Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

beve mai, né 'n verde tronco alberga; ¶ tal egli

stracciandosi dal crine il verde alloro, ¶ dal'infelici porte

ognintorno ¶ al musico gentil verde teatro. ¶ Dafni, già ninfa

sciorre ¶ articolate voci il verde augello; ¶ e ch'allor

istessa ¶ intessuto di limo ¶ verde, rosso, ceruleo, azurro e

acerbo. ¶ L'asta del verde tirso, ¶ la cima armata

miniando le piagge ¶ di verde e perso, e di

imbiancando del'orto il verde tetto, ¶ emulo del celeste

lo spinoso trono ¶ del verde cespo assisa, ¶ de' fior

rigido pel, col guscio verde ¶ s'attraversa di nocchie

gli distingue il sesso. ¶ Verde spoglia leggiera ¶ di lubrico

adorni, il cui bel verde ¶ mai non secca, o

tuoi rami. ¶ Del tuo verde il capo biondo ¶ mi

ancor tra biondo e verde ¶ l'oro del crespo

Siringa ¶ Idillio 7 ¶ Sovra il verde, frondoso, alto Partenio ¶ il

cangiato in nero il verde. ¶ Vacillavano i rami ¶ e

cadde tramortito. ¶ Dal suol verde e fiorito ¶ il poverel

erboso prato, ¶ e la verde spalliera ¶ di quel cedro

e crudele, ¶ divenne un verde tronco; ¶ se ben tu

tra' rami di quel verde mirto ¶ la colomba amorosa

il prato? ¶ Qual più verde smeraldo ¶ di quello, onde

meco, ¶ e 'n questa verde catedra frondosa, ¶ amator disputante

Così rigida serpe, ¶ col verde e l'or dela

più, quanto in me verde ¶ fia la beltà, la

il fiore e 'l verde, ¶ che del passato ogni

il fiore e 'l verde ¶ dele speranze mie si

Zefiro e Flora ¶ di verde gonna e di purpureo

luci tue, ¶ per questo verde e florido teatro, ¶ senza

Pasce la Pecorella in verde prato ¶ né lungi il

una spelonca vecchia ¶ di verde salcio e fresche canne