Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

virtù che la fortuna. Vero, e cerchisi le republice

e studio di laude. Vero, doppo la morte d

medesimi essere dal suo vero recettaculo e nido esterminata

espettazioni vostre. E questo, vero, se io vedrò che

a me parerà grande. Vero è che io sempre

desidera. E dicoti el vero, quelle parole di Lorenzo

non buono parente né vero amico, anzi mi giudicaresti

e' viziosi figliuoli dal vero amore e dalla intera

come a dire il vero sono, a' padri grandissimo

vi si possa dare vero e utile rimedio. Però

fanciullo. E credo il vero che, oltre a quelle

leggieri e liberi, o vero giudicassi che le febbri

percossa si sgretolavano, quegli vero degli Egizii erano durissimi

fattore delle cose; o vero darlo a chi più

amico, non certo e vero disegno d'alcuno, mai

sdegno e odio, o vero sé stessi abandona, disfidasi

me paia dire il vero, quanto per essercitarmi. E

fortunatissimo sofferse uccidere el vero prima suo marito. ¶ Della

per sé stessi contentarsi. Vero. Ma in questo non

giudicio, poco conto. Quelli vero che sono alquanto tinti

non avere doppo sé vero erede e conservadore del

E sì, è egli vero; sì, e' matrimonii non

io credo sia il vero, se per non avere

coll'animo caduti, o vero oppressi dalle calamità e

per esperienza così el vero conoscere. Fugga el padre

riconoscere un primo e vero principio alle cose, ove

memoria, el conoscimento, el vero fermo e intero giudicio

essere il primo, o vero tra' primi, quanto intenderai

dargli qualche sferzata. Tu vero che? Riputerestilo in questo

non buoni; la patria vero a tutti si preponga

altrove da disputarne. Noi vero qui ci consiglieremo in

scienze e arti, o vero pur quegli della mercantia

grave a dire il vero, pur debole, Giannozzo. Questo

e diffrondare gli alberi. Vero a noi vecchietti e

poco stimano ogni masserizia. Vero, e chi di loro

GIANNOZZO ¶ Bene dici il vero. ¶ LIONARDO ¶ E l'avarizia

GIANNOZZO ¶ Dici tu il vero? Io godo se io

tosto essere avaro che vero massaio. Seguite, Giannozzo, dirci

per altra industria alcuna. Vero... Ma sedete. Siedi, Lionardo

Arebbene qualche utile, o vero gliene sarebbe renduto pur

soldo, ora costa dieci. Vero? ¶ LIONARDO ¶ Spesso. ¶ GIANNOZZO ¶ Però

sono tue proprie. ¶ LIONARDO ¶ Vero dite. ¶ GIANNOZZO ¶ Ma per

LIONARDO ¶ Bene dite il vero, ma non mi venia

in lavarti e mondarti? Vero? Così, se tu non

stessi da voi, o vero gli avete, quanto mi

manco che in conservalle, vero? Adunque io quanto al

me, e' dice il vero. All'uomo negligente fugge

possiamo, a dirti il vero, male essere veri massai

la famiglia, la roba, vero? E altro? Sì. Che

cercare di signoreggiare, o vero che io mi dessi

salire in stato, o vero che io volessi, come

sollicito per gli amici, vero, ove tu non interlasci

servirne uno amico, o vero se pur bisognasse per

non è licito essere vero massaio. ¶ LIONARDO ¶ Dicesti sì

al tutto disponessi vivere vero massaio. In che modo

Certo sì, dite il vero. Ramentami d'alcuna e

fare quello ci paresse. Vero? E se noi ci

io ti dico il vero. A fare d'una

dimanderebbono da cena? ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. Però si dia ordine

durabile e poco buona. Vero? E quando mai vi

Lionardo mio, onorano te. Vero? Onora tu adunque, onora

hai il danno, o vero ti perdi il fattore

e frutto quanto bisogna. Vero, le spese non necessarie

Giannozzo, sì dite il vero, e sono spese non

io mi giudico il vero. Dico, Giannozzo, che volere

ché a dirti il vero, sì come sarebbe poco

voi le dicessi il vero? ¶ GIANNOZZO ¶ E quale pazza

allora li giurai il vero che quella sì fatta

non mai, salvo il vero una sola volta quando

LIONARDO ¶ Certo dite il vero. Quando e' famigli non

casa, mi pare solo vero in una famiglia disordinata

io li dissi il vero. Comprese quanto io diceva

scorgere quale ti sia vero amico. Per questo a

uno se m'è vero amico o no. Ma

stimato, e dicoti il vero, Lionardo, mai arei creduto

cambio riceverne cose. Tu, vero, avendo le cose, che

in molta parte el vero, pure stimo nel danaio

costui non vi sarà vero amico. Chiegga costui medesimo

studierà tôrvi sarà non vero amico. ¶ ADOVARDO ¶ Così sta

avesse così lasciatoli trassinare. Vero? E quale credi tu

e forse dicono il vero. Volete voi vedere perché

cerca d'aricchire. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ E niuno povero

le sue ricchezze. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ E' poveri sono

sono quasi infiniti. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. Molto più ch'e

che con industria. ¶ GIANNOZZO ¶ Vero. ¶ ADOVARDO ¶ Le ricchezze adunque

accusino la vostra negligenza? Vero? Adunque così fate: sian

nutrita amicizia: essere adunque vero amico costui a chi

potersi trovare uomo qual vero possa dirsi bene amato

suo beneficio obligarmisi. Anzi, vero, forse mi sarei, quanto

dello sparviere, disse el vero. Una volata el rende

somma di danari, che vero si dice sono come

troverrete così essere el vero: la natura ce 'l

nulla non onesto, sempre vero e volontario officio e

solo a frutto di vero e onesto amore. ¶ LIONARDO

e appetito che con vero iudicio e integrità ubidire

o pure uno solo vero, che molti fitti e

potessi, come di chi vero te ami, confidarti, se

ti si offeriranno. Amici vero così in noi affetti

virtù non molto gusta. Vero. Pertanto così a voi

un vizioso nulla potersi vero riputare amico? ¶ LIONARDO ¶ Che

ADOVARDO ¶ Odiosi! e quanto vero! Nulla tanto stimerò alieno

e se chi fia vero virtuoso e in prima

fra' gravi incommodi questo vero e lodatissimo uso di

e affermano che chi vero sia amico, costui perdonerà

un leggier fronte. ¶ ADOVARDO ¶ Vero, e adunque, quanto così

ode qual sia el vero, ma quanto sia verisimile

inimico più possa mai vero essere amico. Ma parmi

iusto consiglio. In altrui vero, chi non conosce l

da fare giova; superbia vero induce solitudine d'amici

Fanostrate, quale dicea: "El vero amico sarà quello che