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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «vedevo»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
Mi svegliavo del tutto, vedevo il suo volto a
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1998
sono più i giornali!» ¶ Vedevo le loro scarpette laccate
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sentii ridere i due. ¶ Vedevo già l’intera sala
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prima che cadesse. La vedevo schizzare di nuovo, andava
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selva di gradini. La vedevo saltare sulle dita guantate
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1998
furgone andava tutto inclinato. Vedevo dal parabrezza quelle montagne
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della montagna che traballava. ¶ Vedevo qualche guscio d’uovo
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Lo scooter stava frenando. Vedevo già la fila dei
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1998
gli occhi sbarrati, non vedevo. ¶ «Che cosa succede?» sentii
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1998
indietro la testa, gli vedevo la gola tutta scollata
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1998
di molto la frontiera. Vedevo l’uomo seduto di
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conto proprio, nel parlare, vedevo venire via riccioline di
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1998
assieme ai baffi, le vedevo volare bagnate sopra i
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dal basso, da lontano. Vedevo qualcuno camminare come in
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seminava sempre di nuove, vedevo tremare controluce i ricami
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con gli occhi sbarrati, vedevo tutti e due i
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torre di fronte. Lo vedevo spostarsi di tanto in
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immondizie, lì vicino. ¶ Lo vedevo dal corridoio, mentre veniva
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telefono continuava a squillare, vedevo le prime finestre accendersi
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con gli occhi socchiusi. Vedevo brillare per un istante
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saccheggiata durante la notte. Vedevo solo all’ultimo istante
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sala infinitamente sfarzosa, illuminata. Vedevo andare da tutte le
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1998
le gambe piegate, accavallate. Vedevo passare di corsa quel
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alla parete di vetro, vedevo un po’ più in
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1998
al banco della lattaia. Vedevo certe volte un neonato
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piedi e completamente svestita. Vedevo il suo corpo nudo
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altra parte a squillare. ¶ Vedevo nella navata della stazione
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e mantellina di raso. Vedevo la sua piccola bocca
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il vetro della cabina, vedevo di tanto in tanto
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cadeva di mano, la vedevo penzolare giù in basso
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stato lo trovo...» La vedevo tremare vicino al portone
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nuovo scremate, tutte vellutate. Vedevo da lontano le torri
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di notte, che rientrava. Vedevo scintillare per un istante
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volto con le dita, vedevo molti alzarsi di colpo
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e l’altro. La vedevo girarsi allarmata. «E di
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me ne andavo, la vedevo tremare nel suo golfino
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dita sulla maniglia. La vedevo irrigidirsi di colpo. «Dev
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piani, lungo i corridoi, vedevo gente spostarsi da un
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mani senza parlare, la vedevo un istante dopo avvampare
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a spostarmi, a scomparire.” ¶ Vedevo sbalzare dal basso quei
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per le strade. Li vedevo esposti nei negozi di
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si torceva le mani, vedevo il suo volto avvampare
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verso gli stradoni ovattati, vedevo per qualche istante la
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guardarmi. ¶ «Sono pronta, cominci!» ¶ Vedevo i tasti scattare come
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ancora terminando una frase. Vedevo la sua testa che
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dentro, a ritirarlo...» ¶ Le vedevo un nervo tremare sul
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Gettò indietro la testa. Vedevo le sue lenti brillare
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mano sul volto, gli vedevo gli occhiali salire di
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girai verso il parabrezza, vedevo appena l’ombra del
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un po’ fuori mano. Vedevo correrci a fianco una
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Balzò fuori dall’auto, vedevo già la sua schiena
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sul sedile di fianco. Vedevo l’ombra del cofano
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La porta si apriva, vedevo il Sempio apparire trascinando
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toglieva il passamontagna. Lo vedevo venire verso la branda
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un po’ quella stufa?» ¶ Vedevo il Sempio sedersi sulla
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la testa puntata. Lo vedevo entrare un istante dopo
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ho proprio sentito!» ¶ Lo vedevo sonnecchiare sulla branda vicina
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solo un istante dopo vedevo il Sempio rientrare di
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giorni, mi sembrava, perché vedevo le striscioline di luce
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posto dove andare.» ¶ Lo vedevo balzare giù dalla branda
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Lo scompartimento era vuoto, vedevo andare nell’aria le
