inintellegibile. Gesuina grida: “Mamma, vado da Pascasie;” e quasi
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nostra maniera africana! Ci vado subito, tu intanto guardi
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troppo dolce. Beh, ora vado da mamma che mi
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che, da qualche tempo, vado accumulando nella mia piccola
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l’inizio dell’Apocalisse; vado avanti a leggere, fermandomi
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ne ha bisogno. Intanto vado a prendere il pane
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Va bene, adesso ci vado e glieli chiedo. Una
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comò, nel primo cassetto.” ¶ Vado alla porta della camera
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tutto, io me ne vado alla fine del mese
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di che? Esito, poi vado senza dir parola alla
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mano e io le vado dietro.