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Questioni di coerenza

Coerenza assoluta

Ho disegnato la fonte Pianaforma principalmente per la curiosità di sapere fino a che punto ci si può spingere nel tentativo di rivelare la forma primordiale delle lettere dell'alfabeto. È certo che nessuno potrà mai pretendere di mostrarla, questa forma, senza esporsi a mille obiezioni, tuttavia è altrettanto certo che essa esiste – come idea comune a chiunque sappia leggere e scrivere – benché sia paradossalmente impossibile esplicitarla.

Nel nome di una coerenza pressoché assoluta, perciò, ho applicato poche e semplici regole costruttive per giungere allo scopo, che non poteva essere, come detto, rivelare l'impossibile, ma svolgere una acribiosa ricerca in quella direzione per osservarne i risultati.

Il tentativo non mi è sembrato sterile, almeno perché ha prodotto una fonte di caratteri che ho impiegato con profitto nelle tabelle di questo sito, dato che Pianaforma è riuscita una fonte di stile stretto (classificato come narrow, nella terminologia inglese ormai invalsa), caratteristica preziosa per l'impiego nelle tabelle, notoriamente affamate di spazio.

Coerenza relativa

In principio, avevo scelto la fonte im fell per i testi di questo sito. Si tratta di una fonte bella e appropriata per dare forma alle parole scritte come si faceva ai tempi della tipografia classica: quella con il piombo, per intendersi. Mi piaceva l'idea di conferire al sito un aspetto leggermente datato, che ricordasse l'importanza cruciale del passaggio dalla parola orale a quella scritta, soprattutto stampata.

Purtroppo, quella fonte era perfetta per i testi, ma non si prestava altrettanto bene per le tabelle – come tutte le fonti con grazie, del resto – perciò, decisi di sostituirla in queste ultime con Pianaforma, la fonte che avevo disegnato per esplorare la possibilità di giungere a un'espressione pratica dell'idea condivisa di alfabeto. Fatto sta che, indipendentemente dai risultati ottenuti con questa esplorazione, presi piacere al lavoro di disegno dei caratteri, sicché decisi di cimentarmi anche nel progetto di una fonte da impiegare nei testi, proseguendo coerentemente sulla strada tracciata con Pianaforma.

Devo riconoscere che si trattò di una decisione improvvida. Tanto il lavoro per disegnare Pianaforma era stato rapido, tanto quello per la nuova fonte si è rivelato lungo e difficile. La ragione, a posteriori, può essere spiegata ricordando che il progetto della prima era guidato da regole ferree, di applicazione pressoché meccanica, e quindi comportava minimi dubbi esecutivi. Il nuovo progetto, al contrario, aveva l'ambizione di contemperare un grande rigore, seguendo la direzione tracciata con Pianaforma, e una discreta dose di libertà nel disegno, insomma perseguiva una coerenza relativa: un ossimoro difficile da realizzare, quasi come la ricerca dell'alfabeto ideale da cui tutto è cominciato.