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finestrelle prive delle ante. Vedevo qualche granello di calce
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finestrella. ¶ La stradina vibrava, vedevo staccarsi dal muro qualcuno
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qualcuno isolato, qualche gruppo. Vedevo le loro teste fermarsi
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si apriva di nuovo, vedevo un cappuccio fradicio d
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la sua tracolla, lo vedevo un istante dopo lucidarsi
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uomo potesse provenire. ¶ Lo vedevo camminare a poca distanza
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accennavo ad alzarmi lo vedevo girare la testa con
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strada era tutta deserta, vedevo soltanto qualcuno correre con
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con gli occhi sbarrati, vedevo accanto a me, sul
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per un po’, perché vedevo entrare dai listelli non
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sonno ritornare di schianto. ¶ Vedevo qualcuno sbadigliare in quella
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Mi sedevo sul letto. Vedevo tutti gli altri letti
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fumare, per le strade...” ¶ Vedevo le città svuotarsi di
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uno scarponcino ortopedico fuggire. Vedevo quelle capigliature scoppiate inclinarsi
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lucenti sopra i tumulti, vedevo molti correre a sciami
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fradice d’acqua. Li vedevo squarciarsi di colpo, sembravano
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la testa girata. ¶ Lo vedevo socchiudere gli occhi, sembrava
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nella macchina nessuno parlava, vedevo solo la luce dei
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guardavo nello specchietto retrovisore. Vedevo muoversi appena certe piccole
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sotto la veste, perché vedevo la stoffa schiumare in
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centrifuga continuava ad andare, vedevo quei fiorellini vibrare, imperversare
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che rifugio è questo?» ¶ Vedevo da dietro i contorni
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così forte che li vedevo accartocciarsi di colpo da
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a sua volta. Lo vedevo arrossire di colpo, qualche
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là nei rari caseggiati. Vedevo i camion entrare e
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piccole ruote piene, li vedevo schiacciati sul pavimento del
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al mio fianco, gli vedevo levarsi dal volto il
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nell’altra mano, li vedevo sollevarsi di colpo quando
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si arrestava di colpo, vedevo il piumante alzarsi di
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ne posso andare?» ¶ Lo vedevo arrossire di colpo. ¶ «Ma
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mio turno di guardia. ¶ Vedevo le nuvolette del suo
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otto a liberare!» ¶ Lo vedevo allargare le braccia, sorrideva
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po’ col calore. Lo vedevo arrossire di nuovo. «Macché
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bassi porticati, se piovigginava. Vedevo una vecchia cagna camminare
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stradina sepolta dalla neve. Vedevo dal sedile di dietro
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tutti i costi. Mi vedevo per un istante allo
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avere?» ¶ Si appisolava, lo vedevo svegliarsi ancora una volta
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disperava la donna. ¶ La vedevo accucciarsi sul pavimento, e
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di colpo, si ingozzava. Vedevo irradiarsi nell’aria i
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mattonelle tutte impennate. Lo vedevo serrare le labbra, impallidiva
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izba, di una chiesa. Vedevo levarsi dalla punta del
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fermarsi le stazioni. Sonnecchiavo, vedevo tra la veglia e
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a guardare di nuovo, vedevo con sollievo che squadre
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con le donne... La vedevo camminare vicino allo specchio
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all’angolo opposto. La vedevo perfettamente riflessa nel pavimento
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voce al professore. Lo vedevo fare dei movimenti di
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ciotola di zuppa. La vedevo passare, ritornare. Camminava verso
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corrugava la fronte, lo vedevo socchiudere gli occhi nello
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domandai, perché non la vedevo più nei punti dove
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Anastasia?” perché non li vedevo più sopra la linea
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apriva nuovamente la porta. Vedevo Anastasia apparire, e andare
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gamba, come per saltare. Vedevo le sue gengive infantili
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po’.” ¶ La villa brulicava, vedevo i visitatori andare e
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e balconi, verso sera. Vedevo gli ospiti conversare andando
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pieno di stelle, li vedevo arrestarsi di tanto in
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giù per la veranda. Vedevo la sua barbetta contro
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in cima allo scalone, vedevo che la staffetta stava
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parte della sala. La vedevo contrarsi galvanicamente, per un
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alto, mentre dondolava. La vedevo attraverso le fiamme, deformata
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laghetto era tutto ghiacciato, vedevo il mio fiato espandersi
