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Inverno: la riflessione

22. Lasagne a scuola

Linear Accelerator and Stevin Apparatus for Gravitation Numerical Ascertainment (lasagna), come a dire, più o meno, Acceleratore lineare e apparecchio di Stevino per lo studio numerico della gravitazione.

Credo che difficilmente si potrebbe escogitare un acronimo più brutto di questo, tuttavia ci sono ben due ragioni per sostenere almeno una debole difesa in suo favore:

1. è piuttosto difficile resistere alla tentazione di ideare un immaginifico acronimo in inglese per denominare una apparecchiatura scientifica di nuova invenzione;

2. ero curioso di sapere come avrebbero reagito gli studenti di fronte alla nuova apparecchiatura denominata con quel dissennato acronimo.

Dell’apparecchiatura ‒ effettivamente realizzata ‒ parlerò fra poco, ora invece accenno alla seconda ragione.

‒ Buon giorno, ragazzi. Oggi eseguiremo un esperimento per svolgere la quale ci serviremo di una lasagna, vale a dire – e qui corro alla lavagna con il gesso in mano – di un Linear Accelerator and Stevin Apparatus for Gravitation Numerical Ascertainment.

Non ho ancora deposto il gesso sulla cattedra che già piovono le domande:

‒ Prof, dobbiamo scriverlo sulla relazione?

‒ Prof, Accelerator con una elle sola?

‒ Prof, perché and e for non cominciano con la lettera maiuscola?

Curiosità appagata. Appena ho cominciato a parlare tutta la classe ha tirato fuori carta e penna e si è messa diligentemente a prendere appunti. Il professore parla di un acceleratore lineare che sa più di gastronomia che di fisica? Benissimo, si annota. Prima o poi vorrà sentirsi ripetere quello che ha detto, meglio dunque non farsi cogliere impreparati.

Potrei farmi tentare dall’indulgenza, e pensare che, dopotutto, sono ragazzi di prima classe, e quindi è naturale che reagiscano in maniera un po’ acritica, o addirittura meccanica.

Macché! Ho ripetuto la provocazione con una classe presa in consegna per la prima volta in terza, e il risultato è stato – se possibile – ancora più scoraggiante. Ecco il significato dell’acronimo lasagna trascritto di peso da alcune delle loro relazioni:

Linear Acceleration and Stevin Apparaturs Gravitation Numerical Ascertainment.

Linear Accelerator and Stearing Apparatus for Gravitation Numerical Ascerteinment.

Linear Accellerator and Sterin Apperatus for Grevitation Numerical Ascertainment.

Sterin Apperatus: è chiaro? Ma che diamine sarà mai questo Sterin Apperatus? È inutile, ma io non riuscirò mai ad abituarmi a questo atteggiamento degli studenti a metà strada fra il disinteresse e il conformismo.

La curiosità fra gli studenti è una moneta rarissima, non perché non ne abbiano abbastanza, ma perché non la spendono quasi mai a scuola. È così. Io mi infurio sempre quanto sento certi consumati esemplari da tavola rotonda sui mali della scuola che pontificano:

Ahimè, la scuola non è capace di interessare gli studenti.

È vero, la scuola non ci prova come dovrebbe, ma quando lo fa spesso il risultato è deludente. Un collega amava fare paragoni con i videogiochi, durante i periodici incontri con le famiglie.

‒ Io lo dico sempre – dichiarava convinto di buttare lì un’arguzia sopraffina – se noi insegnassimo a giocare ai videogiochi, l’interesse dei vostri ragazzi sarebbe ben altro… Eh, non è vero, ragazzi? Ma purtroppo, che cosa ci vogliamo fare? dobbiamo insegnare la matematica, l’inglese, e quindi i risultati sono quelli che sono…

‒ Non è vero, ragazzi?

No, non è vero affatto. Immagino l’ora di videogiochi a scuola.

‒ Buon giorno, ragazzi. Oggi cominceremo a parlare di un nuovo argomento che ci occuperà per diverse settimane: parlo delle tecniche per annientare gli alieni utilizzando armi di piccolo taglio, che poi sono quelle più usate, perché le armi di grosso taglio sono molto efficaci ma si esauriscono rapidamente. A questo proposito vi accenno alla fondamentale legge di Gun che correla l’efficacia delle armi alla loro utilizzabilità…

Un mese di videogiochi al posto della matematica e non mi stupirei di sorprendere gli studenti mentre si cimentano di nascosto con la regola di Ruffini per abbattere i polinomi, come dei fosse temibili alieni, imbracciando dei penetranti monomi. Si dirà:

‒ Ma è chiaro che se viene presentato in questo modo qualsiasi argomento diventa noioso, anche i videogiochi.

Ma io domando a mia volta:

‒ Esiste un altro modo per fare scuola?

La risposta è no, non esiste. Non è più scuola. E se qualcuno invece dice di sì, allora vuol dire che è un illuso, oppure è un pericoloso millantatore. Non è l’argomento che produce noia e disinteresse, e non è neppure il metodo; semplicemente è la scuola, di per se stessa, che con i suoi meccanismi severi e vincolanti induce atteggiamenti di rifiuto o di conformismo in chi non è stato preventivamente motivato all’apprendimento e alla fatica mentale. Ma allora, che cosa bisogna fare?

Anzitutto, non si deve concedere il minimo sconto sulla severità e sui vincoli da imporre all’attività didattica, perché questa sarebbe una inutile rinuncia. C’è tutto da perdere e niente da guadagnare.

Ma dall’altro lato non bisogna rinunciare neppure alla più microscopica opportunità per rendere interessante, piacevole, divertente, inatteso il lavoro scolastico. Un miracolo può sempre avvenire, e qualche volta avviene.