Lorenzo Viani, Ceccardo, 1922

dolore che palesava dalla voce e dagli occhi. ¶ Da

e le chiese con voce sicura: - Otto centesimi di

dolore lo assaliva: la voce gli si velava di

e il poeta con voce velata come di pianto

con un fil di voce rispose: - Sì! - ¶ - Allora fate

mia terra... - soggiunse, con voce convulsa il poeta, - sarà

di là... - e la voce gli si spense lentamente

basalto, li riconobbe alla voce: due apuani! Si gettò

un impetuoso saluto alla voce a tutti i mani

con un fil di voce: - A lavorare, signori! ¶ - Intenderesti

me, e con la voce ironica che precedeva le

spirito, salutava con ilare voce or questo or quell

Dopo un saluto alla voce agli apuani assenti insigniti

esclamò il poeta con voce piena di pensieri lontani

sonno, riconobbe Ceccardo dalla voce, e allora chiamò forte

pareva s’incenerissero; la voce del poeta, sfumata dall

fiero e ad alta voce gridò: ¶ - Ella sappia che

dinoccolata fece uscire una voce fessa e schiappata e

di scatto e con voce semi ruggente gli disse

impeto dell’ira la voce del poeta uscì un

il poeta cavò una voce potente e gridò: ¶ - Io

pianto gli soffocava la voce... L’ora tarda ci

quest’anno, allorchè corse voce che Von Bülow, già

Allora si udì la voce del poeta dominare il

e gridò a gran voce: - Io chieggo l’inno

Pastrengo - ruggiva ad alta voce il Poeta - non sono

un tonante saluto alla voce all’Ammiraglio di Italia

con un fil di voce il poeta. ¶ Il sole

alzò e, con una voce poderosa che riscosse tutti

odo più la squillante voce di Ceccardo, mi volto

sento che con la voce più dolce contrattava col

il suono della mia voce che si perde nell