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tutti bruciati, come morsicati, vedevo le fiamme passare appena
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cancelli, le vetrate...” ¶ Lo vedevo fissare quella scheggia di
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spioncino. Accelerava di nuovo, vedevo le gengive infantili deflagrare
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di mercurio, l’alcool... Vedevo Benno andare attraverso la
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istante prima il professore. Vedevo Benno chinarsi sopra la
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chiamato finora il professore, vedevo solo l’ombra delle
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girarlo!» si inquietava. ¶ La vedevo gonfiare le gote, rossa
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si respira più!» ¶ La vedevo lasciare la stanza, ritornare
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del tutto rassegnato. La vedevo manovrare le gambe irradiate
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stavo preparando a inghiottire. Vedevo la donna passare nell
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protestavo. ¶ Aprivo il frigorifero, vedevo la bomboletta gocciolare vicino
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al letto del Gagà. Vedevo già la sua sagoma
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della mano sull’interruttore. Vedevo di colpo le linee
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ruotare su se stesso, vedevo i soprammobili volare per
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un istante dopo la vedevo arrivare agitata, rossa in
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donna quando ritornava. ¶ La vedevo allarmarsi. ¶ «Possono saltare dentro
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contro porte e pareti, vedevo l’ombra dei suoi
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vuole portarlo?» ¶ «Nel tinello!» ¶ Vedevo appena quella testa stecchita
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gli occhi sbarrati, non vedevo. ¶ «Mi aiuti, mi aiuti
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paesi. Il motore intontiva, vedevo la fila delle lucine
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balbettai, perché non lo vedevo bene, girato com’era
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giù per le scale, vedevo appena il contorno della
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sedile era tutto insaccato, vedevo il cofano spostarsi tutto
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mi stupivo, perché non vedevo quegli scheletri in legno
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controluce. Svolazzavano alti, li vedevo impigliarsi nei cornicioni. Il
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dentro la casa. Le vedevo stagliarsi contro il volto
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sorrise. ¶ «Oh, no... la vedevo solo dall’alto, dalla
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espansione...» ¶ Parlava concitatamente, gli vedevo un cristallo di saliva
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dietro la valigia perché vedevo che le mie dita
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di sotto era deserta, vedevo da molto vicino i
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Mi accendevo una sigaretta, vedevo appena l’ombra del
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colpo, contro il volto. ¶ Vedevo già il portone ancora
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con il braccio, ma vedevo lo stesso segmenti di
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avanti, quasi non lo vedevo tanto i miei occhi
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già manovrando nella strada. Vedevo la sua larga faccia
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col cubo del sapone, vedevo l’acqua scendere più
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di quei camion che vedevo passare ogni tanto dal
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molto più grandi, mi vedevo di nuovo correre contro
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le mattonelle smosse, le vedevo saltare nell’aria, sentivo
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spalle, a squarciagola. Lo vedevo girare tutta la testa
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chinava a guardare, la vedevo arrossire all’improvviso. «È
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con i gomiti, li vedevo scheggiarsi contro le pareti
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frazione di secondo. La vedevo sollevarsi dal pavimento, e
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mi si annebbiava, le vedevo slittare per qualche istante
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le mie scarpe, le vedevo impennarsi oltre la linea
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durante l’accensione, lo vedevo capovolto nell’aria per
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sua schiena senza fiatare, vedevo da dietro il suo
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in una sede?» ¶ Lo vedevo confondersi un poco, balbettare
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un po’ a curiosare vedevo l’altro impallidire di
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la sola testa. ¶ Lo vedevo andare come se niente
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qualche stufetta elettrica.» ¶ Lo vedevo rianimarsi di colpo, sospirava
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sedile di fianco. ¶ Lo vedevo arrossire improvvisamente con la
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preparo un caffè.» ¶ La vedevo ancora un istante mentre
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alta, quasi gridando. ¶ Lo vedevo impallidire di nuovo, ammutoliva
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la mano al portafoglio. ¶ Vedevo le dita dei suoi
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preparando a uscire. Lo vedevo impallidire per un istante
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portiera al Gagà. Lo vedevo comprimersi un po’ per
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Abbassava la testa, lo vedevo arrossire. Anche una delle
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niente fosse dalla sedia. Vedevo il vice spostarsi verso
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staccava le soprascarpe, le vedevo tremare ancora un istante
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di dietro, partivamo. Lo vedevo nello specchietto retrovisore intento
