Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

pace io dono! — ¶ Pel vero io parlo; e al

giorno, io giuro. ¶ Cassio ¶ Vero orator di libertà tu

lari suoi ciascuno. ¶ Il vero, il falso, ira, pietà

per me sta il vero: ¶ se mi si presta

Così non fosse ¶ come vero è, pur troppo! ¶ Bruto

e finor non tremava; ¶ vero tiranno ei sta per

da Silla? ¶ Bruto ¶ È vero; eppure ¶ mai non mi

facondo favellar, pur troppo! ¶ vero è fors'anche. Ignota

degna. Ho tolta, è vero, in parte ¶ la libertà

mi trasporti? ¶ Bruto ¶ È vero; ¶ osservo in te non

fia?... ¶ Cesare ¶ Tu nasci ¶ vero mio figlio. ¶ Bruto ¶ Oh

un Roman tu sii, ¶ vero di Bruto padre... Oh

ti avran cangiato in vero padre. — In petto ¶ non

sforzarmi a reputar mio vero ¶ genitor solo quel romano

resister mai di un vero padre ¶ potea pur l

imponeva ¶ il dittatore. Ei, vero padre, e cieco ¶ quanto

Bruto il genitor suo vero. ¶ Antonio ¶ Sta bene. — Altro

parlar: nobil, bollente spirto, ¶ vero mio figlio, è Bruto

per disvelare a voi? — Vero mio padre ¶ Cesare m

ei disegnava al fine ¶ vero tiranno appalesarsi... ¶ Bruto ¶ Io

Oh virtù prisca! oh vero Bruto! ¶ Bruto ¶ È spento