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«Pianaforma» alla prova

Riassunto delle puntate precedenti

Una rappresentazione sintetica della procedura descritta nella pagina precedente per disegnare la fonte «Pianaforma» è racchiusa nella figura seguente.

Questa, invece, è la rappresentazione canonica dell'alfabeto.

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ

abcdefghijklmnopqrstuvwxyz

Parole scritte in «Pianaforma»

Naturalmente, la fonte comprende altre lettere (come «à», «è», «ì»), le cifre (1234567890) e vari simboli (come «€», «&», «%») che ho dovuto disegnare per un suo utile impiego in un testo, per esempio come quello che segue:

Naturalmente, la fonte comprende altre lettere (come «à», «è», «ì»), le cifre (1234567890) e vari simboli (come «€», «&», «%») che ho dovuto disegnare per un suo utile impiego in un testo, per esempio come quello che segue:

Naturalmente, la fonte comprende altre lettere (come «à», «è», «ì»), le cifre (1234567890) e vari simboli (come «€», «&», «%») che ho dovuto disegnare per un suo utile impiego in un testo, per esempio come quello che segue:

Naturalmente, la fonte comprende altre lettere (come «à», «è», «ì»), le cifre (1234567890) e vari simboli (come «€», «&», «%») che ho dovuto disegnare per un suo utile impiego in un testo, per esempio come quello che segue:

Naturalmente, la fonte comprende altre lettere (come «à», «è», «ì»), le cifre (1234567890) e vari simboli (come «€», «&», «%») che ho dovuto disegnare per un suo utile impiego in un testo, per esempio come quello che segue:

Se vuoi leggere cosa c'è scritto qui devi ingrandire la pagina almeno fino al 200%.

Un lavoro riuscito?

Devo ammettere sinceramente che «Pianaforma» non è la più bella fonte di caratteri che sia mai stata disegnata.

Ma il suo scopo non era certo quello di competere con fonti di grande qualità estetica. Mi interessava piuttosto studiare la possibilità di disegnare un carattere di semplicità esemplare – ricercata con acribia maniacale – per verificare quanto il risultato potesse avvicinarsi all'idea condivisa delle lettere dell'alfabeto che tutti noi abbiamo in mente, senza però che si possa rappresentare questa idea in maniera inoppugnabile.

Prendiamo il glifo della «s» dal quale è stato sviluppato l'intero progetto. A sinistra ne ho ripreso il disegno. Si tratta di due curve identiche (lunghe tre quarti di circonferenza), appositamente ribaltate e saldate. Una operazione chiara, semplice, irriducibile, eseguita nel rispetto di regole prestabilite.

Non c'è dubbio, d'altro canto, che il glifo a destra ha un aspetto più gradevole di quello a sinistra, ma come si può notare è costituita da tre elementi difficili da giustificare razionalmente.

La curva superiore è un settore circolare lungo meno di tre quarti di circonferenza; la curva inferiore è un settore circolare lungo meno di tre quarti di una circonferenza che ha un diametro maggiore di quello della curva superiore; infine, le due curve sono collegate da un breve tratto retto.

Dunque nel secondo disegno ci sono quattro dettagli che producono un sensibile miglioramento estetico, ma il prezzo da pagare è l'incertezza su quei dettagli; per limitarsi solo al primo: quanto meno di tre quarti di circonferenza deve essere lungo il settore circolare della curva superiore? Le varianti sono innumerevoli, dunque il glifo della lettera «s» a destra non può essere considerato l'idea condivisa di questa lettera, perché se ne potrebbero ideare moltissimi altri, altrettanto gradevoli, ma altrettanto opinabili.

In conclusione, il glifo a sinistra è indubbiamente grezzo, ma ha il pregio di derivare da regole chiare, semplici e irriducibili, e quindi potrebbe rappresentare meglio un'idea condivisa della lettera «s» rispetto a quello di destra. Della possibilità di allargare le maglie delle regole compositive con rinunce minime rispetto alla coerenza, mi sono occupato altrove, descrivendo il processo compositivo della fonte Cohærentia, impiegata per i testi di questo sito.

Lascio a chi legge il giudizio su questi ragionamenti. Mi accontento di osservare che questo sforzo razionalistico ha prodotto una fonte di larghezza modesta, uno stile classificato in inglese con l'aggettivo narrow.

Devo dire che si tratta di un risultato né immaginato, né previsto. Semplicemente, è stata una conseguenza delle regole adottate sistematicamente per il disegno della fonte.

Per la endemica penuria di spazio nelle tabelle del corpus linguistico scripta ho deciso di adottare la fonte «Pianaforma» per il popolamento di queste tabelle.