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rendevo conto improvvisamente. ¶ Lo vedevo capitare di fronte alla
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con la mano. Lo vedevo nello specchietto retrovisore mentre
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graspe era fiorita. La vedevo passandoci a fianco nel
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i vestiti, l’accappatoio, vedevo i miei seni schiacciati
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parte della volante?» ¶ Lo vedevo dentro lo specchio, da
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stanza che quasi non vedevo. ¶ «Una notte» riprendeva a
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un istante dopo lo vedevo chiudere gli occhi, addormentarsi
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vano della porta e vedevo il pianerottolo tutto pieno
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luce glassata, bianca. La vedevo dal parabrezza ancora un
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Aprivo la mano, lo vedevo srotolare il foglietto, incontrollabilmente
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terminato l’affissione. Lo vedevo galleggiare semiaffondato, trasparente, sentivo
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se lo contendevano, li vedevo impastarsi sempre più man
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piedi nella piazza. ¶ Li vedevo apparire ai due lati
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modo sopra il ghiaccio. Vedevo dal basso le nostre
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le lenti degli occhiali. Vedevo l’uomo passarsi una
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nella cornice dell’auto. Vedevo ancora nello specchietto retrovisore
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portone, perché non la vedevo più parcheggiata sopra il
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visualizzando sempre più, la vedevo gonfiarsi quasi cristallizzata nella
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gli occhiali, non ci vedevo bene...» ¶ «Non si è
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ce lo freghi!» ¶ Lo vedevo scaricare le sbarre di
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da tutt’altra parte...» ¶ Vedevo sorgere infine l’intero
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fosforescente nella notte. Lo vedevo sbalzare nel buio quando
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le mani nel secchio. Vedevo i grumi spaccarsi sotto
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visibili da fuori perché vedevo i passanti scantonare di
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strappava di colpo. Lo vedevo gesticolare in punti sempre
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inclinate, piene di lampioni. Vedevo la folla incendiare un
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annunciava passandomi accanto emozionato. ¶ Vedevo i suoi occhi sbarrati
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di pioggia, dalla strada. Vedevo quegli scarponi passare a
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guancia posata sul selciato, vedevo gli ultimi scarponi dei
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scherno sulle mani, capovolti. Vedevo le loro scarpe da
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di spalle, all’improvviso. Vedevo con la coda dell
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della cornice che ne vedevo un segmento ancora incandescente
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che serviva, il finestrino, vedevo nello specchietto retrovisore Sonnolenza
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si girava a incoraggiarmi. ¶ Vedevo che la mia bocca
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al posto di guida, vedevo la macchinina gialla partire
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un istante dopo lo vedevo spalancare la bocca, sbadigliare
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forme in fuga, le vedevo bloccarsi con la testina
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stiamo davanti verremo garrottati!» ¶ Vedevo l’operaio dalla faccia
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1998
alle mie spalle. Ne vedevo frammenti rosati incastonati nel
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piccolo abitacolo dell’auto. Vedevo la forma del baldacchino
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se non bastasse. ¶ Lo vedevo ancora per qualche istante
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finestre fuggivano ai lati, vedevo nello specchietto retrovisore i
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1998
nell’abitacolo dell’auto, vedevo dal basso le zampe
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per la maniglia. Li vedevo ritornare appaiati verso il
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all’improvviso l’orientamento, vedevo il cieco compiere una
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colpo dentro la cornice, vedevo la sua lingua veleggiare
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1998
dalla faccia bianca, perché vedevo che non riusciva a
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1998
incontrollata dagli altoparlanti perché vedevo l’operaio dalla faccia
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deserto della piazza. Lo vedevo leggermente sfuocato alla luce
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saranno?” mi chiedevo. Non vedevo più Sonnolenza e il
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1998
lo chiede, a pensarci, vedevo che si bloccava di
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1998
stanza, perché non lo vedevo arrivare. Lo trovavo immobile
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1998
il collo nella cornice, vedevo nello specchietto retrovisore che
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1998
con la testa, quando vedevo che stava per accendere
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1998
cieco, all’improvviso. Lo vedevo salire rapidamente, aumentava la
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1998
di luce contrapposte, la vedevo smarrirsi, e poi cominciare
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1998
con la mano. Le vedevo scollarsi incompiute dalla stoffa
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1998
Sonnolenza accanto al ciclostile. Vedevo l’operaio dalla faccia
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1998
a ogni personaggio. Lo vedevo accigliarsi, distendere il viso
