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L'amore (talvolta) non basta

Il diavolo, però...

«Il diavolo rosso», «Il diavolo a quattro», «La coda del diavolo»: erano molti i giornali descritti nella Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici che promettevano qualcosa di diabolico. Niente di veramente luciferino, in realtà, ma piuttosto il desiderio di coinvolgere il lettore in scherzi e sberleffi abbastanza educati.

A uno di questi scherzi pensai di ricorrere anch'io considerando, per un altro verso, il problema serissimo che affligge sempre il compilatore di un elenco: il rischio di omissione. Nonostante l'amorevole scrupolo che si può mettere in una ricerca, c'è sempre la possibilità di ignorare o dimenticare qualche voce. E allora: dato l'argomento faceto dell'opera, perché non trasformare il timore in una burla?

«Il giornale che non c'è» mi pareva un falso titolo conforme al tenore di quelli contenuti a buon diritto nella Bibliografia, e lo stesso si poteva dire per «La svista».

Detto fatto: misi un bel rimando incrociato fra i due titoli inesistenti, ponendo scherzosamente in pace la mia coscienza di compilatore scrupoloso ma fallibile.

Ma la burla ‒ quella vera, quella feroce ‒ fu il diavolo che la fece a me, non io al lettore.

...ci mette la coda

Come ho già detto, l'acquisto di una stampante LaserWriter mi permise di realizzare la bozza finale della Bibliografia pensando direttamente alla sua pubblicazione in volume. E qui entra in gioco diavolo.

Della Apple LaserWriter ii (la stampante disponibile in quel momento sul mercato) esistevano tre modelli: la ntx (l'ammiraglia), la nt (la versione standard) e la sc (la meno dotata). Io mi potei permettere quest'ultima, che era più economica, ma solo perché non era equipaggiata con PostScript, bensì con QuickDraw, il nuovo motore grafico prodotto da Apple per Macintosh, sviluppato appositamente per non dover pagare ad Adobe una onerosa royalty.

Ora, io credo che sia possibile affermare approssimativamente, ma con ragionevolezza, che le stampe prodotte con PostScript e con QuickDraw risultavano identiche al 99,999%. Le mie bozze, dunque, prodotte con QuickDraw sarebbero state sostanzialmente uguali alle pellicole prodotte con PostScript dal tipografo. Sostanzialmente, non totalmente: ancora una volta fu un avverbio a fare la differenza.

È quasi inutile, immagino, aggiungere che quello 0,001% produsse i suoi bravi danni all'impaginazione del prodotto finale, ai quali cercai di mettere una pezza nell'unico modo possibile.

Non solo giornali per ridere

Si era trattato, comunque, che di un incidente di percorso. La mia vocazione per le parole scritte con l'appoggio significativo del computer si era ormai definitivamente consolidata.

Nel 1993 preparai a quattro mani con Rita Carrarini una Bibliografia dei periodici femminili lombardi, sostanzialmente identica nell'impianto alla Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici, e sempre nel 1993 curai la parte informatica della Bibliografia dei periodici mantovani compilata da Giancarlo Ciaramelli e Lorena Grassi.