Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

L’ardito aveva il viso crivellato, accapponito dal vaiolo

Liguria era sbalzato sul viso della signora Dina; le

gola la macuba. Sul viso smunto di Federigo grandeggiava

tutto. ¶ I peli del viso e i capelli del

di un giglio. Sul viso di spermaceto s’accendevano

occhi aveva dilatati sul viso infiammato e i denti

gli aveva pertugiato il viso. Amedeo per quella sua

il gobbo indolenzito, col viso lievitato dai colpi, mostrava

incordati, con soprossi sul viso incostolito, roncolati, imbottacciati di

pezzuola che copriva il viso: ¶ — Se lo mandano a

la pezzuola di sul viso, e quella rossa che

delle lacrime aggelate sul viso smunto. La Signora si

soffiandogli alito caldo sul viso. ¶ — S’era detto con

avevano su tutto il viso una caluggine come i

Quando si fa il viso patito si sembra San

arnese che aveva un viso come il polmone marino

secco, allampanato, con il viso aggufito. Un occhio aveva

gli si avvilucchiano sul viso. ¶ — Come va? — chiedeva il

La donna mostrava il viso emunto tra un impalpo

intaccature vermiglie. Tutto il viso era screpolato. Il tatuaggio

il destino imprime sul viso dei refrattari dicevano: pianto

libro gl’impastava il viso. ¶ Irruppe nel Casone uno

gelo che dà il viso dei morti. ¶ — Posso essere

fatto uno sgraffio sul viso che infoltò coi baffi

sedette e posò il viso sopra le mani morbide

sgrondato gli ombrava il viso scabro di butteri. ¶ Il

semplicità delle bestie, col viso infoltato tra erbe roride

S’alzò con il viso rinceppato. Curvo, ginocchioni sull

al finestrino e il viso sulle mani. ¶ Quando il

pozzo si sciabattavano il viso con acqua tersa: riscosse

Dice che fan buon viso. ¶ — Sì. ¶ — Pensa, cadetto, che

occhi rammendati, dondolavano il viso ebbro e bestiale sulle

uggiolavano vecchie infiammate nel viso, annodate con uomini sozzi

qui? ¶ — Niente. ¶ — Con quel viso non mi uscirai più

mano aperta davanti al viso. ¶ — E tu ci faresti

urlò un cliente. ¶ — Il viso ce l’hai, aggrottescato

un vecchio navarca dal viso spinoso, era a poppavia

che vedevano tutto! Il viso di Amedeo per i

crivellò le parti del viso non ingiuriate dal morbo

sentì dai fori del viso gemere un sudore diaccio

associava nel pensiero il viso vivente del cieco. Anche

vecchio tutto arso in viso con la barba aspra

suocera tutta verde, col viso spalmato di un sego

e gli occhi sul viso giallo, il ventre obeso

discinta, quando mise il viso sotto il cono della

cono della luce il viso del Tarmito parve raddoppiato

Tarmito fissò attento il viso della ragazza, stregato dal

sullo sfacelo del suo viso un lampo della sua

madre di lei: un viso contristato e innocente ravvolto

orbita d’acciaio il viso del Tarmito sbiancò, palpitando

donna tutta strappata sul viso e sulle mani sanguina

sull’ebano lucido del viso le labbra parevano di

dell’impiccato aveva il viso uguale al colore della

fronte scarnita, ponevano il viso smunto e le vesciche

il Tarmito, il cui viso nel rinchiuso aveva messo

passò una mano sul viso scabro. Il Tarmito provò

una mano davanti al viso ridotta un bidente ed

Il Tarmito aggrottò il viso sospettoso. ¶ — E due — e

gli avesse fatto sul viso. Fuggendo, sentì scolare caldo

Nei segni del vostro viso scorgo che siete conturbato

membra o aggricciare il viso passeggiava sui pruni. Dopo

piedi, stava Anastasio col viso dei macabri feticci; un

sapiente e tenace nel viso ancor molle insieme alla

gli occhi smaltati sul viso olivastro. Osservato che la

i sessi avevano il viso piatto e il ponte

ammorbidirlo si strofinava il viso con cenere bollente, altri

nella parte posteriore del viso, sotto l’arco del

e i peli del viso e le sforacchiature del

aveva le mani, il viso, i capelli, le ciglia

il Profeta, sul cui viso, un dì d’aspetto

repentinamente sentì fiatare sul viso l’alito caldo del

l’accetta. Hai un viso che ci si farebbe

entro la cassa il viso fu sdrucito da una

zolfo lampò giallo sul viso della donna. ¶ — Vieni con

gli aveva spenti sul viso. ¶ — Li custodiremo come nostri

uomini si videro col viso celeste. L’alba gelò

capo e fissò nel viso il Tarmito. ¶ — Ma tu

del bavero ed il viso pareva ricoperto di pelle

al teschio, scintillava sul viso, abbagliava l’altro occhio

baffi bianchi irti sul viso scarnato, egli pareva mordesse

un adolescente alto, dal viso olivastro, dagli occhi di

occhi sull’ovale del viso. Quelle che avevano il

a stecchi confitti nel viso e sul teschio, la

morte improvvisa diacciava il viso dei seppellitori che uncinate

occhi e aggricciando il viso nell’orrida smorfia del

anche te con quel viso, vai certo in giù

come il cardo. Il viso egli aveva terragno; sulla

elmo sulle fosse del viso, per i gorioli dei

occhiali a stanga sul viso leccato dalla pioggia e

un dischetto abbagliante. Sul viso ridotto all’ovale metafisico

mano si allumachivano il viso. Le canne nasali pareva

e si piantavano nel viso i cavicchi merdosi. ¶ Mosse

sentì gocciolare verde sul viso ancora impastato di sonno

le mani e il viso, asciuttandosi con la tela

Il prete arso, col viso incotto di terra, scarno

di nero il cui viso bianco metteva un riflesso

si rincontrano grossite nel viso e ingravidate. Di quelle

di sangue. Anche il viso e le mani avevano

gli schizzò bollente sul viso; una donna con una

e sognano. ¶ Anche il viso del soldato Pieroni, da

scoppi di saette. ¶ Il viso glabro del soldato Pieroni

pensieri gli appinzarono il viso come vespe. Egli soppesò