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1998
fu recuperato, perché ne vedevo scaturire ancora qualcuna, il
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1998
lingue esageratamente dispiegate. Le vedevo piombare tramortite sui tappeti
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1998
qualche istante non ci vedevo più. ¶ «E adesso che
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1998
ultimo degli spigoli. ¶ Lo vedevo sempre più ingigantito man
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1998
ancora di più, gli vedevo sbalzare l’osso della
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1998
di Turchina. Non li vedevo in quella parte di
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1998
al refettorio, non li vedevo emergere dal primo gradino
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1998
all’improvviso franare, lo vedevo andare giù tutto inclinato
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1998
turbine di vento. Lo vedevo spostarsi rimpicciolito in zone
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1998
accanto alle finestre. Lo vedevo salire i gradini dell
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1998
e in dormitorio. Lo vedevo guardare fuori tranquillamente da
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1998
la ripida discesa. ¶ Non vedevo bene i piatti, non
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1998
bene i piatti, non vedevo bene quella mano nera
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1998
a ondate successive, ne vedevo per un istante nello
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1998
Sciamavamo, nella interminabile sera. Vedevo appena i contorni delle
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1998
rovesciate...” ¶ 16 ¶ L’ordinazione ¶ Lo vedevo attraverso i finestroni spalancati
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1998
altro ancora. In dormitorio vedevo a volte il Gatto
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1998
cappello rotondo, che gli vedevo in testa per la
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1998
nella stessa direzione. Non vedevo bene dove i miei
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1998
d’incenso nel turibolo, vedevo il cucchiaino appena lustrato
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1998
a ogni colpo. Lo vedevo meglio nell’istante in
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1998
un po’, ma gli vedevo i tendini del collo
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1998
la linea d’orizzonte. Vedevo solo le rette sghembe
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1998
orizzonte si spostava, la vedevo da sempre diverse inclinazioni
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1998
ero rimesso il collare, vedevo già a tratti il
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1998
che cominciava a salire, vedevo appena le sue vetrate
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1998
alcuni passi più avanti, vedevo da dietro la sua
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1998
entrava dalle vetrate impolverate. Vedevo la veste del padre
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1998
oppure al contrario lo vedevo ingigantirsi di colpo nell
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1998
la stagione dopo. Lo vedevo cabrare all’improvviso dietro
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1998
il vento cambiava. Lo vedevo allontanarsi così rimpicciolito che
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1998
Alzavo gli occhi e vedevo luccicare una macchia di
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a ondate sul terreno. Vedevo solo le mie scarpe
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stata per metà incendiata. Vedevo la piccola brace spostarsi
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cambio, sono stanco.» ¶ Lo vedevo con la coda dell
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per volta a rallentare. Vedevo come più non si
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di un rettilineo. La vedevo proprio di fronte al
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fuori, nella corsa. Lo vedevo con la coda dell
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correndo fuori strada?» ¶ Lo vedevo fissare un po’ esasperato
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per curvare perché lo vedevo balzare di colpo sul
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e neppure immaginati...» ¶ Lo vedevo con la coda dell
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dell’auto. Non lo vedevo né lo sentivo più
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gli spiegavo rientrando. ¶ Lo vedevo animarsi improvvisamente, deglutiva. ¶ «E
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faccia priva degli zigomi, vedevo ogni singola goccia spaccarsi
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tra le labbra, la vedevo svoltare improvvisamente e uscire
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in casa sua. Lo vedevo dentro la cornice dorata
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lago cominciava a gelare, vedevo i cigni conficcare tutto
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il vano della porta, vedevo nell’altra stanza la
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alzato dal letto. Lo vedevo nel vano della porta
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verso l’altra stanza vedevo sempre Lenìn intento a
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tornati i due bambini. Vedevo le loro testine ben
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con la Dea. Non vedevo la Pesca. A poca
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grate in ferro battuto vedevo nugoli d’insetti immobili
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con la moto. Gli vedevo scintillare braccia e spalle
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scale e nelle stanze. Vedevo il padre priore barcollare
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addormentato nel lettone. La vedevo girarsi da una parte
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la mattina dopo la vedevo fiammeggiare su una delle
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di tempo non la vedevo più sul corpo della
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ogni angolo visuale. Non vedevo più la zampa di
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alla mia stessa altezza. Vedevo la Pesca avvicinarsi sempre
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di colpo direzione. La vedevo allontanarsi di nuovo. Ma
