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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «visto»

nautoretestoannoconcordanza
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il mondo l’ho visto davvero e so che
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il mondo che ho visto, non sappia ancora che
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non mi avrebbe piú visto, ecco tutto. Ma dove
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ponte di Canelli avevo visto un’automobile investire quel
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quel peso. Ho sempre visto che la gente, a
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Voltandomi a parlare, avevo visto sopra le viti la
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all’Orto, e aveva visto bruciare la casa del
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volta. Nuto che aveva visto tanti paesi e sapeva
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gaggíe. Cinto aveva già visto un mazzo di carte
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lungo e svelto. Avevo visto Cinto corrergli dietro nel
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anch’io e ho visto gli aeroplani… ¶ – Ma se
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ne faccia. Quand’abbia visto che nel mondo c
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qualcosa che avevo già visto? Vedere dei carri, vedere
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piú vicino e avevo visto a Fresno abbastanza messicani
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su di là. Avevo visto i piedi magri dei
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che non avevo mai visto. Un giorno, pensai, bisogna
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facce. Non avevo mai visto prima lavorare a servitori
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non l’avevo piú visto, e chiesi perché m
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ma quante volte avevo visto passare le carrette rumorose
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Nizza che avevo già visto una volta sul terrazzo
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a dire che aveva visto la lepre scappare in
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mani con Irene e, visto che loro facevano coppia
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i prati. Si sarebbe visto subito. ¶ Ma intanto andò
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gli invitati non avrebbero visto che i cuscini del
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se non avevo piú visto nessuno. Lui pensava a
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anche il Piola ha visto… ¶ XXVII. ¶ Nuto lo prese
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nero. Quando l’aveva visto col coltello, aveva detto
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col prete. Poi aveva visto la fiamma. ¶ Il padre
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il padre l’avrebbe visto come di giorno. Il
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volta del noce aveva visto nel riverbero pendere i
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la sua proprietà, che visto che Cinto era il
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ero tranquillo. ¶ Nuto aveva visto acceso sotto il portico