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molto profondo della massa. Vedevo la Pesca camminare con
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vicino il pentolino, la vedevo cadere sul pavimento, con
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il portone della legnaia. Vedevo da lontano i loro
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risalendo la scaletta. Lo vedevo schizzare e turbinare sulle
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stanze deserte della villa. Vedevo il letto appena rifatto
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bracciate di foglie. Lo vedevo a volte lanciarsi urlando
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verso il volto, la vedevo passare sulle palpebre abbassate
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si spalancò, ma non vedevo nessuno scaturirne. Solo una
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quasi rovesciata nell’aria, vedevo confusamente le sue quattro
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occhi spalancati e non vedevo bene, non pensavo ad
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come lustrati, riflettenti. Le vedevo volteggiare sfuocate in punti
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aperti e fioriti. Li vedevo fuggire verso l’orto
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rapidamente per il parco. ¶ Vedevo le teste degli spettatori
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grandi sfere sospese. Non vedevo più la Pesca, neanche
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fiamme dalla massa. Ne vedevo qualcuno fuggire incendiato per
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incendio della massa. Non vedevo proprio la Pesca, neppure
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altri minuscoli animali che vedevo turbinare, piccoli topi che
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mi chiedevo. Non la vedevo pendere da una delle
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per il parco, li vedevo friggere e attorcigliarsi su
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decisamente a declinare. Li vedevo allontanarsi a piccoli passi
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piano dalla massa. Li vedevo camminare in silenzio, a
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calci su di esso. Vedevo, oltre i finestroni, uno
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mia stessa camerata. Lo vedevo da lontano sotto le
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un istante dopo la vedevo ritornare indietro ancora più
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le loro traiettorie, li vedevo in punti sempre diversi
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era ancora sollevata. La vedevo impennarsi e ricadere leggera
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perché a volte ne vedevo minuscole scaglie un po
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priore e il vicario. Vedevo il primo inginocchiarsi pesantemente
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che di allontanarla. Lo vedevo spostarsi leggermente di lato
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ancora bianca, intatta. Li vedevo scurirsi col passare del
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le cellette sembravano carbonizzate. Vedevo le api gettarsi una
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verso la sua testa, vedevo qualche ape scollarsi dalla
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suo corpicino controluce. ¶ Non vedevo più molto bene il
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ai piedi dell’altare. Vedevo gli involucri dei loro
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dentro senza devastarla, la vedevo aprirsi teneramente e richiudersi
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serio in volto. Li vedevo discutere con animazione, l
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rincorrendo sotto i tigli, vedevo le loro vesti svolazzare
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lo stanzone degli abbeveratoi. Vedevo da lontano che si
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un punto inaspettato. La vedevo deflagrare e subito dopo
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e prostrante malattia. Lo vedevo accostarsi da dietro ai
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po’ di tempo non vedevo più l’uomo con
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irrompessero nel cortile. Lo vedevo appartarsi con il vicario
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sonno. Ancora per molto vedevo figure trasognate spostarsi nel
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un immenso frantoio. Le vedevo più nitide, sbalzanti, come
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contigue del cortile. Non vedevo bene il pallone nello
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pallone nello spazio, lo vedevo in punti differenti, correvo
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diagonale, nel refettorio. Lo vedevo bloccarsi col boccone già
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vesti svolazzavano nell’aria. Vedevo dal basso le loro
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arrampicava sul lampione, lo vedevo scendere piano nell’aria
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altro. Giravo la testa, vedevo la sua veste svolazzante
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testa, per non disturbare. Vedevo il materasso del suo
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un intero pomeriggio. Lo vedevo di nuovo distante, concentrato
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gli occhiali, perché lo vedevo da un po’ di
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la sua voce, eppure vedevo da lontano i tendini
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Quando ne usciva lo vedevo camminare come a tentoni
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come un lenzuolo, gli vedevo tremare mani e gambe
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tutto il volto. ¶ Lo vedevo fermarsi dietro la ringhiera
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a fior di labbra. Vedevo le loro tre teste
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occhi spalancati, perché la vedevo leggermente sfuocata, come se
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primo tempo suscitati. Li vedevo galleggiare disinnescati nello spazio
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silenzio la transustanziazione. Lo vedevo nel buio di un
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delle pedane d’assi, vedevo l’estremità di qualcuno
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di silenzio, perché lo vedevo avvicinarsi ai seminaristi immobili
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nel vento della corsa. Vedevo la spina del Nervo
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guardando di preciso, ma vedevo con stupore che si
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dietro una delle bifore, vedevo dall’alto tutto il
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aumentato fabbisogno d’aria. Vedevo Turchina spuntare da una
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attorno all’albero borchiato. Vedevo qualche mano allungarsi verso
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applicata la prolunga. Li vedevo cambiare passo di danza
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nella grotta, eppure ci vedevo sopra i segni lasciati
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scena senza battere ciglio. Vedevo dappertutto piccole scaglie volare
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grande animazione sulle gabbie. Vedevo il cartoccio traboccare sempre
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immobile alle sue spalle, vedevo da una vicinanza estrema
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altra volta perché la vedevo ancora più lisa e
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braccia verso il piatto. Vedevo, nella luce calante, il
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nuovo per il parco. Vedevo la sua testa perfettamente
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esatto momento della ricaduta. Vedevo il gatto indugiare ancora
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non stavano più fermi, vedevo le loro onde oscillatorie
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lungo i viali. Lo vedevo apparire e scomparire tra
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cima alla scala. ¶ Non vedevo il suo volto, perché
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fermo per un po’. Vedevo una porzione di spazio
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torcia, nella sua luce vedevo la zampa di gatto
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avvicinato di nuovo, gli vedevo la mano tremare mentre
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quella piazza più grande. Vedevo apparire di colpo quella
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a quello spiazzo, ne vedevo minuscoli fiocchi rotolare sul
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quel vento, quella luce, vedevo le auto strappare sugli
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davanzale ad asciugare. Lo vedevo scendere piano, e disfarsi
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ancora un po’ bagnate. Vedevo attraverso la porta socchiusa
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due le mani. La vedevo uscire con le labbra
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Guardava dall’altra parte, vedevo la cicca della sua
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fronte, su una branda, vedevo il suo ventre sbalzare
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le sopracciglia, le ascelle...» ¶ Vedevo una delle sue lenti
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spalancava, qualche istante dopo, vedevo uscire la segretaria con
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nel suo sgabuzzino, la vedevo uscire con le scarpette
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in un angolino, lo vedevo tremare un po’ da
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dentro una casa, li vedevo qualche istante dopo irrompere
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marmellata. La mollava improvvisamente, vedevo la donna fuggire sui
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un cofano d’auto, vedevo controluce una bolla iridescente
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per accendersi la sigaretta. Vedevo di colpo quel taglio
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frusciare di centraline telefoniche, vedevo accendersi delle piccole luci
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tutto piegato, non gli vedevo il volto. ¶ «Chi comincia
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ventre, tutt’intorno. La vedevo di nuovo quando alzavo
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un uovo nel cucinino. Vedevo due tuorli sgusciare fuori
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Non mi conosce nessuno!» ¶ Vedevo i suoi capelli bianchi
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della mia branda. Gli vedevo da dietro la camicia
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guardavo senza fiatare, gli vedevo una stellina di pasta
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un po’ addormentato, lo vedevo arrossire improvvisamente, qualche istante
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la cannuccia, il sacchetto, vedevo quella polla d’orina
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vento della corsa, la vedevo scintillare anche molto lontano
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ripartiva. ¶ Balzai sullo scooter. ¶ Vedevo da dietro il furgone
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Fermavo lo scooter. Gli vedevo sollevare in qualche modo
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tutta sbozzata, tutta sfaccettata. Vedevo nella torre di fronte
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lungo in silenzio, impallidiva. Vedevo passare un cane con
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gridare a poca distanza. Vedevo stagliarsi dietro una delle
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cartoni, sulle ruote...” Lo vedevo certe volte arrivare fin
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di qualche passo. Lo vedevo divincolare le braccia per
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sulle nostre teste. Le vedevo vibrare nell’aria, mentre
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La macchinina avanzava piano, vedevo da dietro le luci
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macchinina stava già rallentando, vedevo i fanalini di dietro
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lato, con le braccia. Vedevo appena la sua testina
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manina tutta sfalsata...” ¶ La vedevo da troppo vicino, si
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venuta così vicino che vedevo appena l’alone del